sabato 31 maggio 2025
RAI: la voce del Padrone di turno
Prendetevela comoda, molto comoda: il Post di oggi è assai complesso.
È nella natura primigenia, intrinseca, di Bloggorai essere
(talvolta) generico e sommario. Altrimenti, giocoforza, sarebbe altro e non un
semplice e banale Blog. Per questa sua natura speriamo di essere perdonati
dalle nostre tante lettici e numerosi lettori e confidiamo quindi nella loro
indulgenza che in questi sette lunghi anni ci ha sempre accompagnato.
Ecco allora che oggi vi proponiamo un tema: la Voce del
Padrone. La Rai, sommariamente e genericamente, è stata da sempre la Voce
del Padrone, ovvero la portavoce del Governo o della maggioranza di turno:
dall’età dell’oro della DC passando a quella di platino del berlusconismo, con
un passaggio ai “tecnici” Monti o Draghi fino ai tempi nostri con la cosiddetta
“teleMeloni”.
Bloggorai però ha sempre sostenuto che questa affermazione
non appare del tutto corretta: se per “teleMeloni” vogliamo intendere la Rai di
destra, nuova o vecchia che sia, in modo più o meno palese, ebbene la “destra”
in Rai c’è sempre stata. E non che quella di prima fosse meno arrogante,
invadente e prepotente di questa, anzi, forse questa moderna a confronto appare
più sprovveduta allo sbaraglio. Non solo la “destra” c’è sempre stata ma ha
sempre goduto di una certa “indulgenza”, una specie di “convivenza” ai limiti
della connivenza con la sua naturale antagonista ovvero con una certa
“sinistra” sobria, garbata, dialogante. Da che memoria ci supporta, ovvero
da quasi 40 anni di frequentazione dell’ambiente, c’è sempre stato una sorta di
sereno equilibrio, di moderazione ai limiti della spartizione. Io do una cosa a
te e tu dai una cosa a me. Tutto, sempre, rigorosamente, all’insegna delle
“quote” partitiche. Alla Rai essere bravi o meno, competenti o meno, è
“quasi” del tutto irrilevante. Se non sei "in quota" non vai da nessuna parte. Il “quasi” si ritrova quando non se ne può fare
a meno di nominare un dirigente solo perché capace e talvolta è successo.
Ora, nei prossimi giorni, la Voce del Padrone si sta per
arricchire di un nuovo capitolo e riguarderà la “sottovoce” del Padrone, ovvero
la Direzione Comunicazione e l’Ufficio Stampa di Via Asiago. L’AD Rossi e
il Governo che lo ha imposto non fa prigionieri e, al contempo, deve “governare”
una comunicazione strategica: non si possono permettere che la loro gestione
del “racconto Rai” possa essere macchiato da una narrazione negativa e contemporaneamente
devono gestire prossimi passaggi di assoluto rilievo.
Arriviamo al prossimo 5 giugno quando il Cda sembra che
voglia fare importanti nomine appunto nell’ambito della comunicazione Rai. Sembra
che verrà proposto come Direttore Fabrizio Casinelli e il suo posto
dovrebbe essere occupato da Incoronata Boccia, attuale vicedirettrice
del Tg1. Chi sono Casinelli e la Boccia e perché si parla tanto bene di
loro?
Del primo si sa tanto ma non tutto e cerchiamo qualcosa nel Web.
Inizia la sua carriera in Forza Italia nel 1994 e pochi anni dopo, dal 2002 al
2006, diventa addetto stampa del Governo Berlusconi. Durante quegli anni, nel
2005, troviamo sulla rete che il suo nome compare in una “bizzarra”
intercettazione dove si legge che “… tu trovami un po'... tu trovami un
posto in Rai e io ti trovo (sorride)...” (https://italymedia.it/notizie/articoli-archiviati/565-intercettazioni-il-bello-della-diretta
).
Sul 2005, su quelle intercettazioni, e su cosa è successo
in quel periodo in Rai e quello che ne è derivato poi si dovrebbe scrivere un capitolo a parte che il
consigliere Natale (a quel tempo segretario dell’Usigrai) conosce bene: “Dalle
intercettazioni telefoniche di Salvatore Sottile emerge un quadro che coinvolge
pesantemente anche la Rai. Macchia tutta l'azienda questo giro di favori
sessuali e di sfruttamento delle donne che sembra essere alla base della scelta
delle presenze femminili in alcune trasmissioni''. Nota bene, quello è il
periodo delle inchieste su “vallettopoli” (da incorniciare https://it.wikipedia.org/wiki/Vallettopoli
) e dell’emersione della famigerata “struttura Delta” (vedi articolo molto
interessante su https://www.ilpost.it/2011/07/05/bergamini-rai-raiset-struttura-delta/
del 2011).
Fatto sta che Casinelli il posto in Rai poi lo ha trovato
anni dopo, nel 2009, al seguito del DG Mauro Masi e appena un anno dopo la sua
assunzione viene nominato Capo Ufficio Stampa: carriera fulminante. Poco dopo
cambia aria sempre in Rai. Si dice che è un “berlusconiano Doc” (Repubblica) mentre altri,
sommessamente, dicono che è un “uomo di destra buono per tutte le stagioni” e,
infatti, l’Ad Fuortes lo recupera da RaiCom e nel 2022 lo nomina Capo Ufficio
Stampa.
A lui dovrebbe succedere Incoronata Boccia, attuale vicedirettrice
del Tg1. Il condizionale è d’obbligo perché potrebbe avere una concorrente
temibile anche se improbabile. La domanda “chi è Incoronata Boccia” se la
sono posta in molti e infatti in rete trovate tutte le risposte possibili. La
migliore, forse, la fornisce L’Espresso di aprile 2024: “Incoronata Boccia
detta Cora, l'irresistibile ascesa del soldato di Tele Meloni” (https://lespresso.it/c/politica/2024/4/2/incoronata-boccia-detta-cora-lirresistibile-ascesa-del-soldato-di-tele-meloni/50506
). Meglio di tutto su di lei parlano le sue dichiarazioni: “L'aborto è un
delitto, non un diritto" … "La Rai è la casa di tutti gli
italiani e vi sono tanti professionisti nella mia casa che finalmente con
Meloni avranno un'opportunità".
Sintesi di quanto scritto: il prossimo 5 giugno, forse, andrà
in scena tutto questo che, semplificando, si riduce ad uno scontro tra Forza
Italia e Fratelli d’Italia mentre la Lega su questa partita si tira fuori (non ha
uomini o donne ed è interessata ad altre poste in palio ... esempio Rai Way). L’opposizione
osserva.
bloggorai@gmail.com
venerdì 30 maggio 2025
RAI: tarocchi, fondi di caffè e voli di cornacchie
Non sempre è necessario essere un fattucchiere, leggere i fondi di caffè
o interpellare gli aruspici per intravvedere il futuro. Il Destino di Sanremo è
scritto nei Libri da decenni ed è sufficiente leggerli bene. Era scritto nei Libri
da decenni che il Festival a Sanremo non andava bene per la Rai per tanti buoni
motivi: anzitutto la “proprietà” del format televisivo e il rispettivo marchio (esiste
un documento su questo problema del datato 2019) ed erano note a tutti le grandi
difficoltà logistiche ed organizzative (e costi conseguenti). A Via Asiago
tutti sapevano (o avrebbero dovuto sapere) che Sanremo andava rivisto e
corretto da decenni eppure non hanno fatto nulla, indifferenti e imprevidenti.
Però andava bene per tanti consiglieri andarci e farsi riprendere vicino all’AD
e poi magari plaudire per il “successo” di ascolti. Una vicenda che somiglia
pari pari a quella dell’amianto a Viale Mazzini: tutti sapevano da decenni (o
avrebbero dovuto sapere) che c’era e poi si sono trovati con un’ordinanza di
sgombero immediata.
Ora la situazione per Sanremo è semplicissima e la riassume lapidariamente
il titolo del Sole 24 Ore: “II Festival è da assegnare solo con bando”
ovvero il Comune non può procedere ad assegnazione diretta alla Rai come è avvenuto
finora. Come è giusto e sacrosanto che sia. Ora, semplicemente, le due parti
dovranno accordarsi tra loro a partire dall’avviso pubblico dello scorso 9
aprile dove, ricordiamo, il Comune richiede oneri alquanto onerosi come l’aumento
del costo a 6,5 mln, aumento degli introiti derivati da pubblicità, obbligo di ripresa
e diffusione altre manifestazioni collegate etc etc., Ora, semplicemente, per
portare a casa l’edizione 2026 le parti dovranno “abbassare la cresta” e farlo
pure subito. Poi, si vedrà. All’orizzonte c’è il 2027 e lì i dolori di pancia
saranno particolarmente forti: in quello stesso anno scade la Convenzione Stato-Rai.
Bene, già che si ci siamo a parlare di futuro della Rai e del
presente “tele Meloni”, mettiamo in calendario pure che il prossimo 5 giugno è
previsto un Cda Rai molto interessante. Sono previste nomine importanti sulle
quali vale la pena soffermarci. Si tratta di nominare Fabrizio Casinelli
come Direttore della Comunicazione al posto di Nicola Rao (che andrebbe alla Radio)
e di far prendere il suo posto ad Incoronata Boccia, attuale vicedirettrice
del Tg1. Chi sono e perché tutti parlano tanto bene di loro? In quale
contesto politico avvengono queste nomine? L’argomento è assai interessante
per diversi aspetti: ci stiamo lavorando e già abbiamo ri-trovato qualche
piccola notizia utile. Intendiamoci, molta roba già nota, da decenni, che pure
tutti sapevano (o avrebbero dovuto sapere) … proprio come Sanremo, proprio come
l’amianto a Viale Mazzini, proprio come Rai Way e quant’altro.
bloggorai@gmail.com
giovedì 29 maggio 2025
FLASH
Il Consiglio di Stato ha emesso la sentenza su Sanremo.
