La “relativa” fortuna di cui gode questo blog consiste nel fatto che viene letto da un pubblico molto eterogeneo: la maggioranza appartiene direttamente alla “famiglia” Rai perché ne sono ancora parte attiva e perché ne
hanno fatto parte nel recente passato. Poi ci sono tanti che seguono con
attenzione il tema “Servizio Pubblico” nelle sue varie declinazioni e, infine
tutti coloro che sono interessati al vasto mondo degli audiovisivi e delle Tlc.
Quindi, abbiamo constatato, che quando scriviamo della bassa cucina di Viale
Mazzini, il riscontro di lettori è ondivago: buona parte legge un po’ schifato e nauseato,
altra parte segue come un thriller:
come andrà a finire?
Bene. Nei giorni scorsi e ancora nei prossimi, il dibattito sul
cambio di direzione a Repubblica terrà banco e fini dietrologi, acuti analisti
e raffinati intenditori di mercato editoriale ci aiuteranno a capire dettagli e
retroscena. Noi, dal nostro piccolo, cerchiamo di porre una sola domanda,
semplice semplice: come potrebbe impattare sulla Rai? Mettiamo infila qualche
elemento. È legittimo dubitare che il nuovo assetto editoriale proprietario di
Repubblica possa o voglia puntare ad un aumento di copie vendute: il mercato della
stampa su carta ormai ha preso una china difficilmente reversibile e sarà pressoché
inevitabile che verrà data forte spinta verso l’offerta digitale nelle sue
diverse direzioni. Il primo soggetto interessato da questa nuova situazione
sarà indubbiamente il Corriere, suo diretto concorrente e il suo editore Cairo,
che però non ha forza e spinta propulsiva a dimensionarsi sul piano multimediale
e geopolitico pari a quello dell’impero Fiat. Altro soggetto, e in parte ne abbiamo
accennato, è Mediaset che ha già riposto con l’aumento di quota capitale in
Prosiebensat.1 con l’obiettivo puntato verso un polo editoriale multimediale audiovisivo europeo.
Altro livello da tenere sotto controllo è quello politico prossimo venturo:
ogni tanto, quasi ogni giorno e ora, a
qualcuno viene in mente di pensare ad un prossimo cambio di Governo post Covid
e i più avventurosi si lanciano in spericolate operazioni di “proposta” di
qualche nome e chi pongono al primo posto? Il Signor Draghi. Banali e semplici
giochi di fantapolitica ma che comunque ripropongono la domanda in altri
termini all’attuale e possibile prossimo governo, chiunque lo possa guidare:
cosa ne sarà della Rai alla fine di questa emergenza? Torneranno gli attacchi
al canone, alla sua governance, per
portarla verso quale direzione? L’offerta di informazione e intrattenimento
sarà adeguata al nuovo mondo post Covid? Il Servizio Pubblico dovrà competere su
due campi di battaglia: il primo è la transizione al DVB-T2, che forse andrà in
pausa, ma non potrà esser fermata.
Il secondo fronte è quello dell competizione verso gli OTT che sono e saranno sempre più aggressivi con contenuti innovativi e di respiro internazionale. Come risponde la Rai, o meglio Rai Play? Con il diario della bicicletta di Jovanotti o con la “rotellina” del buffering che non si ferma mai? Un nostro attento e qualificato lettore ci scrive: “il prodotto è il cuore dell’Azienda: dimmi che prodotto fai e ti dirò che Azienda sei e sarai”. Oggi Rai ha tre pilastri di produzione: fiction, intrattenimento e cinema e in ognuno dei tre la presenza degli agenti delle case di produzione esterne è asfissiante e lo è da anni, non da ieri: vedi queste ultime fiction in onda su Rai Uno e vedi chi le ha prodotte. Sono state e saranno mortificate ogni speranza di produzione interna con tutte le risorse che pure ne hanno grandi capacità. È questa la musica che, ottusamente, al settimo piano, nessuno, vuole sentire o affrontare con forza, coraggio e determinazione. Ultima notazione: il PD è ora “orfano” di un suo riferimento editoriale ed è verosimile che, almeno tatticamente, possa scaricare tutte le sue attenzioni sui TG Rai. Inizierà presto la Fase 2 anche a Saxa Rubra.
Il secondo fronte è quello dell competizione verso gli OTT che sono e saranno sempre più aggressivi con contenuti innovativi e di respiro internazionale. Come risponde la Rai, o meglio Rai Play? Con il diario della bicicletta di Jovanotti o con la “rotellina” del buffering che non si ferma mai? Un nostro attento e qualificato lettore ci scrive: “il prodotto è il cuore dell’Azienda: dimmi che prodotto fai e ti dirò che Azienda sei e sarai”. Oggi Rai ha tre pilastri di produzione: fiction, intrattenimento e cinema e in ognuno dei tre la presenza degli agenti delle case di produzione esterne è asfissiante e lo è da anni, non da ieri: vedi queste ultime fiction in onda su Rai Uno e vedi chi le ha prodotte. Sono state e saranno mortificate ogni speranza di produzione interna con tutte le risorse che pure ne hanno grandi capacità. È questa la musica che, ottusamente, al settimo piano, nessuno, vuole sentire o affrontare con forza, coraggio e determinazione. Ultima notazione: il PD è ora “orfano” di un suo riferimento editoriale ed è verosimile che, almeno tatticamente, possa scaricare tutte le sue attenzioni sui TG Rai. Inizierà presto la Fase 2 anche a Saxa Rubra.
È in questo vuoto, secondo la più elementare delle leggi della fisica, che si inserisce il progetto Repubblica e degli altri interessati a mettere la Rai in ginocchio. Sulle sue macerie si potrà allestire un banchetto succulento. Tutto qui, molto semplice. Forse troppo semplice.
bloggorai@gmail.com
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