lunedì 26 maggio 2025

RAI: albero malato e frutti avvelenati

by Bloggorai ©

Siamo lentamente entrando nel clima imperfetto delle transizioni incompiute. La Rai e più ancora il concetto stesso di “Servizio Pubblico” sono nel pieno di una mutazione genetica dagli esiti incerti. La Rai è un’Azienda simile alle altre che operano sul mercato o no? Il Servizio Pubblico radiotelevisivo è svolto dalla sola Rai o no? La “missione” della Rai è la stessa degli anni passati o dovrà cambiare in relazione alle diverse connotazioni sociali e culturali del Paese? E così via si infittiscono gli interrogativi.

Il bello è che più interrogativi si pongono e meno sono i soggetti interessati o capaci a rispondere. L’opposizione è nel pieno del Deserto dei Tartari: davanti, di dietro e ai fianchi non c’è più nessuno. Chi, infatti, ha voglia di affrontare la chiave della natura giuridica della Rai e del contesto entro il quale deve operare? Risorse, obiettivi e struttura organizzativa sono diverse se il perimetro di riferimento è la competizione nel mercato oppure se l’interlocuzione prevalente è verso gli interessi pubblici. Chi infatti, in questo momento, e segnatamente riferito alle proposte di riforma che si vorrebbero dibattere (e ancora non ci sono tracce che possa avvenire), ha voglia, forza e coraggio, di aprire il dibattito sul prossimo rinnovo della Concessione del 2027? Chi ha voglia, forza e coraggio di affrontare una volta per tutte il tema del futuro tecnologico della Rai decidendo il futuro di Rai Way? Siamo a metà anno, e non tarderà il momento in cui si dovrà riproporre il tema del canone: Giorgetti e la Lega sono sempre in agguato. Qualcuno ha le idee chiare su cosa potrà succedere per il prossimo anno? Per arrivare poi agli interrogativi di “cronaca”: quando e come si risolverà il problema della presidenza? Fino a quando il testa a testa maggioranza vs opposizione potrà tenere legato il cda Rai con la questione Agnes si o Agnes no? Gli ascolti: l’DA Rossi ribadisce che vanno bene ma forse nemmeno lui ne è poi tanto sicuro. Intanto porta a casa la battuta del secolo di Fiorello: “I palinsesti sono quelli di 27 anni fa…” ovvero replica delle repliche e di Techedeche in prima serata il sabato sera. Infine, l'informazione: risulta a qualcuno che ci sia voglia, forza e coraggio di affrontare il problema di un nuovo piano editoriale? Posto che ne esista uno vecchio.

La Rai sembra come “ … color che son sospesi …” in balia degli eventi, una barca governata da sprovveduti all’arrembaggio di un futuro incerto in attesa della stessa attesa. Ora, tra poche ore, forse un giorno o due, si saprà dell’esito del Consiglio di Stato su Sanremo. Ora, tra poche settimane, entrerà in vigore il MFA che non cambierà nulla più di quanto non si è voluto già cambiare prima, dallo scorso 26 settembre quando è avvenuto lo strappo della nomina di questo Cda. Si poteva e si doveva fare: questo Cda non doveva nascere con le vecchie norme della Legge Renzi. TeleMeloni non casca dall’albero del pero. Qualcuno gli ha dato una manina, una manona.

Buona settimana!

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