Confermata la precedente sentenza del TAR Liguria 843/2034.
Ora Rai dovrà trattare con il Comune...per le prossime edizioni saranno dolori
Bloggorai@gmail.com
La RAI per gli "anziani" più o meno ricchi, belli e tecnologicamente avveduti
L’ultima spiaggia. Ci siamo chiesti spesso perché la Rai, il
Servizio Pubblico universale e generalista, insiste, resiste e persiste nel
proporre un palinsesto che si rivolge prevalentemente ad un pubblico “adulto”
ovvero un po' più che adulto ovvero “anziano” ovvero “diversamente giovane”. Si
tratta di un palinsesto definito con una splendida sintesi da Fiorello da “accanimento
terapeutico” dove le repliche si sommano alle repliche (questa volta non sbagliamo:
ieri sera è andata in onda per la 31a volta – trentunesima – Pretty Woman,
datato 1990).
Già, perché non si avverte nessuno sforzo ideativo, produttivo
e propositivo indirizzato a proporre un’altra offerta editoriale in grado di
intercettare altri pubblici che non siano quelli compresi nella fascia 45-over
65 che compongono l’85% del pubblico Rai e i soli over 65 sono il 56% (fonte Auditel)?
Ci sono tanti buoni motivi ma uno tra tutti ce lo fornisce
il Primo Rapporto Auditel-Ipsos presentato nei giorni scorsi con un titolo
che è già tutto un programma: “Anziano sarà lei! I 65+ oltre gli stereotipi”.
Un documento di grande interesse. Leggiamo alcuni stralci dal comunicato stampa:
“Iperconnessi, multidevice, multipiattaforma. I 65-74enni oltre tutti gli
stereotipi: sono un pubblico pregiato per i broadcaster e gli investitori
pubblicitari …un Italia dotata di 121,6 milioni di schermi – quasi cinque a
famiglia– con 43,9 milioni di televisori di cui 24,7 milioni connessi a
Internet, mentre le Smart TV sono raddoppiate in cinque 2 anni (+131 %) … il target
65-74 anni, ormai indistinguibile dal resto della popolazione per dotazioni,
competenze e capacità di spesa: le famiglie composte esclusivamente da over 65
sono 6,6 milioni (+540 mila in cinque anni) e superano quelle con minori, ma al
loro interno si distinguono nettamente i 65-74 enni, attivi e iperconnessi,
dagli over 75, ancora distanti dal digitale. Nei nuclei di soli 65-74 enni la
penetrazione di Internet raggiunge il 92 %, la banda larga il 56 % e lo
smartphone il 91 %; oltre metà possiede almeno una Smart TV, con una media di
2,9 dispositivi connessi per 1,5 componenti in media. La fruizione di
piattaforme streaming in questa fascia è quasi raddoppiata (dal 14 % al 26 %)”.
Il Report conclude e “… mette dunque in discussione il marketing generazionale
tradizionale e invita broadcaster, investitori pubblicitari e policy-maker a
includere il segmento 65-74 anni nei propri piani di contenuto e di sviluppo”.
Bene, verrebbe da dire: quei furbacchioni del Marketing,
quei geniacci dei direttori di “genere” e gli astuti pianificatori di
palinsesti e ideatori di nuovi programmi Rai avevano intuito tutto questo da
anni, da decenni e si sono “adattati” alla situazione. Che necessità c’è
infatti, di mettersi a premere le meningi per creare (magari in casa, senza doverlo
acquistare) un format rivolto ai “giovani” quando ti è ben chiaro che comunque questi se ne guardano bene dal vedere gli schermi del Servizio Pubblico? Perché
sporcarsi le mani con il nuovo quando il vecchio, usato e garantito, ti garantisce
la “pagnotta” degli ascolti senza alcuno sforzo. Giusto un paio di giorni
addietro ci siamo dimenticati di fare gli auguri a Giovanni Minoli per i suoi 80
anni e proprio quel giorno sulla “sua” trasmissione La Storia siamo noi ha intervistato
quella giovane fanciulla di Catherine Deneuve alla sua splendida età di 81
anni. Lo abbiamo già ricordato. Alcuni sabati addietro in prima serata hanno mandato per
ben due volte uno speciale di Techedeche mentre sono in calendario innumerevoli
repliche dei vari Don Matteo, Imma etc etc etc.
La riposta all’interrogativo che abbiamo posto è dunque
semplice e banale: gli “anziani” pagano e rendono, sono titolari di pensioni,
possiedono immobili, sono genericamente “conservatori” e poco propensi al “nuovo
che avanza” e dunque il pubblico perfetto per la Rai e, più segnatamente, per
la sua rete ammiraglia RaiUno. Il “nuovo “ direttore del coordinamento generi,
Stefano Coletta (peraltro senza ancora una sua missione, potrebbe fare uno sforzo
di fantasia e creare appunto un nuovo genere “Anziani in Tv” … successo garantito
!!! Del resto è stato lui a “riscoprire” pochi anni addietro il ritorno della
Carrà in Rai.
Bene, andiamo avanti e prendiamo l’agenda. Mancano ore, giorni, per conoscere la sentenza del Consiglio di Stato su Sanremo. Comunque vada, la prossima edizione è salva e si tratta solo di vedere a quali condizioni contrattuali si dovrà pervenire cioè accettare o meno i nuovi parametri richiesti dal Comune di Sanremo.
Poi, a giugno, si libererà il posto di Stefano
Ciccotti, attuale CTO, ovvero un ruolo di assoluto e primario interesse
strategico per il futuro della Rai, peraltro proprio quando si sta per concludere
la fase di trattativa prevista dal MoU sulla cessione/fusione di Rai Way. Chi potrà
succedergli? Chi avrà la supervisione tecnologica delle trattative che si
potranno aprire dopo il 30 settembre? Un candidato interno o uno esterno? Si tratta
di una domanda fondamentale: sarà la chiave di lettura delle prospettive tecnologiche
dell’Azienda. Al momento, per quanto cerchiamo di capire e sapere, si brancola
nel buio e circolano solo vaghe ipotesi, compresa quella che vedrebbe lo stesso
Ciccotti in un futuro board della nuova società che si andrebbe a costituire
con Ei Towers. E l’attuale AD di RaiWay, Roberto Cecatto, che farà? Di lui
sappiamo poco ma sufficiente: sappiamo che percepisce un compenso annuo di oltre 500 mila euro,
sappiamo che è prossimo anche lui alla pensione il prossimo anno e abbiamo
spesso letto di lui che è in “quota Lega”. Come noto, una “quota” di appartenenza
ad un partito non si nega a nessuno. Si prospetta una bella battaglia.
Arriviamo ai primi di luglio, quando dovrebbe entrare pienamente
in vigore il famigerato European Media Freedom Act. Tutti lo vogliono e nessuno se lo
piglia a partire dai partiti di opposizione che seppure lo lodano e lo auspicano
poi se ne sono ben guardati dall’applicarlo quando già si poteva e si doveva
con la nomina dell’attuale Cda. Ai primi di luglio sarà prossima la ricorrenza
di un anno senza presidente Rai e, al momento, non ci sono segnali di fumo all’orizzonte che ci possa essere entro breve tempo. La Floridia ha detto che scriverà a Mattarella. Dicono che sta
cercando carta e penna.
Ci permettiamo di rinnovare un piccolo suggerimento di buona
volontà e auspicio per evidenziare l’arrivo del grande evento EMFA: le
dimissioni dei consiglieri in “quota” M5S e AVS, di Majo e Natale. Per quanto
siamo in grado vagamente, molto vagamente, di percepire, di sapere e leggere, il loro contributo,
la loro presenza in questo Cda sta somigliando molto alla esperienza precedente
della cosiddetta “società civile” passata alla storia con un segno indelebile: irrilevante.
ps: nota a margine: sembra che il DG Roberto Sergio da un po'
di tempo non si vede e non si sente. Sembra.
mercoledì 28 maggio 2025
martedì 27 maggio 2025
RAI. ... dolcemente complicata ....
Questa mattina ci siamo mollemente adagiati sul divano con una
tazza di buon caffè e i giornali da sfogliare. Alquanto svogliati, impigriti,
distratti e sonnacchiosi come tanti intorno a noi. Sobri, garbati, senza
voglia di fare inutili e fastidiose polemiche, liberi dal pensiero critico ad
ogni costo. Tutto sommato sufficientemente anestetizzati, come tanti intorno
a noi.
Iniziative? Dibattito? Confronto? Non ne parliamo proprio … abbiamo
già dato e tanto pure. E non ne abbiamo cavato un ragno dal buco. I consiglieri
Rai nominati in “quota” e a dispetto del MFA stanno lì … tra un’astensione e un
non si sa cosa.
Come dice uno dei miei figli: “tiriamo a Campari”.
bloggorai@gmail.com
lunedì 26 maggio 2025
RAI: albero malato e frutti avvelenati
Siamo lentamente entrando nel clima imperfetto delle
transizioni incompiute. La Rai e più ancora il concetto stesso di “Servizio Pubblico”
sono nel pieno di una mutazione genetica dagli esiti incerti. La Rai è un’Azienda
simile alle altre che operano sul mercato o no? Il Servizio Pubblico
radiotelevisivo è svolto dalla sola Rai o no? La “missione” della Rai è la
stessa degli anni passati o dovrà cambiare in relazione alle diverse
connotazioni sociali e culturali del Paese? E così via si infittiscono gli interrogativi.
