Ieri due avvenimenti, uno planetario e universale e l’altro
indigeno e locale hanno attirato la nostra attenzione. Nel pomeriggio, intorno alle
18, oltre 130 eminentissimi e reverendissimi Cardinali, provenienti dai 5
continenti, con lingue, culture e orientamenti molto diversi tra loro nel giro di
poche ore hanno eletto il nuovo Papa. Poche ora prima, intorno alle 8, uno
sparuto gruppetto di parlamentari dell’opposizione si è presentato in un’aula
sorda e muta per provare a nominare la presidenza Rai dopo oltre 8 mesi di “sede
vacante” e ne sono usciti con un pugno di sabbia tra le mani. Non c’è relazione
e proporzione tra i due avvenimenti e però messi insieme danno una vaga idea di
come possono andare le cose se impostate e gestite in modo corretto.
Un passo indietro: a marzo scorso, dopo l’ennesima fumata
nera della Vigilanza, la sua presidente Barbara Floridia, dichiarò che “… dovrò
intanto coinvolgere l'opinione pubblica perché serve un dibattito con i
cittadini che devono riaffezionarsi a un servizio pubblico che è in grande
difficoltà … La riforma della Rai va fatta entro agosto perché poi saremo in
infrazione. Comincerò con le assemblee pubbliche, coinvolgendo anche la fascia
giovanile della società andando nelle scuole e nelle università. Poi dovrò fare
appello al presidente della Repubblica se non dovesse accadere nulla perché la
Vigilanza è un organo di garanzia ed è fermo da troppi mesi”.
Capite bene il baratro che si è aperto? Dibattito con l’opinione
pubblica? Zero. Riforma da fare entro agosto? Mission impossible ovvero zero. Non
rimane che la lettera. “Caro Presidente Mattarella Le scrivo la presente perché
…” Già, perché gli scrive? Per chiedere cosa? Cosa può fare il Presidente
della Repubblica per “convincere” i parlamentari della maggioranza, ovvero del Governo,
a rinunciare alla loro candidatura Agnes oppure, viceversa, convincere quelli
dell’opposizione a votarla? Nulla, zero,
il presidente non può fare nulla oltre ad una generica “moral suasion” ovvero
un vago appello a mettersi d’accordo. Punto. A capo. E l’opposizione? Oltre che
volersi rivolgere ai presidenti di Camera e Senato (l’hai messa in cassaforte)
cosa fa o cosa potrebbe fare? Almeno due ipotesi sono percorribili: proporre un
proprio nome alternativo alla Agnes oppure provare a far saltare il tavolo con le
dimissioni dei “suoi” due consiglieri. Complicato? Difficile? Opportuno? Forse,
ma certo meglio che l’impotenza cui è rassegnata e confinata (più o meno volontariamente).
La situazione a bocce ferme non è destinata a sbloccarsi e il
tema presidente si lega indissolubilmente a quello della riforma fantasma. Tempo
addietro Gasparri lo ha detto chiaro e tondo: votate la Agnes e noi sosterremo
la riforma, ovvero la “calendarizzazione” del dibattito al Senato dove le sette
proposte sono ferme da altrettanti mesi e non è stato nemmeno fatto il calendario
delle audizioni. La riforma entro agosto se la sognano, tutti. E poi voglio
vedere chi ricorre contro chi?
La banale verità è che sono tutti nel pantano e nella fanghiglia chi sembra più avvinghiata è l’opposizione. Il mese scorso si è svolto un incontro dove è stata annunciata la volontà di creare “un tavolo di lavoro sula riforma”. A parte qualche presunto incontro pseudo carbonaro tra non si sa chi per non si sa fare cosa non è successo nulla ed abbiamo seri dubbi che possa succedere. Chi “convoca” chi per fare cosa? Dove, quando? La nebbia cala su questa sponda del Tevere e, temiamo, ci rimarrà lungo.
Il problema,
ovviamente, non è tanto la buona volontà ma l’indirizzo “politico” del
dibattito. Tra le 4 proposte dell’opposizione ci sono punti divista molto
divergenti tra loro e alcuni di questi pure difficilmente sopportabili. Non solo
e non ultimo: una “riforma” per essere tale, efficace e duratura, è impensabile
che non sia votata anche dalla maggioranza ed è banalmente evidente che ci si
dovrà confrontare anche con loro (per inciso, tra le proposte mancanti c’è
appunto quella di Gasparri).
Tutto sembra invorticarsi e intrecciarsi in modo minaccioso e incombente e tutto sembra poggiare su quei pilastri ora traballanti di cui spesso vi abbiamo parlato e illustrato simbolicamente: normativa, risorse, governance e tecnologie. Ma è necessario aggiungerne un altro che si interseca: l’offerta editoriale che pure non è messa molto bene. Ora si tratta di capire l’ordine di rilevanza, di precedenza tra questi elementi. A nostro avviso quello sulle risorse è potenzialmente il più drammatico e rilevante. Quest’anno non ci sono grandi eventi sportivi su cui contare, Sanremo è una grande incognita, il canone è sempre traballante sul suo importo e le modalità di riscossione (Giorgetti scalpita per la riduzione). Infine, sul tavolo è in corso la grande partita di Rai Way che è forse la madre di tutte le battaglie sulle risorse e sul futuro tecnologico della Rai e non solo (vedi Piano industriale fermo al palo).
Non si gioca solo e banalmente la partita finanziaria
che ovviamente fa molto gola agli azionistiche campano di rendita sui soldi pubblici
del canone che Rai paga a Rai Way (oltre 210 mln) ma si gioca la “visione” di come
il Servizio Pubblico potrà essere sul mercato delle nuove modalità di produzione,
diffusione e fruizione di nuovi contenuti audiovisivi. A proposito di contenuti
e di “trash” pubblico: si legge che qualcuno vorrebbe fare entrare una nota conduttrice
Mediaset sugli schermi Rai. Ieri la Floridia ha dichiarato “…importante è che
si tenga sempre alto la tipologia di intrattenimento”. Ah, già, vero… dimenticavamo, la tipologia.
Dobbiamo chiudere ma abbiamo molto, molto da dire ancora. Sul
nuovo Papa in Tv, su Rai Way in particolare dove sappiamo più di quanto
scriviamo etc. etc.
Infine, non ne parliamo spesso ma non dimentichiamo quanto
sta succedendo a Gaza. Non siamo indifferenti agli oltre 50 mila uccisioni di bambini,
donne e anziani colpiti nelle scuole, negli ospedali, nei luoghi di culto e nei
mercati. Bloggorai sostiene, partecipa e diffonde ogni iniziativa a sostegno
della popolazione civile palestinese a Gaza e nei territori occupati da
decenni. È in corso un genocidio, uno sterminio e si vuole ora applicare la
deportazione di massa. Invocare solo la “pace” ora potrebbe servire a poco.
bloggorai@gmail.com
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