giovedì 16 aprile 2020

Fuoco di paglia


Lo scorso 3 aprile un comunicato stampa Rai informava: “In merito alla didattica a distanza, la Rai, fin dall’inizio dell’emergenza ha messo a disposizione canali e palinsesti per affiancare ragazzi e docenti in questa particolare fase della loro carriera scolastica.  Oltre all’offerta disponibile da giorni sul canale 146 di Rai Scuola, l’Azienda sta già lavorando con il MIUR per dedicare ulteriori spazi su una rete generalista e su altre reti tematiche. La Rai informa di aver già individuato spazi di palinsesto, di aver definito lo studio virtuale da cui si terranno le lezioni e, non appena sarà disponibile l’elenco dei docenti farà partire le  produzioni che, attualmente, vedono comunque già ben presente la programmazione di Rai Scuola per studenti, insegnanti e famiglie visibile in tv (canale 146 Dt, 133 di Tivusat e 806 di Sky Italia), sul sito Rai Scuola e sul portale Web di Rai Cultura dove l’offerta didattica è suddivisa per materie e con centinaia di contenuti specifici sulle diverse discipline”. Questa mattina, sul Riformista, Valeria Fedeli,  il capogruppo PD in Vigilanza pubblica un appello per un canale digitale Rai dedicato all’aiuto ai  ragazzi in questo momento.
Delle due l’una: la parlamentare PD non è stata informata dell’impegno Rai oppure non lo ritiene sufficiente ed adeguato. Scegliete voi. Rimane il fatto che non passa giorno senza che qualcuno debba proporre un appello al Servizio Pubblico. Il problema è sapere se uno tra questi verrà raccolto (vedi cinema …vedi teatro). Da notare: nella lettera della Vigilanza dove lei è capogruppo PD, appunto, si legge "Con riferimento all'offerta didattica e formativa, anche tenuto conto della recente adozione di un decreto-legge che delinea modalità peculiari di svolgimento degli esami conclusivi del primo e del secondo ciclo di istruzione, si constata con favore la pluralità ed il livello qualitativo delle iniziative e dei progetti che sono disponibili sui canali tematici e sulle piattaforme del Servizio pubblico, sebbene se ne ravvisi un carattere disorganico, eccessivamente frammentato e dispersivo che si ripercuote inevitabilmente sulla sua fruizione". Ma, come detto, di questo testo non si trova più traccia.



Torniamo ai giorni scorsi. Si continua a parlare del caso Barachini/Foa.  Ovviamente ancora nessuno parla della precedente lettera della Vigilanza … sparita.. puff … svanita nel nulla … eppure si leggevano cose importanti, comprese alcune riguardanti la scuola.

Commento: un fuoco di paglia che durerà l’espace d’un matin. Non si potrà dimettere Barachini come pure non si potrà dimettere Foa, per il semplice fatto che per il primo significherebbe rimettere mano ad un rimpasto di una Commissione parlamentare bicamerale di difficilissima composizione ed equilibrio e non sembra proprio questo il momento.  Per quanto riguarda Foa, non sfugge a nessuno che le sue dimissioni trascinerebbero inevitabilmente quelle di Salini e, come abbiamo già scritto, a poco più di un anno dalla sua scadenza naturale, chi mai potrebbe avere forza e coraggio di rinnovare  il Cda Rai in questo momento? Nessuno!  Poi, sulla legittimità della sua elezione si sostengono argomenti bizzarri: la maggioranza politica che lo ha eletto non è più la stessa e quindi ora non sarebbe più un presidente di garanzia. Ma questa bislacca teoria dovrebbe presupporre che la fonte di “garanzia” sarebbe determinata dall’equilibrio politico, dall’accordo partitico raggiunto al momento della sua elezione.  Pure a scriverla una cosa del genere fa orrore. Sic transeat. La seconda argomentazione si riferisce al conteggio delle schede in Vigilanza. Pure questo argomento fa scottare la tastiera sulla quale scriviamo: sono passati quasi due anni, la maggioranza della Vigilanza è sempre la stessa e solo ora si pongono questo problema? Inverosimile. E poi, ammesso e non concesso che si dovesse mai sgamare il “trucco” cioè che la votazione sarebbe invalida, cosa potrebbe succedere? Foa verrebbe “dimissionato” e allora tutti gli atti compiuti in Cda sotto la sua presidenza che fine farebbero?  Inoltre, tanto per rimanere con i piedi per terra: la pietra dello scandalo (legittima e sacrosanta) della lettera motu proprio di Barachini alla Rai con la richiesta di “riequilibrio“ verso Salvini e Meloni è indirizzata a Foa/Salini e sono responsabili insieme della mancata comunicazione in Cda, come pure, appunto, della precedente lettera (firmata non solo da Barachini ma dall’Ufficio di presidenza e dai rappresentanti dei gruppi Parlamentari  in Vigilanza).   

Per oggi, sulla stampa e non solo, non c’è altro da scrivere e, su quel poco che ci sarebbe preferiamo non commentare.
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