venerdì 16 maggio 2025

RAI: il futuro prossimo venturo tra il tutto e il niente

by Bloggorai ©

Oggi “habemus” tante cose.

Habemus il Quarto Osservatorio sulla Comunicazioni AgCom 1/2025. Leggiamo che, grosso modo, gli ascolti della Tv (DVB e Sat) confermano la tendenza al calo storico ma reggono, relativamente e poco, rispetto all’anno precedente. Dal 2020 al 2024, in prime time, il calo è del 19,4% mentre rispetto all’anno precedente si legge una leggera crescita dello 0,4%. Nel day time, nello stesso periodo, il calo si attesta al 20% e invece rispetto all’anno precedente dello 0,03%. Interessante notare che si conferma il calo per Rai e Mediaset mentre aumentano Warner con + 8% e Cairo + 5%. Alcuni osservano che è sempre necessario tenere conto della pandemia e di quanto può aver influito sul “consumo” di tv.

Interessante osservare i dati sui Tg: il tempo medio speso nella fascia oraria 18.30/21 cala del 27,3% rispetto al 2020 e del 3,1% rispetto all’anno precedente. Tutti i tg Rai e Mediaset perdono ascolti nel giorno medio e nelle due fasce orario principali e solo il tg de La7 cresce tra il 18 e il 21 %. Prosegue, infine, lo sprofondo di RaiNews24 che dal 2020 al 2024 perde il 50% dei suoi telespettatori mentre rispetto allo scorso anno ne lascia per strada “solo” il 10%. Il suo concorrente TgCom24 perde rispettivamente negli stessi periodi il 3% e l'1%.

Rimane incomprensibile, ingiustificabile e forse pure inaccettabile constatare che il tema “Informazione” del Servizio Pubblico, la sua riforma, la sua riorganizzazione editoriale complessiva e, segnatamente quella del canale “all news” rimane un tema che nessuno, nessuno, vuole affrontare.  

Habemus il testo della Riforma proposta dal Senatore Gasparri. Tempo addietro avevamo scritto che sarebbe rimasta nel cassetto fintanto che non si sbloccava la vicenda Agnes. Ora è uscita. Cosa significa? Che qualcosa si muove? Forse. L’abbiamo ricevuta solo ieri e ci stiamo lavorando. Però intanto qualche osservazione la possiamo fare. In primo luogo non si tratta di una “Gasparri bis” come qualcuno ha inteso ma solo un aggiornamento del Testo Unico come definito dal DL 2028 del 2021. Non si tratta quindi di una nuova lege di sistema. La prima novità è nella redistribuzione dei compiti e delle competenze: aumenta il ruolo di AgCom nella definizione delle linee guida del contratto di servizio. L’art. 4 prevede che il canone non si possa ridurre in misura superiore al 5% anno. Di particolare interesse l’art. 6 dove si prevede che sia innalzato il compenso di AD e Presidente, sia esteso il mandato del Cda da tre a cinque, il presidente sia nominato a maggioranza semplice, che siano aumentati i componenti del Cda nominati da Camera e Senato da due a tre mentre si si sopprime il testo precedente dove il Consiglio dei ministri nominava due suoi componenti. In sintesi: c’è tanta roba ma meno di quanto ci si aspettava. Lontani i tempi da quando Gasparri annunciava una legge “… riformare l'intero sistema delle telecomunicazioni contro "i potentati della Rete" che entrano nelle tv, nei giornali e nella pubblicità "pagando poche tasse" (Repubblica del 5 novembre 2024). È cambiato qualcosa?

ps: sulla presidenza Rai siamo in alto mare ma sembra che interessi poco. 

Habemus Sanremo? A dicembre dello scorso anno abbiamo letto “Sanremo, Warner Bros vuole il Festival: la Rai pensa al piano B” e poco dopo, a febbraio scorso, su Domani a firma Lisa di Giuseppe, abbiamo letto che l’AD di Warner, Alessandro Araimo “…valuterebbe l’opportunità di acquisire i diritti del Festival, se questa si presentasse in forme certe e definite…”. Oggi Libero titola un trafiletto con “Sfida alla Rai. Sanremo: la Warner ci pensa”. Già, entro il19 si devono presentare le manifestazioni di interesse e poi … dolori di pancia!!! Il terrore corre sul filo?

Infine, habemus la fine del DTT? Ieri abbiamo riportato la nuova strategia di BBC che vorrebbe anticipare la “discesa” dal broadcast digitale per riversare maggiori energie verso lo streaming. Sarà questa la battaglia epocale sul futuro della tv e del Servizio Pubblico anche in Italia. La stessa battaglia che Rai non ha voluto o potuto intraprendere negli scorsi anni. Fin quando la “baracca” la si vuole tenere in piedi solo o prevalentemente sulle “antenne” DTT? Chi si sta occupando di gettare uno sguardo oltre il 2033? Chi si sta occupando di capire e sapere cosa potrà o dovrà essere la Rai, il Servizio Pubblico, oltre il rinnovo della concessione del 2027?

Qui, oggi, a malapena si riesce ad emettere un filo di pensiero sui prossimi 5 minuti … figuriamoci sul futuro prossimo venturo.

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