Anzitutto un flash rispetto a quanto successo ieri sera in
Conferenza stampa del presidente Conte: il Presidente della Vigilanza Barachini
ha chiesto alla Rai uno spazio di pari ascolto per la riposta di Salvini e Meloni. Vedremo cosa succederà.
Una singolare quanto drammatica coincidenza ci porta ad evidenziare
una contraddizione: abbiamo scritto da tempo, lo leggiamo in tutte le disposizioni
normative che riguardano il Servizio Pubblico che tra i suoi compiti prioritari
c’è il sostegno alla coesione sociale del Paese. Ebbene, cosa ci tocca leggere
e osservare in questi giorni per colpa del Covid: necessaria la distanza
sociale, mantenere metri di spazio tra gli individui, tutti i luoghi della
socializzazione chiusi o inagibili, tutti i momenti di “coesione” tra gli
individui vietati o impossibilitati. Ci riferiamo ai luoghi della religione, ai
luoghi della cultura, ai luoghi dello sport, ai luoghi della natura e non da
ultimi i luoghi dei sentimenti e delle emozioni. Più banalmente si richiede “distanza
sociale” proprio al mercato, cioè il luogo topico, simbolico, dello scambio sociale, senza
scomodare Weber : “le istituzioni sorgono sulla piazza del mercato”. La “coesione” per definizione
implica condivisione e partecipazione e sarà dura risalire questa drammatica china
del “restate tutti a casa” o del “mantenete le distanze di sicurezza”. Ecco
allora che torna prepotentemente il ruolo, il peso, la credibilità e l’autorevolezza
di un Servizio Pubblico radiotelevisivo forte e centrale che,
invece, drammaticamente e purtroppo, fatica ad essere considerato tale e proprio
su questo tema, nel prossimo futuro, potrà trovare uno scoglio difficile da aggirare. Chissà se
la Task Force di Viale Mazzini si pone problemi di questo tipo.
Ieri, in una delle consuete conversazioni con autorevoli lettori,
uno ci diceva: fintanto che le due leve che stringono la Rai, la politica e il
management inadeguato (presente e passato Ndr) non molleranno la presa c’è poco
da essere ottimisti. A questo proposito, mi sia consentita una nota “storica”:
chi vi scrive ha avuto la fortuna e il privilegio di lavorare con persone, ad
ogni livello, di grande capacità, professionalità
e passione per l’Azienda. A molti di
loro, al momento di andare in pensione, ho detto chiaro e tondo: “siete
usciti senza lasciare eredità”. Forse, è proprio così: si avverte fortemente
il “desencanto”, la sfiducia, la rassegnazione verso un Azienda che farà gran
fatica a risollevarsi.
Visto che anche oggi non troverete nulla di interessante sul
Servizio Pubblico, vi proponiamo di leggere il testo pubblicato ieri sul
Corriere della Sera a firma Antonio Scurati dal titolo:” Se le parole adeguate
rendono accettabile una realtà terribile”. È tornato subito alla memoria quanto
abbiamo scritto già dalle prime ore successive alla crisi del Covid: si tratta
di una emergenza non solo sanitaria ma anche relazionale, di comunicazione, di
modelli e linguaggi che saranno stravolti dal virus. Sarà interessante, speriamo presto in un clima diverso, indagare
e riflettere sulle “parole” adoperate dai giornalisti e conduttori Rai, su come
hanno esposto argomenti, riportato notizie e dato voce ai protagonisti. Scrive Scurati:
“l’eloquenza pubblica può dare una versione accettabile di una realtà terribile”. Non si tratta solo di capacità ad
esporre, di abilità retorica, quanto di “narrazione”
e quanto di essa si trasforma in “percezione”
che, a sua volta, evolve in decisioni sui comportamenti pubblici e privati,
collettivi e individuali. Sul banco degli accusati ovviamente, la politica in
primo luogo ma pur sempre consapevoli che essa non è un luogo neutro, i “politici”
cioè gli eletti, tanto per usare il nostro solito eufemismo, non sono pere che
cascano dall’albero delle mele.
Comunque: Buona Pasqua !!!
bloggorai@gmail.com
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