Il calderone Rai brontola tra omissioni sui referendum
(secondo AgCom “… dal 9 aprile al 10 maggio la percentuale di tempo di parola
che il servizio pubblico ha riservato al tema referendario è lo 0,62%” leggiamo
oggi sul Fatto) e presunti “successi” tra Sanremo dove è ufficiale che non ci
saranno concorrenti e ascolti di Sinner.
Di cosa altro si potrebbe parlare? Della D'Urso che tornerebbe in Rai sponsorizzata da Salvini (letto su Il Foglio di oggi) con un programma di "emotainment" su RaiUno (ci mancava!!!). Oppure parliamo di questa sera quando su RaiDue andrà inonda Belve dove un tizio racconterà che "... pratico Brahmachari, cioè mantenere l'energia sessuale dentro per motivi spirituali ..." e fa uso della droga ayahuasca che non è un allucinogeno che ti può illuminare, ma ti può portare all'inferno".
Ma non è di queste cose che oggi ci vogliamo occupare. Vogliamo proseguire il racconto sul Potere Forte che si annida dentro e intorno alla Rai. Il suo nome è semplice: massoneria.
La domanda che poniamo è: quanto di
questo Potere esiste o resiste ancora dentro e intorno alla Rai e quanto è in grado
di condizionare ancora il suo futuro? Se mai esiste/resiste ancora ha assunto nuove
forme e dimensioni?
Perché siamo solitamente pessimisti sul presente e sul
futuro della Rai? Quando nell’ormai lontano giugno 2018, alla vigilia del
rinnovo del Cda e appena conosciuto Riccardo Laganà, Bloggorai ha iniziato a
pubblicare il post quotidiano ha posto subito in chiaro quale fosse il suo
orizzonte di riferimento ed interesse, il suo “progetto editoriale”: La Rai
prossima ventura.
Da allora, ogni giorno, ci poniamo sempre più o meno la
stessa domanda e poniamo interrogativi ormai logori: “questa” Rai ovvero
“questo Servizio Pubblico” ha un futuro e quale potrà essere? La domanda
forse è ormai oziosa e spesso trova una risposta facile: si, forse lo ha ma
sarà altro e diverso, ridotto e marginale rispetto al suo passato e rispetto
alle nuove dimensioni del suo contesto sociale, politico e istituzionale.
Questi tre pilastri sono mutati profondamente e muteranno ancora di più e sarà
difficile, forse impossibile, tenere il passo del mutamento. Ma la domanda che
poniamo è: c’è qualcuno che ha la voglia, la forza, la chiarezza e la
determinazione per compiere questo processo? Abbiamo qualche dubbio.
Abbiamo sempre scritto e sostenuto che per provare ad intuire il futuro è necessario, doveroso, prima comprendere dettagliatamente il passato. Abbiamo riscontrato in questi sette anni che ogni volta che poniamo questo problema, molti fanno spallucce e storcono infastiditi il loro nasino garbato.
Cosa è avvenuto, quali sono stati i grandi
processi/interessi interni ed esterni che hanno portato “questa” Rai ovvero
“questo Servizio Pubblico” sull’orlo di una crisi di nervi quasi esistenziale?
Quali sono state (e sono tutt’ora) le forze, palesi e occulte, che hanno sostenuto
o agevolato il suo sviluppo? La risposta può essere che è solo colpa di “tele Meloni”?
Questi interrogativi, posti più di una volta e con interlocutori diversi e
qualificati, ne portava altri conseguenti e paralleli: chi, come e perché hanno
agito (o anche non agito che pure ha un segno e un significato potente) ha
“remato contro” o non ha remato affatto, lasciando che la barca andasse
lentamente e inesorabilmente alla deriva???
Tempo addietro, abbiamo cercato
di rispondere ad una precisa sollecitazione che ci era stata fatta: “Se non
si conoscono e si demoliscono i “poteri forti” che hanno stretto la morsa
dentro e intorno alla Rai, non si va da nessuna parte”. E allora, a suo
tempo, abbiamo provato timidamente, sommariamente, a tracciare una sorta di
“mappa” dove si intravvedevano chiaramente alcune aree grigie e, attenzione, in
quelle aree non c’erano solo i “nemici” del Servizio Pubblico, magari quelli
che sottobanco erano in combutta con il nemico, con la concorrenza (che pure
hanno avuto nomi e cognomi). In quelle aree grigie e malmostose c’erano (e ci
sono ancora) tanti “amici”. Chi ha buona memoria ricorda certamente che, non a
caso, spesso abbiamo pubblicato la citazione da Fiesta di Hemingway “Come ai
fatto a fare bancarotta? chiese Bill. In due modi - Mike disse – gradualmente
prima e improvvisamente poi. Chi ti ci ha portato? Amici – disse Mike. Io avevo
un sacco di amici. Falsi amici”.
