Lo abbiamo scritto nei giorni scorsi: ritorno alla normalità
… già, ma quale normalità quando essa stessa era il problema, non la soluzione.
Per i lettori miei coetanei, forse torna in mente un famoso manifesto comparso
a Parigi verso la fine del movimento del’68 dove si vedeva un gregge di pecore, graficamente stupende, con
il testo “retourner à la normalité”.
Era il 3 di maggio, appunto, quando alla
Sorbona iniziano i primi scontri che hanno dato vita alla più vasta ondata di
protesta politica, culturale e sociale mai avvenuta nel mondo moderno.
Con un
pizzico di nostalgia riavvolgiamo il film di quella storia che ha
visto,direttamente o indirettamente, nascere una sentimento, una coscienza
collettiva “globale”. Come sia andata a finire e cosa ha lasciato in eredità è
altro discorso.
Oggi, questa mattina esattamente, ci troviamo nel mezzo di un
guado che a dir poco ci disorienta e ci confonde. Pensieri in
libertà: aver visto il presidente
Mattarella prima mettere, poi levare e poi rimettere ancora la mascherina mentre
si recava a deporre la corona al Milite Ignoto ha rappresentato, simbolicamente,
lo stato di confusione in cui versa il Paese (non solo il nostro). Mascherina si
o no, forse, dove e, quando e quanto costa, obbligatoria per tutti o no? boh? Non
si sa, forse, dipende… e se non ha le idee chiare il Presidente della
Repubblica non c’è da stare allegri. In questo clima si inserisce perfettamente
il discorso di ieri sera di Conte: il 4 maggio cosa succede di nuovo esattamente
rispetto ad oggi? Una sola appare certa: è stato privilegiato il mondo della produzione
rispetto a quello della relazione, il mondo dell’economia rispetto a quello
della società civile.
Torna, drammaticamente e illuminante, l’articolo de L’Economist
del 2 aprile scorso, leggetelo attentamente:
Si potrebbe aggiungere:
è stato privilegiato il mondo
dell’emergenza sanitaria rispetto a quello dell’emergenza sociale, come se
questi due mondi fossero distinti e distanti. Ieri sera era assente tutto il
mondo della scuola (10 milioni di persone), tutto il mondo dei giovani chiusi
in casa (mantenete le distanze) per non dire del mondo degli “anziani” (da
quando si diventa tali? A 60 anni? E la
Fornero che ha posticipato a 67?), tutto il mondo dell’agricoltura (chi lavorerà nei campi ora
che i tanto disprezzati “immigrati irregolari” li hanno "dovuto" abbandonare dopo che hanno tolto tanto lavoro a “prima
gli italiani” ?). Ha lasciato fuori la religione: a Messa no però si ai funerali massimo
in 15 (come si farà a decidere chi potrà partecipare? Lo zio si, il cugino no,
i colleghi forse, gli amici storici no) e le prime comunioni che si solito si tenevano a maggio? e i matrimoni?
Da non dimenticare, mai, che viviamo in un mondo in cui tutta la Scienza, con
la S maiuscola è anch’essa confusa e incerta, indecisa e frammentata nelle
ricerche, nelle ipotesi e nelle soluzioni . Il vaccino? Per chi e quando? L’Eparina?
Funziona? Con il caldo il Virus scomparirà??? Boh!!! Forse, probabile, vedremo
… Se ne potrà riparlare dopo il 18
maggio.
Se oggi qualche lettore del blog avesse voglia di varietà sulla
Rai, o fosse in attesa di “chiarimenti” promessi in Cda e non ancora pervenuti,
sul futuro del Servizio Pubblico, sul sistema audiovisivo, sulla pubblicità,
sul rinnovo al vertice di Repubblica, sul video di Jovanotti su RaiPlay… può
mettersi tranquillo e, nei limiti imposti dal DPCM, farsi una passeggiata
intorno al palazzo, a debita distanza e senza obbligo di mascherina (le imposizioni
in proposito sono molto chiare, almeno quelle: obbligatorie solo in determinate
circostanze e per determinate persone). Chi vi scrive, spesso e volentieri, prende un caffè al bar con i suoi amici, lettori o meno del blog. Con la mascherina, no ... mai !!!
bloggorai@gmail.com
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