Il bello è che più interrogativi si pongono e meno sono i soggetti interessati o capaci a rispondere. L’opposizione è nel pieno del Deserto dei Tartari: davanti, di dietro e ai fianchi non c’è più nessuno. Chi, infatti, ha voglia di affrontare la chiave della natura giuridica della Rai e del contesto entro il quale deve operare? Risorse, obiettivi e struttura organizzativa sono diverse se il perimetro di riferimento è la competizione nel mercato oppure se l’interlocuzione prevalente è verso gli interessi pubblici. Chi infatti, in questo momento, e segnatamente riferito alle proposte di riforma che si vorrebbero dibattere (e ancora non ci sono tracce che possa avvenire), ha voglia, forza e coraggio, di aprire il dibattito sul prossimo rinnovo della Concessione del 2027? Chi ha voglia, forza e coraggio di affrontare una volta per tutte il tema del futuro tecnologico della Rai decidendo il futuro di Rai Way? Siamo a metà anno, e non tarderà il momento in cui si dovrà riproporre il tema del canone: Giorgetti e la Lega sono sempre in agguato. Qualcuno ha le idee chiare su cosa potrà succedere per il prossimo anno? Per arrivare poi agli interrogativi di “cronaca”: quando e come si risolverà il problema della presidenza? Fino a quando il testa a testa maggioranza vs opposizione potrà tenere legato il cda Rai con la questione Agnes si o Agnes no? Gli ascolti: l’DA Rossi ribadisce che vanno bene ma forse nemmeno lui ne è poi tanto sicuro. Intanto porta a casa la battuta del secolo di Fiorello: “I palinsesti sono quelli di 27 anni fa…” ovvero replica delle repliche e di Techedeche in prima serata il sabato sera. Infine, l'informazione: risulta a qualcuno che ci sia voglia, forza e coraggio di affrontare il problema di un nuovo piano editoriale? Posto che ne esista uno vecchio.
La Rai sembra come “ … color che son sospesi …” in balia
degli eventi, una barca governata da sprovveduti all’arrembaggio di un futuro
incerto in attesa della stessa attesa. Ora, tra poche ore, forse un giorno o
due, si saprà dell’esito del Consiglio di Stato su Sanremo. Ora, tra poche settimane,
entrerà in vigore il MFA che non cambierà nulla più di quanto non si è voluto
già cambiare prima, dallo scorso 26 settembre quando è avvenuto lo strappo della
nomina di questo Cda. Si poteva e si doveva fare: questo Cda non doveva nascere
con le vecchie norme della Legge Renzi. TeleMeloni non casca dall’albero del
pero. Qualcuno gli ha dato una manina, una manona.
Buona settimana!
bloggorai@gmail.com
domenica 25 maggio 2025
RAI: il gioco più brutto, sporco e cattivo di Rai Uno
Pensavamo, speravamo, eravamo pronti a goderci una bella domenica di inizio primavera e non avevamo in mente di scrivere il Post. Poi, di prima mattina, già ci arriva un messaggio “Caro Bloggorai, oggi avrai da divertirti: l’AD Rossi ha parlato!”. Accipicchia e che mai avrà detto? Merita attenzione? Forse che no ma forse che si, appena un tantitello. Lasciamo perdere le battute spiritose su “teleMeloni” che ormai appartengono ad una categoria della comicità a parte: “Abbiamo messo in atto un riequilibrio della Rai …il nostro obiettivo è un giusto equilibrio tra le diverse anime che raccontano la nostra storia”. Stendiamo un velo pietoso sul racconto dell'immaginario: una volta si cercava di raccontare la realtà. Tempi moderni.
Un piccolo dettaglio ci colpisce in particolare e tocca il
nervo più scoperto, apre il barattolo più puzzolente dell’offerta editoriale
del Servizio Pubblico, in particolare su Rai Uno: il gioco d’azzardo. Ce ne
siamo occupati tante volte e, in particolare proprio nei giorni scorsi: il 14
maggio con il titolo “Rai, i giochi sporchi” https://bloggorai.blogspot.com/2025/05/rai-i-giochi-sporchi.html
e il giorno successivo con il titolo “RAI: "il" gioco sporco
assoluto, tra la cronaca nera del Tg1 e Lolita Lobosco” https://bloggorai.blogspot.com/2025/05/rai-il-gioco-sporco-assoluto-tra-la.html
.
Allora, ieri il DG Rossi ha affermato che De Martino, conduttore del gioco dei “pacchi” è diventato un “…volto di punta della Rai di oggi …”. Il Corriere di oggi titola bene " ... una scommessa vinta". Rimettendo in ordine gli addendi il risultato non cambia: A la ludopatia è una malattia sociale grave e molto diffusa, specie tra i giovani B il gioco dei pacchi è azzardo puro C se il gioco dei pacchi è gioco d’azzardo puro, De martino è il suo profeta.
Allora non resta che scegliere da che parte
stare: il Servizio Pubblico deve alimentare e sostenere e diffondere il germe
di questa grave malattia sociale, la ludopatia, o lo deve ostacolare? Nei due post che abbiamo prima citato,
che invitiamo a rileggere attentamente, si parla anche proprio del termine “gioco
d’azzardo” che nel precedente Contratto era leggibile nel contesto degli “obblighi
specifici” nell’art. all’art. 27, art.1, s, ii, dove si faceva esplicito
riferimento al “… contrasto alla ludopatia” che poi, nel Contratto attuale è
del tutto scomparso. Si tratta proprio di questo Contratto capestro al limite
dell’inutile che tanto piace anche a qualcuno che ritiene che “… in fondo in fondo,
contiene anche cose buone” … già, caro consigliere, talmente buone che sono
relegate in fondo, nel famigerato Allegato 1 senza alcune rilevanza e impegno specifico.
Questo argomento è da tempo al centro di una campagna
quotidiana condotta da Canale 5, il diretto concorrente di RaiUno. Potrà essere
anche evidente che il gioco dei pacchi infastidisce i loro ascolti e che quindi
sia “normale” per loro condurre una campagna di questo tipo. Dal nostro punto di vista è
un’argomentazione irrilevante, anzi, è vantaggiosa: svela il gioco sporco al
quale il Servizio Pubblico non deve partecipare.
Già che ci siamo, poniamo la solita domandina al consigliere di turno: non ha niente da dire in proposito? Cosa aspetta a diffondere un comunicato stampa? Che ci stanno a fare i "consiglieri di opposizione"? Opposizione a cosa? A chi? Magari meglio dire "astenuti".
E veniamo al tema Intelligenza Artificiale e Rai. Ne abbiamo parlato a lungo il mese scorso e anche ieri abbiamo ripreso il tema e, ribadiamo pure, alquanto fastidioso per noi che scriviamo e magari per qualcuno che si sente coinvolto.
Allora, nel nostro piccolo, abbiamo interpellato l’IA per chiedergli una proposta
di “gioco” da prima serata indirizzata ad un vasto pubblico, in grado di
comprendere diverse fasce di età (ovviamente compresi i “giovani”) con regole
dove si prevede competenza, capacità e conoscenze da parte dei concorrenti (esattamente
il contrario del gioco d’azzardo). Formulata la domanda abbiamo premuto il
tasto “invio” e, zacchete, nel giro di pochi istanti ne è venuta fuori una proposta
molto interessante.
Nela famigerata “Mappa delle sfide per i media di Servizio
Pubblico” come pomposamente si legge nel sottotitolo del poderoso volume edito
del Centro Studi Rai, frutto del lavoro di ben 21 autorevoli accademici (non c’è
un solo contributo interno Rai che pure magari qualcuno in grado di dire qualcosa
lo avrebbe pure, magari cercando al CRITS di Torino) questo tema viene affrontato
di sfuggita in una paginetta, 280, dove si legge che “… dal mondo dei videogame
sono arrivate le innovazioni tecnologiche più significative della produzione audiovisiva
degli ultimi decenni …”. Chissà, magari tenendo conto di questo pensiero, a
qualcuno potrà venire in mente un gioco Rai, proprietario e non di acquisto come
i “pacchi” di De Martino che, per inciso, è di proprietà Endemol. Tanto per tornare
ai “poteri forti” dentro e fuori la Rai.
La domenica è bella, godiamocela tutta.
bloggorai@mail.com
sabato 24 maggio 2025
RAI e gli Intelligenti Naturali
A marzo scorso ci siamo occupati di Intelligenza Artificiale
e Rai con diversi Post. Qualcuno ha storto il naso e si è pure irritato per
quanto abbiamo scritto senza però sollevare alcuna obiezione. In poche parole:
l’Ufficio Studi Rai ha pubblicato un poderoso volume di oltre 400 pagine titolato
“Trasformazione digitale e intelligenza artificiale – Una Mappa delle sfide per
il Servizio Pubblico”. Di tante osservazioni che abbiamo fatto una prevale sulle
altre: la Rai non c’è. Nonostante il pomposo sottotitolo “… mappa delle sfide per
i media di Servizio Pubblico…” sembra che queste sfide avvengono solo nei prestigiosi
contributi degli accademici che hanno scritto in questo volume. La Rai non c’è perché
sostanzialmente ignorato il grande lavoro fatto dal CRITS (Centro Ricerche,
Innovazione Tecnologica e Sperimentazione) della Rai di Torino. Pressoché ignorato
del tutto il lavoro, le persone che le svolgono e i contenuti che hanno
generato anche in ambito internazionale (EBU). Come pure nel volume non si trova traccia delle altre strutture Rai (es.
ICT) e persone che in Rai si sono occupati e si occupano tuttora di IA e delle
sue applicazioni.
I “vizietto” è rimasto: nei giorni scorsi si è svolto un dibattito
nel corso dl Salone del Libro di Torino dove è stato riproposto l’argomento dibattuto
da “illustrissimi e notissimi docenti” ma di fare partecipare un ingegnere del
CRITS che si occupa di IA per nome e per conto Rai che si trova proprio a
Torino non gli è proprio venuto in mente.