Ecco allora che nei momenti di
vuoto (si fa per dire), come oggi, torna prepotente l’incubo del passato che
pure, proprio ieri, ci è stato riproposto da un attento, storico e
qualificatissimo lettore. Il suo esordio è stato tutto un programma su dove
andava a parare: “Caro Bloggorai, ma tu a che “parrocchia” appartieni???”.
Dopo un attimo di silenzio e fatto rapidamente un esame di coscienza, non ho
avuto esitazioni: “A nessuna, non ho e non mai avuto tessere di partito e tantomeno
sono stato mai addebitato “in quota” a chicchessia”. Nel mentre che rispondevo
mi sono passati davanti agli occhi tanti direttori generali, direttori di rete,
direttori di vario genere nominati senza mai sapere un perché, senza mai conoscere
un merito comparato, un criterio di scelta trasparente. Ci siamo ricordati tanti
nomi, molti ancora in “servizio” dentro e intorno alla Rai. Poi, una pausa di
silenzio. Lui a me: “lo immaginavo…” e da quel momento in poi ci siamo
incamminati a rimettere in piedi un racconto, una narrazione come piace dirsi, in
grado di farci avvicinare alle domande di cui sopra. Il nostro lettore ha
posto al centro un solo tema, un solo soggetto, quel solo “potere forte” tanto
forte quanto sottile, perfido e diluito fin da essere quasi impercettibile.
Eppure non è difficile supporre che esiste, agisce e persegue tuttora con i
suoi epigoni un disegno ardito e di lunga durata.
Allora, quando si vuole
raccontare una storia, seppure molto complessa di difficilissima comprensione,
è necessario porre in evidenza punti saldi, pietre miliari indiscutibili e al
di sopra di ogni valutazione soggettiva. Alla Storia, agli atti giudiziari della
Commissione Parlamentare sulla P2, datati luglio 1982, risulta un documento
sequestrato a M. Grazia Gelli (figlia del Venerabile Licio) titolato Testo
Integrale del Piano di Rinascita Democratica della Loggia P2 dove, tra i
primi obiettivi, si legge: “La RAI-TV va dimenticata” e, più avanti “ … dissolvere
la RAI-TV in nome della libertà di antenna ex art. 21 Costit.”. Questo documento
va giocoforza collegato alla lista dei componenti della Loggia dove, tra i
tanti nomi, se ne leggono tanti che hanno “attraversato” direttamente o
indirettamente, dentro e fuori, la storia della Rai. Scorrendo la lista, in
ordine alfabetico, balzano in evidenza tanti nomi (esattamente 10
classificati come “dirigenti Rai”), molti dei quali hanno decisamente
negato la loro partecipazione attiva alla Loggia (forse, iscritti a loro
insaputa) ed hanno poi avuto ragione in Tribunale dalla presunta appartenenza
alla P2 in quanto la presenza del loro nome non stava a significare la loro
completa adesione. Vedi https://www.archivio900.it/it/documenti/doc.aspx?id=42
e atti della Commissione Parlamentare d’inchiesta sulla P2 https://inchieste.camera.it/p2/documenti.html?leg=09&legLabel=IX%20legislatura
.
Tra i tanti, ne citiamo, per ora,
solo uno che basta e avanza: Silvio Berlusconi ma non dimentichiamo gli altri. Interessante
rileggere la storia della nascita di Mediaset: https://www.wired.it/article/berlusconi-televisioni-tv-canale-5-rete-4-italia-1-pizzone-storia/
. Sulla sua iscrizione alla P2 necessario rivedere la sua intervista a Mixer del
1994 https://www.youtube.com/watch?v=9xMvbxgonSI
dove dichiarò che “ … non lo considero un errore ma un incidente senza colpa”.
A rileggere oggi tanti nomi,
tanti, solo in parte e solo per quanto riguarda la Rai e di chi gli stava
“intorno” si intuiscono tante cose e si trovano tante risposte. Tanti nomi che
hanno avuto incarichi di grande responsabilità dentro Viale Mazzini e dintorni
e che hanno inciso certamente sullo “sviluppo” dell’Azienda.
Continua (forse).
bloggorai@gmail.com
Nessun commento:
Posta un commento