venerdì 23 maggio 2025

La "loro" RAI

by Bloggorai ©

Correva il giorno 1 di giugno 2023, nel pieno di una stagione che non tramonta mai: quella delle trame e dei complotti sempiterni dentro e, in questo specifico caso, fuori la Rai. Quel giorno si legge la notizia: l’AD Fuortes rimuove Mario Orfeo dalla Direzione Intrattenimento e lo spedisce al Tg3. Correva poi il giorno 2 giugno 2023 e Prima Comunicazione pubblica una foto di un gruppo di persone in amabile conversazione nei giardini di Viale Mazzini, proprio di fronte al cavallo morente o rampante (scegliete voi il punto di vista). I personaggi ripresi sono lo stesso Mario Orfeo, Marcello Ciannamea, Felice Ventura, Marco Brancadoro e Stefano Coletta. Improvvida fotografia, momento epico, storia della Rai primordiale.

Allora, si dà il caso che ieri il cda di Via Asiago ha nominato Ventura presidente di Rai Pubblicità e rimosso dallo stesso consiglio Marcello Ciannamea (da tempo considerato in “quota” Lega candidato a tutto) e promosso la Calandrelli (in “quota” a non si sa bene chi) alla Direzione Sostenibilità (già prima diretta dall’attuale consigliere Natale, quota AVS) e incaricata del “tavolo” di lavoro sull’IA. Inoltre, per non farsi mancare nulla, lo stesso Cda ha nominato un piccolo stuolo di vicedirettori e oggi il quotidiano Domani titola: “Tgr e RaiNews scivolano più a destra”. Nota a margine (e non è una notarella): i consiglieri di Majo, Natale e Di Pietro ieri si sono astenuti. Scrive Lisa Di Giuseppe sempre su Domani “Dietro a questa scelta, fanno capire, la volontà di difendere Silvia Calandrelli, ritenuta più vicina al centrosinistra ma proposta dall'AD Giampaolo Rossi prima di Pasqua”. Seconda nota margine: RaiNews24 non scivola sola a destra, va oltre il prefisso telefonico. Terza nota margine: perché Rossi ha tanta premura di “coprirsi” a sinistra (???) con la Calandrelli e Coletta? Quarta nota a margine: il DG Sergio chi l’ha visto. Si sono perse le tracce.

Andiamo con ordine. Lettura politica: ancora non leggiamo nulla (solo Il Fatto ne fa un breve cenno) sul presunto incontro tra Giorgetti e Rossi dove avrebbero discusso, appunto, di Rai Pubblicità. Incontro, sembra, finito in “pareggio” con la nomina di Ventura. Il fatto, se mai fosse realmente accaduto, sarebbe grave ma forse lo è solo per Bloggorai perché, a quanto sembra, non interessa nessuno men che meno i consiglieri che si sono astenuti. Tutta la “manovra” intorno a Rai Pubblicità è sotto il segno di camarille politiche, di spartizioni e trame e complotti, come da migliore tradizione. Delle due l’una: o le condividi o le bocci e le ostacoli. Di mezzo c’è l’astensione che non si capisce in alcun modo dove va a parare. Questa pagina di storia del Servizio Pubblico verrà iscritta d’ufficio nel capitolo “misteri gloriosi”.

Ma c’è una lettura che non si sa bene dove collocare e definire: la solita tarantella delle nomine fatte ad insaputa delle capacità professionali degli interessati. In Rai è consolidata una bizzarra quanto fastidiosa abitudine. Tutti sono capaci a fare tutto: un muratore può fare l’elettricista, un pilota di elicotteri può fare il giardiniere e così via. Così succede che ci si può occupare indifferentemente di strategie di marketing e pubblicità come pure di Intelligenza artificiale (poi ci pensa l’Ufficio Studi Rai a rimettere a posto le cose). Ecco allora che un Ventura, un Zinzilli, una Calandrelli valgono per lo stesso ruolo l’un per l’altro e la differenza la fa solo il “peso” politico che possono avere in quel determinato momento e contesto. Sub nota a margine: per quanto letto, la stessa Calandrelli avrebbe minacciato un ricorso per demansionamento qualora non avesse ottenuto quanto le spettava. Punto. Natale, di Majo e Di Pietro astenuti? Boh! Il PD protesta “Le nomine in corso non premiano il merito, ma rispondono a logiche politiche che trasformano l'azienda in un megafono del governo” e la Floridia vorrebbe convocare Rossi in Vigilanza ma il Governo non ci pensa proprio a dargli soddisfazione. Doppio punto. A capo.

Abbiamo tanti “dossier” aperti. Il primo riguarda la “presunta” riforma fantasma che tutti vogliono e nessuno se la prende in carico. I primi a non volerla sembrano proprio quelli dell’opposizione: nessuno ha traccia di qualcosa che possa somigliare ad una proposta condivisa. Un partito di Governo ha fatto la sua parte (Gasparri) con una sua proposta da leggere attentamente nella forma e nella sostanza. PD, AVS e M5S sono fermi al palo di qualche anno addietro, quando il MFA non era nemmeno all’orizzonte. Il secondo riguarda RaiWay: c’è un fitto lavoro sottotraccia che però non sfocia da nessuna parte: fintanto che non si risolve il problema governance Rai i giochi sul MoU sono fermi. Il terzo riguarda l’informazione Rai. Pure questo è un tema che fa venire l’orticaria: solo a sentirne parlare molti iniziano a grattarsi nervosamente. Piano editoriale, riordino delle testate, newsroom unica? Appena avanzi questi temi ti tolgono il saluto e poi se la prendono con Tele Meloni. La deriva di questo problema poi è cronaca di questi giorni: come l’informazione del Servizio Pubblico affronta e gestisce i fatti di cronaca nera. C’è una lotta tremenda non solo tra gli interessati al tragico fatto ma tra testate giornalistiche, tutte interne al “circo mediatico” dove la Rai partecipa volentieri. Di chi lo “scoop” sull’impronta nella villetta di Garlasco? “A noi” rispondono dal Tg1 con il suo logo in sovrimpressione mentre le Iene di Italia1 e Bruno Vespa con il plastico riesumato dal magazzino riepilogano i fatti.

A Bloggorai piacerebbe molto occuparsi di questi temi e poi però i fatti del giorno ci sovrastano e disturbano l’attenzione.

Quelle poche energie che ci rimangono le dedichiamo a quel racconto dei giorni scorsi sui Poteri più o meno forti dentro e introno alla Rai in grado di scrivere il futuro dell’Azienda e del Servizio Pubblico. E, come vi abbiamo scritto, gli archivi sono una formidabile miniera di informazioni preziose per ricondurre i fili che ci portano ai giorni nostri. 

Ieri ci è stato segnalato un articolo di Carlo Bonini pubblicato su Repubblica a giugno 2011 con il titolo “Così Bisignani usava Masi e la Rai. Nelle carte dei Pm le trame del faccendiere”. Da leggere attentamente e incorniciare sottolineando i tanti nomi che vi compaiono : https://www.repubblica.it/cronaca/2011/06/21/news/cos_bisignani_usava_masi_e_la_rai_nelle_carte_dei_pm_le_trame_del_faccendiere-17991421/ . Impressionante.

Non sappiamo per quanto ancora ma il racconto prosegue.

bloggorai@gmail.com

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