Ma la cosa che stamattina trattando questo argomento ci incuriosisce
è un'altra. Nei giorni scorsi abbiamo letto che la Calandrelli, ex Rai Storia e
ora responsabile della Direzione Sostenibilità, avrebbe dovuto coordinare anche
il tavolo di lavoro sull’Intelligenza Artificiale Rai che, se ricordiamo bene,
era affidato alla Maggioni. Ieri abbiamo letto l’Ordine di Servizio 221 con il quale
si affida l’incarico alla Calandrelli ma del “tavolo di lavoro” sull’IA non ci
sono tracce. Ora, ci viene spiegato, che quell’incarico non prevederebbe una
lettera formale di assegnazione e che quindi rimane una semplice disposizione. Ahhhh
ecco. Però, sembra, pare, dicono, che qualcosa non torna. In soldoni, alcuni
sostengono “Questo “tavolo di lavoro” bene che vada a qualcuno va di traverso e
ad altri sembra a dir poco irrilevante, tanto non decide nulla”. Amen.
Come pure non torna il tema dell’astensione al voto dei tre
consiglieri di Majo, Natale e Di Pietro sula presidenza di Rai Pubblicità. Se
è vero, come ha scritto Natale in una nota di agenzia, che “ … resista nelle
nomine una manifesta sudditanza alle logiche della spartizione politica …” e queste nomine lo hanno certamente
certificato, allora perché si è astenuto? Che senso “politico” ha avuto
astenersi? E ancora, cosa a nostro giudizio ancora più grave: perché non sollevare
(nessuno lo ha fatto in verità) il problema del presunto incontro tra il
Ministro Giorgetti e l’AD Rossi proprio sul tema nomine?
Bah …
Oggi ci occupiamo di altro, certamente più importante: Gaza e
il genocidio, lo sterminio e la deportazione della popolazione civile
palestinese.
bloggorai@gmail.com
venerdì 23 maggio 2025
La "loro" RAI
Correva il giorno 1 di giugno 2023, nel pieno di una stagione
che non tramonta mai: quella delle trame e dei complotti sempiterni dentro e,
in questo specifico caso, fuori la Rai. Quel giorno si legge la notizia: l’AD
Fuortes rimuove Mario Orfeo dalla Direzione Intrattenimento e lo spedisce al
Tg3. Correva poi il giorno 2 giugno 2023 e Prima Comunicazione pubblica una
foto di un gruppo di persone in amabile conversazione nei giardini di Viale
Mazzini, proprio di fronte al cavallo morente o rampante (scegliete voi il punto
di vista). I personaggi ripresi sono lo stesso Mario Orfeo, Marcello Ciannamea,
Felice Ventura, Marco Brancadoro e Stefano Coletta. Improvvida fotografia, momento
epico, storia della Rai primordiale.
Allora, si dà il caso che ieri il cda di Via Asiago ha nominato
Ventura presidente di Rai Pubblicità e rimosso dallo stesso consiglio Marcello Ciannamea
(da tempo considerato in “quota” Lega candidato a tutto) e promosso la
Calandrelli (in “quota” a non si sa bene chi) alla Direzione Sostenibilità (già
prima diretta dall’attuale consigliere Natale, quota AVS) e incaricata del “tavolo”
di lavoro sull’IA. Inoltre, per non farsi mancare nulla, lo stesso Cda ha
nominato un piccolo stuolo di vicedirettori e oggi il quotidiano Domani titola:
“Tgr e RaiNews scivolano più a destra”. Nota a margine (e non è una
notarella): i consiglieri di Majo, Natale e Di Pietro ieri si sono astenuti. Scrive
Lisa Di Giuseppe sempre su Domani “Dietro a questa scelta, fanno capire, la
volontà di difendere Silvia Calandrelli, ritenuta più vicina al centrosinistra
ma proposta dall'AD Giampaolo Rossi prima di Pasqua”. Seconda nota margine:
RaiNews24 non scivola sola a destra, va oltre il prefisso telefonico. Terza nota
margine: perché Rossi ha tanta premura di “coprirsi” a sinistra (???) con la
Calandrelli e Coletta? Quarta nota a margine: il DG Sergio chi l’ha visto. Si sono
perse le tracce.
Andiamo con ordine. Lettura politica: ancora non leggiamo
nulla (solo Il Fatto ne fa un breve cenno) sul presunto incontro tra Giorgetti
e Rossi dove avrebbero discusso, appunto, di Rai Pubblicità. Incontro, sembra,
finito in “pareggio” con la nomina di Ventura. Il fatto, se mai fosse realmente
accaduto, sarebbe grave ma forse lo è solo per Bloggorai perché, a quanto
sembra, non interessa nessuno men che meno i consiglieri che si sono astenuti.
Tutta la “manovra” intorno a Rai Pubblicità è sotto il segno di camarille politiche,
di spartizioni e trame e complotti, come da migliore tradizione. Delle due l’una:
o le condividi o le bocci e le ostacoli. Di mezzo c’è l’astensione che non si
capisce in alcun modo dove va a parare. Questa pagina di storia del Servizio
Pubblico verrà iscritta d’ufficio nel capitolo “misteri gloriosi”.
Ma c’è una lettura che non si sa bene dove collocare e
definire: la solita tarantella delle nomine fatte ad insaputa delle capacità professionali
degli interessati. In Rai è consolidata una bizzarra quanto fastidiosa abitudine. Tutti sono capaci
a fare tutto: un muratore può fare l’elettricista, un pilota di elicotteri
può fare il giardiniere e così via. Così succede che ci si può occupare
indifferentemente di strategie di marketing e pubblicità come pure di
Intelligenza artificiale (poi ci pensa l’Ufficio Studi Rai a rimettere a
posto le cose). Ecco allora che un Ventura, un Zinzilli, una Calandrelli
valgono per lo stesso ruolo l’un per l’altro e la differenza la fa solo il “peso”
politico che possono avere in quel determinato momento e contesto. Sub nota a
margine: per quanto letto, la stessa Calandrelli avrebbe minacciato un ricorso
per demansionamento qualora non avesse ottenuto quanto le spettava. Punto. Natale,
di Majo e Di Pietro astenuti? Boh! Il PD protesta “Le nomine in corso non
premiano il merito, ma rispondono a logiche politiche che trasformano l'azienda
in un megafono del governo” e la Floridia vorrebbe convocare Rossi in Vigilanza
ma il Governo non ci pensa proprio a dargli soddisfazione. Doppio punto. A capo.
Abbiamo tanti “dossier” aperti. Il primo riguarda la “presunta”
riforma fantasma che tutti vogliono e nessuno se la prende in carico. I primi a
non volerla sembrano proprio quelli dell’opposizione: nessuno ha traccia di qualcosa
che possa somigliare ad una proposta condivisa. Un partito di Governo ha fatto la
sua parte (Gasparri) con una sua proposta da leggere attentamente nella forma e
nella sostanza. PD, AVS e M5S sono fermi al palo di qualche anno addietro, quando
il MFA non era nemmeno all’orizzonte. Il secondo riguarda RaiWay: c’è un fitto lavoro
sottotraccia che però non sfocia da nessuna parte: fintanto che non si risolve
il problema governance Rai i giochi sul MoU sono fermi. Il terzo riguarda l’informazione
Rai. Pure questo è un tema che fa venire l’orticaria: solo a sentirne parlare
molti iniziano a grattarsi nervosamente. Piano editoriale, riordino delle testate,
newsroom unica? Appena avanzi questi temi ti tolgono il saluto e poi se la
prendono con Tele Meloni. La deriva di questo problema poi è cronaca di questi
giorni: come l’informazione del Servizio Pubblico affronta e gestisce i fatti di
cronaca nera. C’è una lotta tremenda non solo tra gli interessati al tragico fatto
ma tra testate giornalistiche, tutte interne al “circo mediatico” dove la Rai
partecipa volentieri. Di chi lo “scoop” sull’impronta nella villetta di Garlasco?
“A noi” rispondono dal Tg1 con il suo logo in sovrimpressione mentre le Iene di
Italia1 e Bruno Vespa con il plastico riesumato dal magazzino riepilogano i
fatti.
A Bloggorai piacerebbe molto occuparsi di questi temi e poi
però i fatti del giorno ci sovrastano e disturbano l’attenzione.
Quelle poche energie che ci rimangono le dedichiamo a quel racconto dei giorni scorsi sui Poteri più o meno forti dentro e introno alla Rai in grado di scrivere il futuro dell’Azienda e del Servizio Pubblico. E, come vi abbiamo scritto, gli archivi sono una formidabile miniera di informazioni preziose per ricondurre i fili che ci portano ai giorni nostri.
Ieri ci è stato
segnalato un articolo di Carlo Bonini pubblicato su Repubblica a giugno 2011
con il titolo “Così Bisignani usava Masi e la Rai. Nelle carte dei Pm le trame
del faccendiere”. Da leggere attentamente e incorniciare sottolineando i tanti
nomi che vi compaiono : https://www.repubblica.it/cronaca/2011/06/21/news/cos_bisignani_usava_masi_e_la_rai_nelle_carte_dei_pm_le_trame_del_faccendiere-17991421/ . Impressionante.
Non sappiamo per quanto ancora ma il racconto prosegue.
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giovedì 22 maggio 2025
RAI "roba nostra"
Ogni mattina, al suo risveglio, Bloggorai sa che deve
correre, deve cercare, deve trovare un senso a questo “racconto” sulla Rai e
sul Servizio Pubblico anche se spesso un senso non ce l’ha. Ce lo chiediamo tante
volte: ma chi ce lo fa fare, ogni mattina, a seguire e interpretare cosa
succede nelle paludi, nella jungla, nella savana e nel deserto Rai? E poi,
quale è il “senso” di questo racconto, dove va a parare e quale è il suo contributo?
Non sempre troviamo una risposta soddisfacente.
Iniziamo allora a vedere che succede oggi nella savana di Via
Asiago dove si svolgerà il Cda. In ballo c’è la nomina del presidente di Rai Pubblicità
e sapevamo che l’AD Rossi voleva fortemente la Calandrelli (quota PD ???).
