sabato 11 aprile 2020

La rapina sociale


Anzitutto un flash rispetto a quanto successo ieri sera in Conferenza stampa del presidente Conte: il Presidente della Vigilanza Barachini ha chiesto alla Rai uno spazio di pari ascolto per la riposta di Salvini e Meloni. Vedremo cosa succederà.

Una singolare quanto drammatica coincidenza ci porta ad evidenziare una contraddizione: abbiamo scritto da tempo, lo leggiamo in tutte le disposizioni normative che riguardano il Servizio Pubblico che tra i suoi compiti prioritari c’è il sostegno alla coesione sociale del Paese. Ebbene, cosa ci tocca leggere e osservare in questi giorni per colpa del Covid: necessaria la distanza sociale, mantenere metri di spazio tra gli individui, tutti i luoghi della socializzazione chiusi o inagibili, tutti i momenti di “coesione” tra gli individui vietati o impossibilitati. Ci riferiamo ai luoghi della religione, ai luoghi della cultura, ai luoghi dello sport, ai luoghi della natura e non da ultimi i luoghi dei sentimenti e delle emozioni. Più banalmente si richiede “distanza sociale”  proprio  al mercato, cioè il luogo topico, simbolico, dello scambio sociale, senza scomodare Weber : “le istituzioni sorgono sulla piazza del  mercato”. La “coesione” per definizione implica condivisione e partecipazione e sarà dura risalire questa drammatica china del “restate tutti a casa” o del “mantenete le distanze di sicurezza”. Ecco allora che torna prepotentemente il ruolo, il peso, la credibilità e l’autorevolezza di un Servizio Pubblico radiotelevisivo forte e centrale che, invece, drammaticamente e purtroppo, fatica ad essere considerato tale e proprio su questo tema, nel prossimo futuro, potrà trovare uno scoglio difficile da aggirare. Chissà se la Task Force di Viale Mazzini si pone problemi di questo tipo.

Ieri, in una delle consuete conversazioni con autorevoli lettori, uno ci diceva: fintanto che le due leve che stringono la Rai, la politica e il management inadeguato (presente e passato Ndr) non molleranno la presa c’è poco da essere ottimisti. A questo proposito, mi sia consentita una nota “storica”: chi vi scrive ha avuto la fortuna e il privilegio di lavorare con persone, ad ogni livello, di grande capacità, professionalità e passione per l’Azienda.  A molti di loro, al momento di andare in pensione, ho detto chiaro e tondo: “siete usciti senza lasciare eredità”. Forse, è proprio così: si avverte fortemente il “desencanto”, la sfiducia, la rassegnazione verso un Azienda che farà gran fatica a risollevarsi.

Visto che anche oggi non troverete nulla di interessante sul Servizio Pubblico, vi proponiamo di leggere il testo pubblicato ieri sul Corriere della Sera a firma Antonio Scurati dal titolo:” Se le parole adeguate rendono accettabile una realtà terribile”. È tornato subito alla memoria quanto abbiamo scritto già dalle prime ore successive alla crisi del Covid: si tratta di una emergenza non solo sanitaria ma anche relazionale, di comunicazione, di modelli e linguaggi che saranno stravolti dal virus. Sarà interessante, speriamo presto in un clima diverso, indagare e riflettere sulle “parole” adoperate dai giornalisti e conduttori Rai, su come hanno esposto argomenti, riportato notizie e dato voce ai protagonisti. Scrive Scurati: “l’eloquenza pubblica può dare una versione accettabile di una realtà  terribile”. Non si tratta solo di capacità ad esporre, di abilità retorica, quanto di “narrazione”  e quanto di essa si trasforma in “percezione” che, a sua volta, evolve in decisioni sui comportamenti pubblici e privati, collettivi e individuali. Sul banco degli accusati ovviamente, la politica in primo luogo ma pur sempre consapevoli che essa non è un luogo neutro, i “politici” cioè gli eletti, tanto per usare il nostro solito eufemismo, non sono pere che cascano dall’albero delle mele.   
Comunque: Buona Pasqua !!!
bloggorai@gmail.com

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