Lo scorso 3 aprile un comunicato stampa Rai informava: “In
merito alla didattica a distanza, la Rai, fin dall’inizio dell’emergenza ha
messo a disposizione canali e palinsesti per affiancare ragazzi e docenti in
questa particolare fase della loro carriera scolastica. Oltre all’offerta disponibile da giorni sul
canale 146 di Rai Scuola, l’Azienda sta già lavorando con il MIUR per dedicare
ulteriori spazi su una rete generalista e su altre reti tematiche. La Rai
informa di aver già individuato spazi di palinsesto, di aver definito lo studio
virtuale da cui si terranno le lezioni e, non appena sarà disponibile l’elenco
dei docenti farà partire le produzioni
che, attualmente, vedono comunque già ben presente la programmazione di Rai
Scuola per studenti, insegnanti e famiglie visibile in tv (canale 146 Dt, 133
di Tivusat e 806 di Sky Italia), sul sito Rai Scuola e sul portale Web di Rai
Cultura dove l’offerta didattica è suddivisa per materie e con centinaia di
contenuti specifici sulle diverse discipline”. Questa mattina, sul Riformista,
Valeria Fedeli, il capogruppo PD in
Vigilanza pubblica un appello per un canale digitale Rai dedicato all’aiuto
ai ragazzi in questo momento.
Delle due l’una: la parlamentare PD non è stata informata
dell’impegno Rai oppure non lo ritiene sufficiente ed adeguato. Scegliete voi. Rimane
il fatto che non passa giorno senza che qualcuno debba proporre un appello al
Servizio Pubblico. Il problema è sapere se uno tra questi verrà raccolto (vedi
cinema …vedi teatro). Da notare: nella lettera della Vigilanza dove lei è capogruppo PD, appunto, si legge "Con riferimento all'offerta didattica e formativa, anche tenuto conto della recente adozione di un decreto-legge che delinea modalità peculiari di svolgimento degli esami conclusivi del primo e del secondo ciclo di istruzione, si constata con favore la pluralità ed il livello qualitativo delle iniziative e dei progetti che sono disponibili sui canali tematici e sulle piattaforme del Servizio pubblico, sebbene se ne ravvisi un carattere disorganico, eccessivamente frammentato e dispersivo che si ripercuote inevitabilmente sulla sua fruizione". Ma, come detto, di questo testo non si trova più traccia.
Torniamo ai giorni scorsi. Si continua a parlare del caso
Barachini/Foa. Ovviamente ancora nessuno
parla della precedente lettera della Vigilanza … sparita.. puff … svanita nel
nulla … eppure si leggevano cose importanti, comprese alcune riguardanti la
scuola.
Commento: un fuoco di paglia che durerà l’espace d’un matin. Non si potrà dimettere Barachini come pure non
si potrà dimettere Foa, per il semplice fatto che per il primo significherebbe
rimettere mano ad un rimpasto di una Commissione parlamentare bicamerale di
difficilissima composizione ed equilibrio e non sembra proprio questo il
momento. Per quanto riguarda Foa, non sfugge
a nessuno che le sue dimissioni trascinerebbero inevitabilmente quelle di
Salini e, come abbiamo già scritto, a poco più di un anno dalla sua scadenza
naturale, chi mai potrebbe avere forza e coraggio di rinnovare il Cda Rai in questo momento? Nessuno! Poi, sulla legittimità della sua elezione si
sostengono argomenti bizzarri: la maggioranza politica che lo ha eletto non è
più la stessa e quindi ora non sarebbe più un presidente di garanzia. Ma questa
bislacca teoria dovrebbe presupporre che la fonte di “garanzia” sarebbe determinata
dall’equilibrio politico, dall’accordo partitico raggiunto al momento della sua
elezione. Pure a scriverla una cosa del
genere fa orrore. Sic transeat. La seconda argomentazione si riferisce al conteggio
delle schede in Vigilanza. Pure questo argomento fa scottare la tastiera sulla
quale scriviamo: sono passati quasi due anni, la maggioranza della Vigilanza è
sempre la stessa e solo ora si pongono questo problema? Inverosimile. E poi, ammesso
e non concesso che si dovesse mai sgamare il “trucco” cioè che la votazione sarebbe
invalida, cosa potrebbe succedere? Foa verrebbe “dimissionato” e allora tutti
gli atti compiuti in Cda sotto la sua presidenza che fine farebbero? Inoltre, tanto per rimanere con i piedi per
terra: la pietra dello scandalo (legittima e sacrosanta) della lettera motu proprio di Barachini alla Rai con
la richiesta di “riequilibrio“ verso Salvini e Meloni è indirizzata a Foa/Salini
e sono responsabili insieme della mancata comunicazione in Cda, come pure,
appunto, della precedente lettera (firmata non solo da Barachini ma dall’Ufficio
di presidenza e dai rappresentanti dei gruppi Parlamentari in Vigilanza).
Per oggi, sulla stampa e non solo, non c’è altro da scrivere
e, su quel poco che ci sarebbe preferiamo non commentare.
bloggorai@gmail.com
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