Sapevamo pure che invece Marano (quota Lega), presidente pro tempore, voleva un suo “pupillo”,
un certo Zinzilli. Abbiamo letto su Dagospia (e nessuno ha ripreso la notizia) che
ieri il Ministro Giorgetti (quota Lega) avrebbe “convocato” l’Ad Rossi per cercare di dare
una mano a Marano e che però Rossi gli avrebbe tenuto testa proponendogli in alternativa
un nome “neutro” (si fa per dire): il capo delle risorse umane Felice Ventura.
Se poi qualcuno si lamenta che si parla sempre male della Rai
sarà necessario richiedere un TSO. Anzitutto il fatto che l’azionista chiama
il “suo” AD per cercare di imporgli un “suo” nome è un fatto che semmai fosse
vero grida vendetta. In questi casi richiamare una legge di riforma (inesistente)
e ancora più l’applicazione del MFA è roba da educande delle Orsoline. Occorrono
i Caschi Blu, la protezione Civile. Siamo molto curiosi di vedere se questa
mattina in Cda un consigliere a caso avesse mai la voglia, la forza e il coraggio
e di battere energicamente i pugni sul tavolo e chiedere spiegazioni. La domanda
è sempre la stessa ed è una sola: con quali criteri si scelgono i nomi? Che
poi è come parlare di corde in casa degli impiccati: con quali criteri è stato scelto
questo Cda? Torniamo sempre al punto di partenza.
Perché poi l’AD Rossi (gradito dal Governo) voleva imporre
il suo nome (gradito al PD) come pure perché vuole imporre un suo nome, Coletta
(gradito al PD), come direttore del coordinamento generi appare un mistero. O forse
anche no. Magari è tutto chiarissimo, proprio come lo è stato tante volte nel
passato, appunto, quanto i Poteri si mescolavano tra loro.
Nella savana di questa mattina poi ci sarà un momento
sospeso, in attesa di sapere l’esito del Consiglio di Stato su Sanremo che
però, forse, sapremo solo domani quando verrà depositata la sentenza.
Bene, in questo panorama idilliaco, sereno, pacato e sobrio, nel bel mondo dei pallettari di tennis e gli appassionati di cronaca nera, non ci dimentichiamo di proseguire il nostro viaggio dentro e intorno ai Poteri, più o meno forti, che girano molto dentro e tanto intorno alla Rai. Più scaviamo, più sappiamo e più studiamo carte e rovistiamo negli archivi e più ci convinciamo che: A tutto il presente è frutto del passato; B non c’è solo “un” Potere Forte ma ce ne sono tanti variamente mescolati tra loro, spesso in competizione ma altrettanto spesso in combutta tra loro; C che in questo perimetro di Poteri, dentro e nel suo profondo, ritroviamo talvolta tanti “amici”, parenti e conoscenti che conosciamo bene (come si ottengono prestigiosi e duraturi incarichi universitari senza mai fare un concorso?). Infine, D, che questo viaggio sommario e breve, dentro e intorno ai vari Poteri somiglia ad un barattolo che appena lo apri emana un forte odore di rancido e ti viene subito la voglia di chiuderlo perché ci si deve rassegnare: sono forti, troppo forti e nessuno ha voglia di occuparsene. E, infatti, grosso modo, abbiamo quasi deciso di interrompere questo discorso. Un caro lettore, appunto, ci fa gli auguri e un altro ci scrive: "Ma chi te lo fa fare?"
Non prima però di aver ricordato
un ultimo dettaglio. Quanto ieri abbiamo riportato una nota a margine su un
recente convegno ADRAI dove hanno partecipato tanti potenti ex Rai, quelli che
non mollano mai, abbiamo inteso illuminare un altro “potere” alquanto
traversale: quello delle case di produzione, dei fornitori di prodotti
editoriali come fiction e intrattenimento che pure sembrano avere un potere enorme.
Si tratta di un grumo che si accompagna ad un altro “potere” sempre ubiquo e
trasversale: quello degli agenti artistici che, giocoforza, si intreccia con quello
di cui sopra delle case di produzione. Non c’è bisogno di fare “giornalismo
d’inchiesta” su questo argomento: basta scorrere i palinsesti Rai e vedere per
ogni programma chi è il produttore o cercare l’agente dell’artista protagonista
di turno. La compagnia di giro è sempre la stessa.
Per la cronaca, ieri è stato presentato il rapporto ISTAT sulla situazione del Paese: disastrosa. Sul fronte sociale è ai limiti del catastrofico con salari sempre più bassi, costi per le famiglie in crescita costante, livello di disoccupazione tra i più elevati in Europa, sanità allo sbando, bassa natalità e così via. Non ricordiamo dove e quando ma ci sembra che anche il Tg1 ha riportato la notizia.
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mercoledì 21 maggio 2025
RAI: quattro tordi e tanti Poteri, più o meno forti
Oggi non sappiamo da che parte iniziare: quann’è tordi e
quann’è grilli. Oggi tordi.
Il tordo n. 1 ce lo fornisce Fiorello che ieri durante
la sua nuova trasmissione alla Radio ha dichiarato: “… i palinsesti Rai sono
quelli di 27 anni fa e i giornalisti non sanno più cosa scrivere… Ora inizia la
stagione delle repliche: avremo Lolita Lobosco 2, Imma Tataranni 3, Don Matteo
13 (ragazzi, 13!). Ormai don Matteo ha 109 anni, Makari 3, Bianca 2, L’allieva
e Cuori: chi fa questi palinsesti si meriterebbe una pallottola nel cuore.
Questo è accanimento terapeutico”. Come piace dire a tanti quando non sanno
più a che Santo votarsi: “questo è vero Servizio Pubblico”. A Villa Arzilla brindano
a Prosecco.
Il secondo tordo ce lo fornisce il Tg1. Grande scoop megagalattico
interplanetario (che quegli ingrati colleghi della carta stampata non gli vogliono
riconoscere): danno per primi la notizia dell’impronta trovata sulla scena del
crimine di Garlasco. Apriti cielo: notiziona! Il mondo non parla d’altro. In apertura
dell’edizione di ieri sera grande spazio con inviati, corrispondenti, collegamenti
e servizi. Fenomenale. Roba da “giornalismo” con le virgolette e le maiuscole.
Roba vera da Servizio Pubblico!!! E quando mai gli ricapita di fare uno “scoop”
del genere?
Ora, che nel DNA dei telespettatori, degli italiani sommariamente
intesi, ci sia ancora il Colosseo ovvero lo spettacolo della violenza, del crimine
e del sottile, perfido e malmostoso appagamento per la sofferenza degli altri è
cosa nota. Che sia altrettanto perfido e malmostoso il rapporto tra circo
mediatico e magistratura è pure cosa nota. Ma che l’informazione del Servizio
Pubblico debba alimentare, sostenere e diffondere fuori misura queste perfidie
ci appare un tantinello fuori dalle righe, quel tanto che basta per ricordare che
la cronaca nera paga sempre bene, fin troppo.
Il terzo tordo ce lo fornisce Sanremo. Domani 22
maggio, S. Rita: solitamente provvede a fare miracoli per “donne sposate
infelicemente, casi disperati e apparentemente impossibili, cause perse, protettrice
di salumieri, pizzicagnoli e serigrafi”. Oggi, 22 maggio, dovrebbe uscire
la sentenza su Sanremo. Chissà se la Santa protettrice farà un pensierino per
la Rai: comunque vada la faccenda sarà complicata. Assai. Comunque, S. Rita un
pensierino più elevato nei confronti della Rai tutta lo potrebbe pure fare: è una
causa persa.
Il quarto tordo ce lo fornisce Rai Due e la sua
trasmissione di “successo” del martedì: Belve. È la prova provata, il paradigma,
la pietra miliare di come si ottiene il “successo” in tv: è sufficiente buttarla
sul sesso più o meno hard o soft e ammiccare, buttarla sulle piccole o grandi
tragedie familiari e condire tutto con un pizzico di gossip di buona qualità e
puffete: il gioco è fatto. Vogliamo chiamare questa trasmissione di genere “trash”?
fate voi.
Bene, andiamo avanti e proseguiamo il racconto sul Potere
o i Poteri forti dentro e intorno alla Rai. Forse, oggi più intorno che
dentro. Ovviamente, stiamo raccogliendo testimonianze, ricordi e documentazione
varia. Troviamo molto, tanto e forse troppo negli archivi. Lavorando e leggendo
ci si rafforza una convinzione: più scaviamo nel passato e più troviamo
riscontri nel presente. I due mondi sono ancora molto vicini nelle loro orbite.
Per meglio dire: il Potere del presente nasce, si consolida e si articola sulle
radici del suo passato e nemmeno poi tanto lontano.
Ieri abbiamo trovato spunti interessanti. Il primo è un articolo dell’Unità (giornale di quello che era allora il PCI) del lontano 1982. Contiene caratteristiche importanti. Titolo “Ecco uno per uno i dirigenti vecchi e nuovi” e si elencano tanti nomi con accanto bene indicato il partito di appartenenza. Tutto trasparente, almeno si sapeva bene. La seconda caratteristica è che alcuni tra questi nomi compaiono anche nella famigerata e nota lista P2 anche se questi negheranno la loro partecipazione/adesione alla Loggia.
