Il perdurante silenzio che si avverte sul ruolo della Rai,
del Servizio Pubblico, al netto delle Task force, degli ascolti più o meno
altalenanti, di ciò che mette in onda o di quanto non mette in onda, di chi
rilascia interviste più o meno interessanti, di chi lancia allarmi più o meno
giustificati, di chi parla e di chi straparla per non dire di chi tace, pone anche a questo Blog il problema di cosa scrivere.
Per continuare ad occuparci di questo tema, a volte, ci
sembra di sparare sulla Croce Rossa per la pervicace, ostinata e ottusa volontà
di essere impermeabili ad ogni buon senso. Ad esempio, abbiamo scritto nei
giorni scorsi della lettera firmata da Foa e Salini indirizzata al presidente
della Vigilanza Barachini. La lettera contiene la sintesi di tutto l'impegno che l'Azienda sta ponendo per sostenere l'emergenza sanitaria ed è tanto, non sarà il meglio ma è comunque rilevante. Abbiamo pure detto: rendetela pubblica!!! Nulla. Si
avverte uno spazio siderale tra questo silenzio e la forte richiesta di autorevolezza,
credibilità ed efficienza del Servizio Pubblico che si percepisce nel Paese. Forse, più semplicemente, si avverte uno spazio siderale nel quale galleggia la Rai e la sua comunicazione con il suo pubblico.
Ci sarebbe molto da riflettere, da dibattere, da
confrontare: si tratta di una emergenza non solo sanitaria ma anche umana,
sociale, economica e culturale che potrebbe fornire uno sterminato campo per
immaginare un futuro diverso, un luogo e un tempo dove inizieremo una nuova vita quanto tutto sarà
finito. Si tratterà di ridisegnare tutto il perimetro dei nostri pensieri,
delle nostre attività quotidiane, dei
nostri stili, modelli e linguaggi quotidiani. La televisione e la radio del
Servizio Pubblico giocoforza non saranno, non potranno essere, più come prima. Sarà
necessario non perdere questa straordinaria quanto drammatica occasione per
ripensare, riprogettare, rivedere, rimescolare tutte le carte.
bloggorai@gmail.com
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