martedì 14 aprile 2020

Pasticciaccio Rai


Quel pasticciaccio brutto brutto di Viale Mazzini. In verità, sono tanti i pasticciacci che ormai si perdono nella memoria e la crisi del Covid potrebbe annebbiarli del tutto e farli morire nel dimenticatoio della storia. Qualcuno ricorderà mai della mail truffa inviata a Foa e che successivamente la Vigilanza, in una riunione a porte chiuse, ha rinviato alla magistratura? Già, la Vigilanza (si dovrebbe riunire questa mattina): una storia tutta da scrivere che proprio in questi giorni vive un capitolo che se non fosse per la drammatica situazione che stiamo vivendo parrebbe comica. E proprio ieri, giorno di Pasquetta, abbiamo letto un capitoletto a dir poco curioso.

Passo indietro: da alcuni mesi tra San Macuto e Viale Mazzini c’è un fitto andirivieni di postini. Limitiamoci alle ultime settimane. Il 9 marzo Alberto Barachini presidente della Vigilanza scrive e chiede “alla Rai di rafforzare e moltiplicare con cura e attenzione una programmazione attenta e generosa nei confronti dei nostri ragazzi, delle famiglie e degli anziani, che in molte case si trovano a trascorrere in queste ore un tempo di difficoltà, sacrifici e rinunce. Suggerisco, in particolare, una maggiore offerta di programmi mirati, culturali, scientifici e di informazione, per incoraggiare e rinsaldare il senso di comunità, ma anche di dare spazio al grande patrimonio cinematografico italiano da sempre punto di riferimento della nostra anima nazionale”. Il 27 marzo rispondono congiuntamente Foa e Salini dove si sostiene che la Rai: “…si prodiga di … è lieta di segnalare che … “ e fornisce ben 12 pagine di allegato con il titolo “Rai per l’emergenza. Responsabilità | Coscienza | Tempestività”. Un manifesto programmatico importante e il segno di un impegno che comunque è stato posto. Abbiamo scritto, a questo proposito, che un documento del genere avrebbe meritato una pagina sui principali quotidiani nazionali e magari pure di essere letto nelle  edizioni dei TG di maggiore ascolto. E invece …nulla … silenzio tombale. A questa lettera, l’8 aprile, risponde Barachini con il sostegno dell’Ufficio di Presidenza della Commissione integrato dai rappresentanti dei Gruppi Parlamentari e molla un paio di colpi dei quali abbiamo scritto quasi da soli.  Infatti, pressoché nessuno ha ripreso la notizia. Silenzio. E silenzio pure in Cda che si svolgeva proprio quel giorno, l’8 aprile e non è dato sapere se Salini e Foa hanno riferito della lettera ai consiglieri. Nessuno ha fiatato sull’argomento. NESSUNO.  E veniamo  a ieri tardo pomeriggio, quando arrivano messaggi su What’sUp inviati da un attento lettore e autore su Key4Biz. In ordine: l’ADN del 12 marzo alle 15.11 riporta il testo di una lettera, firmata Laganà e Borioni, dove si chiede al Presidente Foa e all'AD “Con riferimento all’oggetto e alle notizie di stampa relative a quanto stabilito nelle ultime ore dalla Commissione di Vigilanza Rai, chiediamo di essere tenuti doverosamente al corrente degli sviluppi della questione.” Si riferiscono al “risarcimento” di tempo Tv richiesto da Salvini e Meloni in risposta alla conferenza stampa di Conte. Infine, ieri pomeriggio, alle 16.50, sempre ADN pubblica una specie di intervista a Foa dove si legge, a proposito della questione Conte, che “Mi sembra che il caso sia risolto – taglia corto Foa - E' normale che se il Presidente del Consiglio cita criticamente in Tv esponenti politici nell’ambito di una conferenza stampa istituzionale, costoro abbiano la possibilità di replicare”. 

Per ora, ma solo per ora, tralasciamo i passaggi delle dichiarazioni di Foa, il perché e per come è intervenuto nuovamente pochi giorni dopo una sua recente intervista (Il Giornale del 4 aprile, dove, tra l’altro, veniva definito più volte “direttore della Rai”).

Questa la cronaca dei fatti. Ora le opinioni che, ovviamente faticano a distinguersi dai fatti. Si avvertono due stranezze: la prima è del tutto concettuale, metafisica: sono mondi paralleli che parlano linguaggi sconosciuti conosciuti solo a loro. È un dialogo che non suscita la ben che minima attenzione se non tra i pochissimi  intimi che emettono dichiarazioni e comunicati che pochi altri vengono a sapere. Il contenuto delle comunicazioni è di stretta osservanza “politichese”, almeno per quanto riguarda i grandi temi Non è un caso che sulle lettere di “contenuti” editoriali, sociali e culturali, nessuno dei protagonisti citati emette un flebile suono. Sottolineiamo NESSUNO. Eppure ci sarebbe stato e c’è tanto da dire. Foa, per primo, se ne guarda bene di riprendere il tema sul quale, per altro, non gli viene formulata domanda.

La seconda stranezza riguarda il contesto, i tempi e i metodi. Il contesto è quello di un Servizio Pubblico in affanno che sembra fare quello che può,  arrancando tra repliche e Task Force sulle Fake News che non sanno dove mettere le mani. In questo contesto, si continua a leggere di attestati di buona volontà ma accompagnati da oggettive  difficoltà progettuali. Nessuno si interroga su cosa potrà e dovrà essere la Rai al temine (???) di questa crisi. Sui tempi, evidentemente, c’è un ordine logico che a noi sfugge: Foa rilascia dichiarazioni  con una cadenza rilevante (rispetto all’AD siamo 3 a 1). Cosa porta a dedurre? Non abbiamo una risposta pronta ma ci viene da pensare che non sia del tutto casuale. Infine, i metodi: AD e Presidente parlano con dichiarazioni/interviste rese vuoi al Sole24 Ore, vuoi ad una Agenzia di stampa nazionale. Nulla da obiettare: ognuno sceglie il proprio interlocutore. Viene solo un dubbio:  perché non parlare al grande pubblico, sia della carta stampata sia della radio e della televisione, magari in forma congiunta e magari sottoponendosi pure ad un confronto con gli altri colleghi, una specie di conferenza stampa, seppure virtuale?  
Già … questo è un altro mondo, altri linguaggi, altre persone.

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