venerdì 9 maggio 2025

La Rai sospesa ... tra Cielo e palude

by Bloggorai ©

Ieri due avvenimenti, uno planetario e universale e l’altro indigeno e locale hanno attirato la nostra attenzione. Nel pomeriggio, intorno alle 18, oltre 130 eminentissimi e reverendissimi Cardinali, provenienti dai 5 continenti, con lingue, culture e orientamenti molto diversi tra loro nel giro di poche ore hanno eletto il nuovo Papa. Poche ora prima, intorno alle 8, uno sparuto gruppetto di parlamentari dell’opposizione si è presentato in un’aula sorda e muta per provare a nominare la presidenza Rai dopo oltre 8 mesi di “sede vacante” e ne sono usciti con un pugno di sabbia tra le mani. Non c’è relazione e proporzione tra i due avvenimenti e però messi insieme danno una vaga idea di come possono andare le cose se impostate e gestite in modo corretto.  

Un passo indietro: a marzo scorso, dopo l’ennesima fumata nera della Vigilanza, la sua presidente Barbara Floridia, dichiarò che “… dovrò intanto coinvolgere l'opinione pubblica perché serve un dibattito con i cittadini che devono riaffezionarsi a un servizio pubblico che è in grande difficoltà … La riforma della Rai va fatta entro agosto perché poi saremo in infrazione. Comincerò con le assemblee pubbliche, coinvolgendo anche la fascia giovanile della società andando nelle scuole e nelle università. Poi dovrò fare appello al presidente della Repubblica se non dovesse accadere nulla perché la Vigilanza è un organo di garanzia ed è fermo da troppi mesi”.

Capite bene il baratro che si è aperto? Dibattito con l’opinione pubblica? Zero. Riforma da fare entro agosto? Mission impossible ovvero zero. Non rimane che la lettera. “Caro Presidente Mattarella Le scrivo la presente perché …” Già, perché gli scrive? Per chiedere cosa? Cosa può fare il Presidente della Repubblica per “convincere” i parlamentari della maggioranza, ovvero del Governo, a rinunciare alla loro candidatura Agnes oppure, viceversa, convincere quelli dell’opposizione a votarla?  Nulla, zero, il presidente non può fare nulla oltre ad una generica “moral suasion” ovvero un vago appello a mettersi d’accordo. Punto. A capo. E l’opposizione? Oltre che volersi rivolgere ai presidenti di Camera e Senato (l’hai messa in cassaforte) cosa fa o cosa potrebbe fare? Almeno due ipotesi sono percorribili: proporre un proprio nome alternativo alla Agnes oppure provare a far saltare il tavolo con le dimissioni dei “suoi” due consiglieri. Complicato? Difficile? Opportuno? Forse, ma certo meglio che l’impotenza cui è rassegnata e confinata (più o meno volontariamente).

La situazione a bocce ferme non è destinata a sbloccarsi e il tema presidente si lega indissolubilmente a quello della riforma fantasma. Tempo addietro Gasparri lo ha detto chiaro e tondo: votate la Agnes e noi sosterremo la riforma, ovvero la “calendarizzazione” del dibattito al Senato dove le sette proposte sono ferme da altrettanti mesi e non è stato nemmeno fatto il calendario delle audizioni. La riforma entro agosto se la sognano, tutti. E poi voglio vedere chi ricorre contro chi?

La banale verità è che sono tutti nel pantano e nella fanghiglia chi sembra più avvinghiata è l’opposizione. Il mese scorso si è svolto un incontro dove è stata annunciata la volontà di creare “un tavolo di lavoro sula riforma”. A parte qualche presunto incontro pseudo carbonaro tra non si sa chi per non si sa fare cosa non è successo nulla ed abbiamo seri dubbi che possa succedere. Chi “convoca” chi per fare cosa? Dove, quando? La nebbia cala su questa sponda del Tevere e, temiamo, ci rimarrà lungo. 

Il problema, ovviamente, non è tanto la buona volontà ma l’indirizzo “politico” del dibattito. Tra le 4 proposte dell’opposizione ci sono punti divista molto divergenti tra loro e alcuni di questi pure difficilmente sopportabili. Non solo e non ultimo: una “riforma” per essere tale, efficace e duratura, è impensabile che non sia votata anche dalla maggioranza ed è banalmente evidente che ci si dovrà confrontare anche con loro (per inciso, tra le proposte mancanti c’è appunto quella di Gasparri).  

Tutto sembra invorticarsi e intrecciarsi in modo minaccioso e incombente e tutto sembra poggiare su quei pilastri ora traballanti di cui spesso vi abbiamo parlato e illustrato simbolicamente: normativa, risorse, governance e tecnologie. Ma è necessario aggiungerne un altro che si interseca: l’offerta editoriale che pure non è messa molto bene. Ora si tratta di capire l’ordine di rilevanza, di precedenza tra questi elementi. A nostro avviso quello sulle risorse è potenzialmente il più drammatico e rilevante. Quest’anno non ci sono grandi eventi sportivi su cui contare, Sanremo è una grande incognita, il canone è sempre traballante sul suo importo e le modalità di riscossione (Giorgetti scalpita per la riduzione). Infine, sul tavolo è in corso la grande partita di Rai Way che è forse la madre di tutte le battaglie sulle risorse e sul futuro tecnologico della Rai e non solo (vedi Piano industriale fermo al palo). 

Non si gioca solo e banalmente la partita finanziaria che ovviamente fa molto gola agli azionistiche campano di rendita sui soldi pubblici del canone che Rai paga a Rai Way (oltre 210 mln) ma si gioca la “visione” di come il Servizio Pubblico potrà essere sul mercato delle nuove modalità di produzione, diffusione e fruizione di nuovi contenuti audiovisivi. A proposito di contenuti e di “trash” pubblico: si legge che qualcuno vorrebbe fare entrare una nota conduttrice Mediaset sugli schermi Rai. Ieri la Floridia ha dichiarato “…importante è che si tenga sempre alto la tipologia di intrattenimento”. Ah, già, vero… dimenticavamo, la tipologia.

Dobbiamo chiudere ma abbiamo molto, molto da dire ancora. Sul nuovo Papa in Tv, su Rai Way in particolare dove sappiamo più di quanto scriviamo etc. etc.

Infine, non ne parliamo spesso ma non dimentichiamo quanto sta succedendo a Gaza. Non siamo indifferenti agli oltre 50 mila uccisioni di bambini, donne e anziani colpiti nelle scuole, negli ospedali, nei luoghi di culto e nei mercati. Bloggorai sostiene, partecipa e diffonde ogni iniziativa a sostegno della popolazione civile palestinese a Gaza e nei territori occupati da decenni. È in corso un genocidio, uno sterminio e si vuole ora applicare la deportazione di massa. Invocare solo la “pace” ora potrebbe servire a poco.

bloggorai@gmail.com

 

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