Sono esattamente quegli gli anni dove vengono gettate le fondamenta di cemento armato della Massoneria in Rai che arriveranno fino ai giorni nostri. Ad esempio quando, nel 2014, Libero Quotidiano pubblica un’intervista a firma Giacomo Amadori, al Gran Maestro Giuliano di Bernardo al quale, ad un certo punto si chiede “Nel 2002 lei ha ideato l'Accademia degli Illuminati. E lui risponde “Tra i fondatori c'erano autorevoli esponenti del mondo Rai come l'avvocato Rubens Esposito, l'ex consigliere Sergio Bindi e l'attuale membro del cda in quota grillina Carlo Freccero”. Del primo nome, Esposito, abbiamo trovato un documento (Erasmo, Notizie dal grande Oriente d’Italia) dove a pag. 7 si legge che è stato ospite d’onore ad una cerimonia con il Gran Maestro Gustavo Raffi. Del terzo nome, Freccero, invece, abbiamo ritrovato una lettera inviata a Dagospia nel febbraio 2016 dove si legge “Gli incontri tra Illuminati erano di una noia mortale e si risolvevano sempre in pranzi luculliani. Ho smesso di frequentarli per la noia, ma anche perché stavo ingrassando. In fede, Carlo Freccero”.
Citiamo ancora quanto scrive ancora
Alberto Statera su Repubblica nel gennaio 2013: “… la Rai sembra un luogo
privilegiato di coltura della massoneria…”. Da rileggere attentamente:
contiene molti nomi di assoluto rilievo: https://www.dirittiglobali.it/2013/01/massoneria-quegli-uomini-in-nero-nascosti-tra-politica-e-affari/
.
Infine, notarelle a margine, abbiamo ritrovato in archivio un
divertente articolo pubblicato da L’Espresso nel giugno 2010 dove si leggono i compensi
di tanti nomi Rai: “il presidente Paolo Garimberti prende 448mila euro l’anno,
il dg Mauro Masi 715mila, mentre i consiglieri 98mila euro a testa. Per quanto
riguarda i vicedirettori, Giancarlo Leone prende 470mila, Lorenza Lei e Antonio
Marano 350mila, e Gianfranco Comanducci 440mila. Al direttore di RaiFiction Fabrizio
Del Noce vanno 400mila euro, 300mila al direttore di RaiUno Mauro Mazza. Marco
Simeon, capo delle relazioni istituzionali, arriva a 190mila euro lordi,
Claudio Cappon – senza incarico – 600mila euro". Bei tempi
andati … ma tanti nomi sono rimasti in giro.
Chiudiamo a proposito di tanti nomi illustri rimasti in giro: della serie “non mollare mai”. Lo scorso 5 dicembre si è svolto un incontro riservatissimo, a porte chiuse, promosso dall’ADRAI sul tema canone Rai dove hanno preso parola tanti autorevolissimi ex: da Lorenza Lei ex DG (oggi Film Commission regione Lazio) a Luciano Flussi ex Capo del Personale Rai e oggi con lo stesso incarico a Tv2000, da Giancarlo Leone ex di quasi tutto in Rai, ex presidente ATP e oggi insegna alla LUISS (una cattedra non si nega a nessuno) a Agostino Saccà ex Dg e oggi produttore Tv. Di cosa si sono detti, quali proposte hanno elaborato ancora non è dato sapere. Il viaggio sui poteri più o meno forti continua…con grande fatica.
Last minute: i dati degli ascolti di ieri sera sono interessanti:
la serie DOC di Rai Uno (già italiana, Rai, e ora Made in USA) ha
fatto il 14,7 con un pubblico di età media di 64 anni; Le Iene su Italia1 ha
fatto il 14,6% e il suo pubblico di 49 anni mentre Belve ha fatto il 9,9% con
un pubblico di 56 anni.
bloggorai@gmail.com
martedì 20 maggio 2025
Il calderone Rai tra minestrina tiepida e Poteri Forti
Il calderone Rai brontola tra omissioni sui referendum
(secondo AgCom “… dal 9 aprile al 10 maggio la percentuale di tempo di parola
che il servizio pubblico ha riservato al tema referendario è lo 0,62%” leggiamo
oggi sul Fatto) e presunti “successi” tra Sanremo dove è ufficiale che non ci
saranno concorrenti e ascolti di Sinner.
Di cosa altro si potrebbe parlare? Della D'Urso che tornerebbe in Rai sponsorizzata da Salvini (letto su Il Foglio di oggi) con un programma di "emotainment" su RaiUno (ci mancava!!!). Oppure parliamo di questa sera quando su RaiDue andrà inonda Belve dove un tizio racconterà che "... pratico Brahmachari, cioè mantenere l'energia sessuale dentro per motivi spirituali ..." e fa uso della droga ayahuasca che non è un allucinogeno che ti può illuminare, ma ti può portare all'inferno".
Ma non è di queste cose che oggi ci vogliamo occupare. Vogliamo proseguire il racconto sul Potere Forte che si annida dentro e intorno alla Rai. Il suo nome è semplice: massoneria.
La domanda che poniamo è: quanto di
questo Potere esiste o resiste ancora dentro e intorno alla Rai e quanto è in grado
di condizionare ancora il suo futuro? Se mai esiste/resiste ancora ha assunto nuove
forme e dimensioni?
Perché siamo solitamente pessimisti sul presente e sul
futuro della Rai? Quando nell’ormai lontano giugno 2018, alla vigilia del
rinnovo del Cda e appena conosciuto Riccardo Laganà, Bloggorai ha iniziato a
pubblicare il post quotidiano ha posto subito in chiaro quale fosse il suo
orizzonte di riferimento ed interesse, il suo “progetto editoriale”: La Rai
prossima ventura.
Da allora, ogni giorno, ci poniamo sempre più o meno la
stessa domanda e poniamo interrogativi ormai logori: “questa” Rai ovvero
“questo Servizio Pubblico” ha un futuro e quale potrà essere? La domanda
forse è ormai oziosa e spesso trova una risposta facile: si, forse lo ha ma
sarà altro e diverso, ridotto e marginale rispetto al suo passato e rispetto
alle nuove dimensioni del suo contesto sociale, politico e istituzionale.
Questi tre pilastri sono mutati profondamente e muteranno ancora di più e sarà
difficile, forse impossibile, tenere il passo del mutamento. Ma la domanda che
poniamo è: c’è qualcuno che ha la voglia, la forza, la chiarezza e la
determinazione per compiere questo processo? Abbiamo qualche dubbio.
Abbiamo sempre scritto e sostenuto che per provare ad intuire il futuro è necessario, doveroso, prima comprendere dettagliatamente il passato. Abbiamo riscontrato in questi sette anni che ogni volta che poniamo questo problema, molti fanno spallucce e storcono infastiditi il loro nasino garbato.
Cosa è avvenuto, quali sono stati i grandi
processi/interessi interni ed esterni che hanno portato “questa” Rai ovvero
“questo Servizio Pubblico” sull’orlo di una crisi di nervi quasi esistenziale?
Quali sono state (e sono tutt’ora) le forze, palesi e occulte, che hanno sostenuto
o agevolato il suo sviluppo? La risposta può essere che è solo colpa di “tele Meloni”?
Questi interrogativi, posti più di una volta e con interlocutori diversi e
qualificati, ne portava altri conseguenti e paralleli: chi, come e perché hanno
agito (o anche non agito che pure ha un segno e un significato potente) ha
“remato contro” o non ha remato affatto, lasciando che la barca andasse
lentamente e inesorabilmente alla deriva???
Tempo addietro, abbiamo cercato
di rispondere ad una precisa sollecitazione che ci era stata fatta: “Se non
si conoscono e si demoliscono i “poteri forti” che hanno stretto la morsa
dentro e intorno alla Rai, non si va da nessuna parte”. E allora, a suo
tempo, abbiamo provato timidamente, sommariamente, a tracciare una sorta di
“mappa” dove si intravvedevano chiaramente alcune aree grigie e, attenzione, in
quelle aree non c’erano solo i “nemici” del Servizio Pubblico, magari quelli
che sottobanco erano in combutta con il nemico, con la concorrenza (che pure
hanno avuto nomi e cognomi). In quelle aree grigie e malmostose c’erano (e ci
sono ancora) tanti “amici”. Chi ha buona memoria ricorda certamente che, non a
caso, spesso abbiamo pubblicato la citazione da Fiesta di Hemingway “Come ai
fatto a fare bancarotta? chiese Bill. In due modi - Mike disse – gradualmente
prima e improvvisamente poi. Chi ti ci ha portato? Amici – disse Mike. Io avevo
un sacco di amici. Falsi amici”.
Ecco allora che nei momenti di
vuoto (si fa per dire), come oggi, torna prepotente l’incubo del passato che
pure, proprio ieri, ci è stato riproposto da un attento, storico e
qualificatissimo lettore. Il suo esordio è stato tutto un programma su dove
andava a parare: “Caro Bloggorai, ma tu a che “parrocchia” appartieni???”.
Dopo un attimo di silenzio e fatto rapidamente un esame di coscienza, non ho
avuto esitazioni: “A nessuna, non ho e non mai avuto tessere di partito e tantomeno
sono stato mai addebitato “in quota” a chicchessia”. Nel mentre che rispondevo
mi sono passati davanti agli occhi tanti direttori generali, direttori di rete,
direttori di vario genere nominati senza mai sapere un perché, senza mai conoscere
un merito comparato, un criterio di scelta trasparente. Ci siamo ricordati tanti
nomi, molti ancora in “servizio” dentro e intorno alla Rai. Poi, una pausa di
silenzio. Lui a me: “lo immaginavo…” e da quel momento in poi ci siamo
incamminati a rimettere in piedi un racconto, una narrazione come piace dirsi, in
grado di farci avvicinare alle domande di cui sopra. Il nostro lettore ha
posto al centro un solo tema, un solo soggetto, quel solo “potere forte” tanto
forte quanto sottile, perfido e diluito fin da essere quasi impercettibile.
Eppure non è difficile supporre che esiste, agisce e persegue tuttora con i
suoi epigoni un disegno ardito e di lunga durata.
