“Tu sei la televisione incarnata, Diana: indifferente alla sofferenza, insensibile alla gioia. Tutta la vita si riduce a un cumulo informe di banalità: guerre, morti, delitti, sono uguali per voi, come bottiglie di birra. E il quotidiano svolgimento della vita è solo un'orribile commedia. Tu frantumi anche le sensazioni di tempo e spazio in frazioni di secondo e lunghezze di segmenti. Sei la pazzia, Diana, pazzia furiosa. E tutto quello che tocchi muore con te” (Max Schumacher (William Holden) e Diana Christensen (Faye Dunaway in Quinto potere di Sidney Lumet
Oggi non ci sono giornali in edicola, ne approfittiamo per proseguire
una riflessione.
Quanto e in che modo a Rai è capace, ha la volontà e
interesse, di interrogare se stessa, sui suoi prodotti, i suoi contenuti, su
ciò che manda in onda? Dove, come e quando ci sono stati momenti di confronto,
analisi e studio non tanto sul suo ruolo "istituzionale", sula sua "missione" presente e futura, quanto invece
sulla sua offerta editoriale e sulla “risposta”, il gradimento che il suo pubblico
le fornisce non solo in termini dinumeri e di ascolti?
A nostra memoria, e ne abbiamo ancora alquanto buona, sono anni, decenni
che non avviene nulla del genere. Una volta, nel 1984, esisteva la famosa e
prestigiosa Verifica qualitativa programmi trasmessi (VQPT) dove si realizzava
una collana di monografie (studi e ricerche) edita da Rai Libri su tutto lo scibile
audiovisivo in onda sugli schermi Rai e non solo. Una struttura nata dentro la
Rai, prodotta dalla Rai e realizzata dalla Rai con l’impiego limitato di
consulenti esterni. Oggi è tutto svanito e, nel migliore dei casi, si realizzano
dall’Ufficio Studi Rai voluminosi studi accademici che “dimenticano” la Rai stessa
(vedi il recente studio sull’AI) per non dire dell’altro notissimo studio sugli
Algoritmi di Servizio Pubblico.
Non parliamo poi della capacità
di interrogarsi sul proprio futuro: zero. Esempio: i primi di novembre dello
scorso anno si sono svolti gli “stati generali” sulla Rai. Tante buone intenzioni
tra le quali la riforma. Risultato: zero. Poi, lo scorso 5 dicembre l’ADRAI
(dirigenti Rai) organizza un incontro sul tema “canone”. Da allora abbiamo chiesto
insistentemente di poter leggere qualcosa. Risultato: zero. Infine, recentemente,
si è svolo un incontro dell’opposizione su vari temi: informazione, riforma
etc. con il proposito, proprio riferito a quest’ultimo tema, di dare vita ad un
“tavolo di lavoro” finalizzato alla definizione di una proposta rivista, corretta
e condivisa delle varie ipotesi di riforma depositate in Senato. Risultato:
zero.
Per aver un’idea di come funziona da altre parti, basta fare un giro verso la BBC: anzitutto date uno sguardo a quest’ultimissimo documento BBC ANNUAL PLAN 2025/26 ( https://www.bbc.co.uk/aboutthebbc/documents/bbc-annual-plan-2025-2026.pdf ) poi guardate questo breve video https://www.youtube.com/watch?v=GYapPuPLG9o oppure leggere questo recente Report su “The future of the BBC licence fee” a questo link https://researchbriefings.files.parliament.uk/documents/CBP-10050/CBP-10050.pdf
Ecco perché cerchiamo, nel nostro
piccolo e con le poche risorse di cui disponiamo, di occuparci “anche” di prodotti,
di contenuti perché, comunque, siamo ancora convinti che la Rai è anche ciò che
produce proprio come abbiamo sempre sostenuto: sono le persone che fanno le cose
e "questa" Rai è fatta dalle persone che oggi la dirigono.
Perché ci vogliamo occupare di
“Mare fuori” ovvero quello che da alcuni anni considerato un prodotto di “successo” di Rai
Due in prima serata? Per tre buoni motivi: il primo è che ha tutte le
caratteristiche di un prodotto editoriale, di un caso di studio importante (ha
vinto premi e riconoscimenti), il secondo è perché di grande attualità e il
terzo motivo è perché Bloggorai conosce alquanto bene l’argomento. Molti anni
addietro ha vissuto una lunga esperienza professionale molto importante a Casal
del Marmo di Roma, noto carcere minorile. Poi, per oltre 10 anni, anche per
conto di Rai, si è occupato di Tv e Minori.
Rivediamo la storia di questa
prodotto. Nasce nel 2000 con la produzione di Rai Cinema e Picomedia e va
inonda per le prime due stagioni su RaiDue in prima serata per poi ripassare
gli episodi in replica su RaiPlay. Dopo le prime due stagioni 2020 e ’21, la
Rai perde i diritti che vengono acquistati da Netflix (che tutt’ora li detiene)
che, sostanzialmente, lancia il prodotto sulla scena internazionale e lo rende
un genere “cult”. Nel 2023 Mare Fuori torna alla Rai e leggiamo su Wikipedia
“Alla fine di aprile 2023, RaiPlay ha eliminato nuovamente le prime due
stagioni della serie dal proprio catalogo e il 27 luglio 2023 ha eliminato
anche la terza stagione, così i diritti per la distribuzione televisiva on
demand dell'intera serie ritornano ad essere detenuti in esclusiva da Netflix”.
Quali sono i “contenuti” di Mare
fuori, di cosa viene “raccontato”? Si raccontano storie e vicende di tanti
personaggi che “vivono” all’interno di un Istituto correzionale penale per
minorenni a Napoli. Maria Pia Ammirati, direttrice di Rai Fiction, ha dichiarato
“Questa serie continua a sorprenderci per la capacità di rinnovarsi e
rilanciare la sua forza d'attrazione rispetto al pubblico, quello dei giovani
in particolare che si riconoscono in un racconto fortemente realistico che, in
coerenza con lo spirito del servizio pubblico, colpisce per l'autenticità dei
sentimenti con cui descrive il delicato passaggio all'età adulta nella
condizione estrema del carcere minorile". Segue …
bloggorai@gmail.com
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