venerdì 2 maggio 2025

RAI: un passato glorioso, un presente dubbioso e un futuro incerto

 

by Bloggorai ©

“Tu sei la televisione incarnata, Diana: indifferente alla sofferenza, insensibile alla gioia. Tutta la vita si riduce a un cumulo informe di banalità: guerre, morti, delitti, sono uguali per voi, come bottiglie di birra. E il quotidiano svolgimento della vita è solo un'orribile commedia. Tu frantumi anche le sensazioni di tempo e spazio in frazioni di secondo e lunghezze di segmenti. Sei la pazzia, Diana, pazzia furiosa. E tutto quello che tocchi muore con te” (Max Schumacher (William Holden) e Diana Christensen (Faye Dunaway in Quinto potere di Sidney Lumet

Oggi non ci sono giornali in edicola, ne approfittiamo per proseguire una riflessione.

Quanto e in che modo a Rai è capace, ha la volontà e interesse, di interrogare se stessa, sui suoi prodotti, i suoi contenuti, su ciò che manda in onda? Dove, come e quando ci sono stati momenti di confronto, analisi e studio non tanto sul suo ruolo "istituzionale", sula sua "missione" presente e futura, quanto invece sulla sua offerta editoriale e sulla “risposta”, il gradimento che il suo pubblico le fornisce non solo in termini dinumeri e di ascolti?

A nostra memoria, e ne abbiamo ancora alquanto buona, sono anni, decenni che non avviene nulla del genere. Una volta, nel 1984, esisteva la famosa e prestigiosa Verifica qualitativa programmi trasmessi (VQPT) dove si realizzava una collana di monografie (studi e ricerche) edita da Rai Libri su tutto lo scibile audiovisivo in onda sugli schermi Rai e non solo. Una struttura nata dentro la Rai, prodotta dalla Rai e realizzata dalla Rai con l’impiego limitato di consulenti esterni. Oggi è tutto svanito e, nel migliore dei casi, si realizzano dall’Ufficio Studi Rai voluminosi studi accademici che “dimenticano” la Rai stessa (vedi il recente studio sull’AI) per non dire dell’altro notissimo studio sugli Algoritmi di Servizio Pubblico.

Non parliamo poi della capacità di interrogarsi sul proprio futuro: zero. Esempio: i primi di novembre dello scorso anno si sono svolti gli “stati generali” sulla Rai. Tante buone intenzioni tra le quali la riforma. Risultato: zero. Poi, lo scorso 5 dicembre l’ADRAI (dirigenti Rai) organizza un incontro sul tema “canone”. Da allora abbiamo chiesto insistentemente di poter leggere qualcosa. Risultato: zero. Infine, recentemente, si è svolo un incontro dell’opposizione su vari temi: informazione, riforma etc. con il proposito, proprio riferito a quest’ultimo tema, di dare vita ad un “tavolo di lavoro” finalizzato alla definizione di una proposta rivista, corretta e condivisa delle varie ipotesi di riforma depositate in Senato. Risultato: zero.

Per aver un’idea di come funziona  da altre parti, basta fare un giro verso la BBC: anzitutto date uno sguardo a quest’ultimissimo documento BBC ANNUAL PLAN 2025/26 ( https://www.bbc.co.uk/aboutthebbc/documents/bbc-annual-plan-2025-2026.pdf ) poi guardate questo breve video   https://www.youtube.com/watch?v=GYapPuPLG9o oppure leggere questo recente Report su “The future of the BBC licence fee” a questo  link https://researchbriefings.files.parliament.uk/documents/CBP-10050/CBP-10050.pdf

Ecco perché cerchiamo, nel nostro piccolo e con le poche risorse di cui disponiamo, di occuparci “anche” di prodotti, di contenuti perché, comunque, siamo ancora convinti che la Rai è anche ciò che produce proprio come abbiamo sempre sostenuto: sono le persone che fanno le cose e "questa" Rai è fatta dalle persone che oggi la dirigono.

Perché ci vogliamo occupare di “Mare fuori” ovvero quello che da alcuni anni considerato un prodotto di “successo” di Rai Due in prima serata? Per tre buoni motivi: il primo è che ha tutte le caratteristiche di un prodotto editoriale, di un caso di studio importante (ha vinto premi e riconoscimenti), il secondo è perché di grande attualità e il terzo motivo è perché Bloggorai conosce alquanto bene l’argomento. Molti anni addietro ha vissuto una lunga esperienza professionale molto importante a Casal del Marmo di Roma, noto carcere minorile. Poi, per oltre 10 anni, anche per conto di Rai, si è occupato di Tv e Minori.

Rivediamo la storia di questa prodotto. Nasce nel 2000 con la produzione di Rai Cinema e Picomedia e va inonda per le prime due stagioni su RaiDue in prima serata per poi ripassare gli episodi in replica su RaiPlay. Dopo le prime due stagioni 2020 e ’21, la Rai perde i diritti che vengono acquistati da Netflix (che tutt’ora li detiene) che, sostanzialmente, lancia il prodotto sulla scena internazionale e lo rende un genere “cult”. Nel 2023 Mare Fuori torna alla Rai e leggiamo su Wikipedia “Alla fine di aprile 2023, RaiPlay ha eliminato nuovamente le prime due stagioni della serie dal proprio catalogo e il 27 luglio 2023 ha eliminato anche la terza stagione, così i diritti per la distribuzione televisiva on demand dell'intera serie ritornano ad essere detenuti in esclusiva da Netflix”.

Quali sono i “contenuti” di Mare fuori, di cosa viene “raccontato”? Si raccontano storie e vicende di tanti personaggi che “vivono” all’interno di un Istituto correzionale penale per minorenni a Napoli. Maria Pia Ammirati, direttrice di Rai Fiction, ha dichiarato “Questa serie continua a sorprenderci per la capacità di rinnovarsi e rilanciare la sua forza d'attrazione rispetto al pubblico, quello dei giovani in particolare che si riconoscono in un racconto fortemente realistico che, in coerenza con lo spirito del servizio pubblico, colpisce per l'autenticità dei sentimenti con cui descrive il delicato passaggio all'età adulta nella condizione estrema del carcere minorile". Segue

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