Allora, quando si vuole
raccontare una storia, seppure molto complessa di difficilissima comprensione,
è necessario porre in evidenza punti saldi, pietre miliari indiscutibili e al
di sopra di ogni valutazione soggettiva. Alla Storia, agli atti giudiziari della
Commissione Parlamentare sulla P2, datati luglio 1982, risulta un documento
sequestrato a M. Grazia Gelli (figlia del Venerabile Licio) titolato Testo
Integrale del Piano di Rinascita Democratica della Loggia P2 dove, tra i
primi obiettivi, si legge: “La RAI-TV va dimenticata” e, più avanti “ … dissolvere
la RAI-TV in nome della libertà di antenna ex art. 21 Costit.”. Questo documento
va giocoforza collegato alla lista dei componenti della Loggia dove, tra i
tanti nomi, se ne leggono tanti che hanno “attraversato” direttamente o
indirettamente, dentro e fuori, la storia della Rai. Scorrendo la lista, in
ordine alfabetico, balzano in evidenza tanti nomi (esattamente 10
classificati come “dirigenti Rai”), molti dei quali hanno decisamente
negato la loro partecipazione attiva alla Loggia (forse, iscritti a loro
insaputa) ed hanno poi avuto ragione in Tribunale dalla presunta appartenenza
alla P2 in quanto la presenza del loro nome non stava a significare la loro
completa adesione. Vedi https://www.archivio900.it/it/documenti/doc.aspx?id=42
e atti della Commissione Parlamentare d’inchiesta sulla P2 https://inchieste.camera.it/p2/documenti.html?leg=09&legLabel=IX%20legislatura
.
Tra i tanti, ne citiamo, per ora,
solo uno che basta e avanza: Silvio Berlusconi ma non dimentichiamo gli altri. Interessante
rileggere la storia della nascita di Mediaset: https://www.wired.it/article/berlusconi-televisioni-tv-canale-5-rete-4-italia-1-pizzone-storia/
. Sulla sua iscrizione alla P2 necessario rivedere la sua intervista a Mixer del
1994 https://www.youtube.com/watch?v=9xMvbxgonSI
dove dichiarò che “ … non lo considero un errore ma un incidente senza colpa”.
A rileggere oggi tanti nomi,
tanti, solo in parte e solo per quanto riguarda la Rai e di chi gli stava
“intorno” si intuiscono tante cose e si trovano tante risposte. Tanti nomi che
hanno avuto incarichi di grande responsabilità dentro Viale Mazzini e dintorni
e che hanno inciso certamente sullo “sviluppo” dell’Azienda.
Continua (forse).
bloggorai@gmail.com
lunedì 19 maggio 2025
Il "potere" Rai tra il Tevere e il tennis
Abbiamo appena appena iniziato, proposto e immaginato un “viaggetto”
sul Grande Potere Forte presente e attivo dentro e intorno alla Rai, quello
vero, potente e silenzioso, trasversale e universale che invece, zacchete, la cronaca e
un attento suggerimento ci porta all’attenzione un “Potere Minore”, figlio e parente
di quello Forte, che a Roma gode comunque di molta fortuna. “Caro Bloggorai,
prima di proseguire sui grandi ed oscuri disegni, prova a guardarti intorno,
vicino, sotto casa”. Ne teniamo conto.
Lo spunto ci è stato fornito dall’attenzione ricevuta in questi
giorni dal tennis.
Si tratta del potere dei “circoli” romani e, segnatamente, molti
di quelli storici ancorati lungo le sponde del biondo Tevere: il Circolo Canottieri
Aniene, il Circolo Canottieri Lazio e l’omologo della Roma, il Circolo Montecitorio,
e poi il Tennis Club Parioli, il Circolo della Caccia, il Circolo dell’Antico Tiro
a volo, il Circolo degli Scacchi e poco più. L’ordine di “potenza”, di rilevanza
e di prestigio ed esclusività decidetelo voi. Chi vi scrive li ha visti da
dentro, non è socio di nessuno tra questi ma conosce molto bene tanti tra chi
vi è iscritto a molti tra questi circoli. Un capitolo a parte meriterebbero i
Circoli “aristocratici” per altre storie di “potere” che pure non è inferiore o
subalterno ad altri. Of course, non fa testo il Circolo Rai di Tor di Quinto: frequentazioni irrilevanti e ininfluenti.
Se poi volete avere una buona idea di cosa parliamo, vi proponiamo
di leggere un divertentissimo e ben informato articolo di Alberto Statera,
pubblicato molti anni addietro su La Repubblica, che mantiene ancora però la sua freschezza: “… la
più formidabile concentrazione di upper class della capitale. Una sorta di
stanza di compensazione dei poteri borghesi, dei ruoli e della ricchezza, il
melting pot perfetto di alti burocrati e palazzinari, professionisti e
commercianti, imprenditori e star o pseudo tali dello sport e dello spettacolo…
dove pseudo-canottieri e tennisti con protesi d’anca intrecciano amicizie,
affari e solidarietà … Nei circoli sul Tevere tutti si danno del tu, il
funzionario di banca in carriera, il manager di medio calibro, il dirigente
ministeriale e l’imprenditore plurimiliardario o il ministro in carica”. L’articolo
si chiude con un racconto di una vicenda da incorniciare: “Quando il Pm di
Potenza Woodcock arrestò Vittorio Emanuele di Savoia, il Duca di Castel
Garagnone Marchese don Giulio Patrizi di Ripacandida e il Marchese Paolo
Patrizi Montoro Naro, chiesero la sua espulsione da Caccia e Scacchi. Ma si
alzò il principe Carlo Giovannelli che lo salvò con queste parole: «Chi tra noi
non è mai andato con una prostituta?» Tutti tacquero”. Articolo da non perdere:
https://www.dirittiglobali.it/2013/02/il-circolo-del-potere/
. Già, chi tra noi ???
Allora, si dà il caso che i Poteri, più o meno forti che essi siano, per svolgere meglio la loro funzione, hanno necessità fisiologica di mescolarsi, di parassitarsi e allo stesso tempo di solidarizzare tra loro. Tra una racchettata, una partita di Burraco e un aperitivo a bordo campo si scambiano informazioni preziose, ci si propone amicizia e attenzione, o talvolta più banalmente il nome di un “caro amico medico chirurgo che fa miracoli … digli che ti mando io”.
Ed ecco allora che in taluni di questi Circoli non è difficile
incrociare gli altri poteri, segnatamente quello dei “signori” dei palinsesti Rai:
agenti artistici e case di produzione. È quasi indiscutibile: sono forse i veri
Poteri nemmeno tanto occulti, in grado di fare o disfare i palinsesti a loro insindacabile
interesse o piacimento come pure segnare il destino di una star o un/a giornalista
della televisione. Agiscono non solo senza incontrare ostacoli ma spesso
godendo di “amicizie” storiche, frequentazioni consolidate, appunto, in qualche
circolo romano.
È sufficiente pensare ad un solo nome per intuire facilmente
di cosa stiamo parlando e di quanto pesa sule le vicende Rai: Gianni Letta. Si perdono
le tracce di quanti Circoli romani sia socio, presidente o semplice “simpatizzante”.
La sua “presenza” o sponsorizzazione spesso è garanzia di successo. Spesso ma
non sempre: vedi il caso della Agnes che da mesi ormai è in attesa di una presidenza
Rai che tarda ad arrivare. Per dare ancora idea di cosa parliamo, è sempre
utile spulciare negli archivi e cercare le connessioni: rileggete un forbito
articolo di Panorama, pubblicato a luglio 2021, a proposito della nomina di Marinella
Soldi come presidente Rai ( https://www.panorama.it/attualita/politica/marinella-soldi-rai-nomine-polemiche
).
I nomi che si leggono girano tutti intorno ad una foglia di rosmarino:
la composizione e la redistribuzione del Potere Rai che non avviene mai a caso
o secondo logiche chiare e trasparenti (vedi i famigerati criteri di nomina del
MFA), tutto avviene per necessità, opportunità e convenienza. Con quali criteri
viene scelto un consigliere di amministrazione, un direttore di rete, di
testata o di un qualcos’altro di rilevante? Nessuno a noi noto. Solo amicizia, quota
o appartenenza ad un “circolo”, quale che esso sia.
Per andare avanti dobbiamo ribadire un concetto: non vi fate
annebbiare dai colori del Potere. Tenete sempre a mente le sue logiche interne.
Trasversali anche alla politica.
Prosegue…
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ps: Oggi, in questi giorni e in tutti i prossimi,
l’attenzione si dovrà concentrare su due grandi temi: il genocidio, lo stermino
e la deportazione della popolazione civile di Gaza e i referendum del prossimo
9 giugno.
domenica 18 maggio 2025
il Potere Forte dentro e intorno alla Rai di ieri, di oggi e domani
Oggi non parleremo del “successo” di Sinner su RaiUno e su
quanti telespettatori “giovani” ha portato in dono alla rete di Villa Arzilla. Il
problema è che se li ha portati è “una tantum” e che poi si tratta di
mantenerli.
Il tema che abbiamo posto nel titolo di oggi ci interessa da
anni e più passa il tempo e più ci convinciamo che se non si svuotano gli
scheletri nell’armadio della Rai non si potrà andare da nessuna parte. Fintanto
che un solo “potere forte” è in grado di tirare le fila del presente e del futuro
del Servizio Pubblico non si potrà andare da nessuna parte.
Attenzione però: non confondiamo il “Potere Forte” con il
potere politico di turno, segnatamente di questa “destra”. C’è oggi, c’è da
decenni, un “potere forte” dentro e intorno alla Rai trasversale, fluido,
impalpabile e sempre negato che agisce silenzioso e potente.
Ci stiamo lavorando. Abbiamo pronto già un primo pezzo. Non è facile. La querela temeraria è dietro l’angolo e molti sono assai permalosi.
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sabato 17 maggio 2025
RAI ha perso il pallone ma ha trovato le pallette
Vedi Post precedente
Il Popolo sovrano della Televisione ha decretato: ieri sera su
RaiUno per 126 minuti di Tennis agli internazionali d'Italia con Sinner vs Paul
ha ottenuto 4.9 mln di telespettatori e il 25% di share. Il restante 75% si è
sparpagliato tra tante altre amenità. La Rai ha “guadagnato” forse 10 punti
percentuali su quanto avrebbe potuto ottenere con Sognando Ballando con le
stele che la settimana precedente ha fatto quasi lo stesso share di ieri sera:
il 15% nonostante oltre un’ora di ritardo sulla messa in onda prevista.
Nell’intera giornata Rai ha ottenuto il 36,8% e Mediaset il
37,3%.
Cosa sta a significare tutto questo? Che a Via Asiago
abitano vecchie volpi che fiutano l’aria che tira e cambiano il palinsesto in corso
d’opera a seconda delle necessità e possibilità? Forse.
Che il pubblico di Villa Arzilla di Rai Uno è diventato
improvvisamente “pallettaro” e che al Bar sotto casa non si parlerà d’altro che
non di “gioco sulle linee” o di “rovescio fulminante”??? Forse.
Che la Rai non potendo più trasmettere il pallone ha ridotto
le sue dimensioni e preferisce trasmettere le pallette? Forse.
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RAI: la testa nella "palletta"
Un popolo di velisti, di
curlinghisti, di atleti saltatori e quando necessario pure di tennisti. Se capita, anche di calciatori. Ogni occasione è buona per celebrare un “eroe” del nostro tempo.
Ne abbiamo gran bisogno, specie se giovane e bello (magari non brilla per simpatia,
ma si perdona facilmente). Anche i miti hanno bisogno di illuminazione e di continuità
nello spazio e nel tempo. Ora è la volta storica di Sinner, il giovane tennista
altoatesino che oltre ad essere un grande campione è una macchina da soldi formidabile:
i suoi sponsor sono Nike, Gucci, Rolex, Lavazza, Fastweb, Intesa San Paolo,
Parmigiano Reggiano, Panini, Technogim, Alfa Romeo, De Cecco, La Roche-Posay e
Enervit e chissà quanti altri che ora ci sfuggono. Vederlo giocare, ammirare
i suoi colpi magistrali e immaginare di trovarsi dentro un supermercato è la
stessa cosa. Se poi paga le tasse a Montecarlo … chissenefrega … quanti
italiani se potessero farebbero lo stesso? In fin dei conti, non è un reato
e, del resto, notoriamente, a Montecarlo ci sono ottimi impianti sportivi e si gioca in ottima compagnia con altri campioni. come dire: in Italia non c'è nulla di tutto questo e magari è vero. Cosa gli vuoi dire? Pure il Presidente della Repubblica (lo stesso
che ha detto “La Repubblica è di chi paga le imposte”) e il nuovo Papa lo hanno
omaggiato.
La Rai non poteva essere da meno.
Ieri sera, improvvisamente e inaspettatamente, ha cambiato il palinsesto
previsto di Rai Uno dove era prevista la seconda puntata in diretta di Sognando
Ballando con le stelle e ha mandato in onda la sfida di Sinner contro l’americano
Paul. È successo qualcosa di anomalo. Cambiare il palinsesto quando era prevista
una trasmissione “impegnativa” come quella della Carlucci e mandarla in tarda
serata non è stata certamente una scelta facile da prendere. Perché è avvenuta, con quale logica? Certo è che si poteva facilmente prevedere che Sinner giocasse la semifinale e
la data e l’ora erano note da tempo. Non si poteva decidere e pianificare con il
dovuto anticipo? Cosa ha indotto a scegliere last minute?
Tra poco più di un’ora
leggeremo i dati Auditel e vedremo quanto la scelta Rai ha premiato in termini
di ascolto, rimanete collegati, vi faremo sapere. la domanda è: a Villa Arzilla avranno apprezzato?
Bene. La notizia del giorno è
che, contrariamente a quanto immaginato e abbiamo pure scritto, sembra che la Warner rinuncia
a Sanremo. Rimane al momento solo la Rai e da Mediaset non giungono segnali. A
dicembre scorso Berlusconi ha dichiarato di non essere interessato. Punto. La patata
bollente resta nelle mani di Via Asiago (era meglio scrivere Viale Mazzini) che
ora se la dovrà vedere con il Comune che ha alzato le asticelle della collaborazione
e, per Rai, non sarà semplice accettare le nuove condizioni per rimanere comunque a Sanremo dove, notoriamente
e da tanti anni, ci sono mille difficoltà. Per ora e in attesa del prossimo 22
maggio questo è quanto, poi, si vedrà.
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venerdì 16 maggio 2025
RAI: il futuro prossimo venturo tra il tutto e il niente
Oggi “habemus” tante cose.
Habemus il Quarto Osservatorio sulla Comunicazioni AgCom
1/2025. Leggiamo che, grosso modo, gli ascolti della Tv (DVB e Sat) confermano
la tendenza al calo storico ma reggono, relativamente e poco, rispetto all’anno
precedente. Dal 2020 al 2024, in prime time, il calo è del 19,4% mentre
rispetto all’anno precedente si legge una leggera crescita dello 0,4%. Nel day
time, nello stesso periodo, il calo si attesta al 20% e invece rispetto all’anno
precedente dello 0,03%. Interessante notare che si conferma il calo per Rai
e Mediaset mentre aumentano Warner con + 8% e Cairo + 5%. Alcuni osservano che
è sempre necessario tenere conto della pandemia e di quanto può aver influito
sul “consumo” di tv.
Interessante osservare i dati sui Tg: il tempo medio speso
nella fascia oraria 18.30/21 cala del 27,3% rispetto al 2020 e del 3,1%
rispetto all’anno precedente. Tutti i tg Rai e Mediaset perdono ascolti nel
giorno medio e nelle due fasce orario principali e solo il tg de La7 cresce tra
il 18 e il 21 %. Prosegue, infine, lo sprofondo di RaiNews24 che dal
2020 al 2024 perde il 50% dei suoi telespettatori mentre rispetto allo scorso
anno ne lascia per strada “solo” il 10%. Il suo concorrente TgCom24 perde
rispettivamente negli stessi periodi il 3% e l'1%.
Rimane incomprensibile, ingiustificabile e forse pure inaccettabile
constatare che il tema “Informazione” del Servizio Pubblico, la sua riforma, la
sua riorganizzazione editoriale complessiva e, segnatamente quella del canale “all
news” rimane un tema che nessuno, nessuno, vuole affrontare.
Habemus il testo della Riforma
proposta dal Senatore Gasparri. Tempo addietro avevamo scritto che sarebbe
rimasta nel cassetto fintanto che non si sbloccava la vicenda Agnes. Ora è
uscita. Cosa significa? Che qualcosa si muove? Forse. L’abbiamo ricevuta solo
ieri e ci stiamo lavorando. Però intanto qualche osservazione la possiamo fare.
In primo luogo non si tratta di una “Gasparri bis” come qualcuno ha inteso ma
solo un aggiornamento del Testo Unico come definito dal DL 2028 del 2021. Non si
tratta quindi di una nuova lege di sistema. La prima novità è nella redistribuzione
dei compiti e delle competenze: aumenta il ruolo di AgCom nella definizione delle
linee guida del contratto di servizio. L’art. 4 prevede che il canone non si
possa ridurre in misura superiore al 5% anno. Di particolare interesse l’art. 6
dove si prevede che sia innalzato il compenso di AD e Presidente, sia esteso il
mandato del Cda da tre a cinque, il presidente sia nominato a maggioranza
semplice, che siano aumentati i componenti del Cda nominati da Camera e Senato
da due a tre mentre si si sopprime il testo precedente dove il Consiglio dei
ministri nominava due suoi componenti. In sintesi: c’è tanta roba ma meno di quanto
ci si aspettava. Lontani i tempi da quando Gasparri annunciava una legge “… riformare
l'intero sistema delle telecomunicazioni contro "i potentati della
Rete" che entrano nelle tv, nei giornali e nella pubblicità "pagando
poche tasse" (Repubblica del 5 novembre 2024). È cambiato qualcosa?
ps: sulla presidenza Rai siamo in alto mare ma sembra che interessi poco.
Habemus Sanremo? A dicembre
dello scorso anno abbiamo letto “Sanremo, Warner Bros vuole il Festival: la Rai
pensa al piano B” e poco dopo, a febbraio scorso, su Domani a firma Lisa di Giuseppe,
abbiamo letto che l’AD di Warner, Alessandro Araimo “…valuterebbe l’opportunità
di acquisire i diritti del Festival, se questa si presentasse in forme certe e
definite…”. Oggi Libero titola un trafiletto con “Sfida alla Rai. Sanremo:
la Warner ci pensa”. Già, entro il19 si devono presentare le manifestazioni
di interesse e poi … dolori di pancia!!! Il terrore corre sul filo?
Infine, habemus la fine del
DTT? Ieri abbiamo riportato la nuova strategia di BBC che vorrebbe anticipare
la “discesa” dal broadcast digitale per riversare maggiori energie verso lo
streaming. Sarà questa la battaglia epocale sul futuro della tv e del Servizio
Pubblico anche in Italia. La stessa battaglia che Rai non ha voluto o potuto intraprendere
negli scorsi anni. Fin quando la “baracca” la si vuole tenere in piedi solo o
prevalentemente sulle “antenne” DTT? Chi si sta occupando di gettare uno sguardo
oltre il 2033? Chi si sta occupando di capire e sapere cosa potrà o dovrà
essere la Rai, il Servizio Pubblico, oltre il rinnovo della concessione del
2027?
Qui, oggi, a malapena si riesce
ad emettere un filo di pensiero sui prossimi 5 minuti … figuriamoci sul futuro
prossimo venturo.
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