L’ultima spiaggia. Ci siamo chiesti spesso perché la Rai, il
Servizio Pubblico universale e generalista, insiste, resiste e persiste nel
proporre un palinsesto che si rivolge prevalentemente ad un pubblico “adulto”
ovvero un po' più che adulto ovvero “anziano” ovvero “diversamente giovane”. Si
tratta di un palinsesto definito con una splendida sintesi da Fiorello da “accanimento
terapeutico” dove le repliche si sommano alle repliche (questa volta non sbagliamo:
ieri sera è andata in onda per la 31a volta – trentunesima – Pretty Woman,
datato 1990).
Già, perché non si avverte nessuno sforzo ideativo, produttivo
e propositivo indirizzato a proporre un’altra offerta editoriale in grado di
intercettare altri pubblici che non siano quelli compresi nella fascia 45-over
65 che compongono l’85% del pubblico Rai e i soli over 65 sono il 56% (fonte Auditel)?
Ci sono tanti buoni motivi ma uno tra tutti ce lo fornisce
il Primo Rapporto Auditel-Ipsos presentato nei giorni scorsi con un titolo
che è già tutto un programma: “Anziano sarà lei! I 65+ oltre gli stereotipi”.
Un documento di grande interesse. Leggiamo alcuni stralci dal comunicato stampa:
“Iperconnessi, multidevice, multipiattaforma. I 65-74enni oltre tutti gli
stereotipi: sono un pubblico pregiato per i broadcaster e gli investitori
pubblicitari …un Italia dotata di 121,6 milioni di schermi – quasi cinque a
famiglia– con 43,9 milioni di televisori di cui 24,7 milioni connessi a
Internet, mentre le Smart TV sono raddoppiate in cinque 2 anni (+131 %) … il target
65-74 anni, ormai indistinguibile dal resto della popolazione per dotazioni,
competenze e capacità di spesa: le famiglie composte esclusivamente da over 65
sono 6,6 milioni (+540 mila in cinque anni) e superano quelle con minori, ma al
loro interno si distinguono nettamente i 65-74 enni, attivi e iperconnessi,
dagli over 75, ancora distanti dal digitale. Nei nuclei di soli 65-74 enni la
penetrazione di Internet raggiunge il 92 %, la banda larga il 56 % e lo
smartphone il 91 %; oltre metà possiede almeno una Smart TV, con una media di
2,9 dispositivi connessi per 1,5 componenti in media. La fruizione di
piattaforme streaming in questa fascia è quasi raddoppiata (dal 14 % al 26 %)”.
Il Report conclude e “… mette dunque in discussione il marketing generazionale
tradizionale e invita broadcaster, investitori pubblicitari e policy-maker a
includere il segmento 65-74 anni nei propri piani di contenuto e di sviluppo”.
Bene, verrebbe da dire: quei furbacchioni del Marketing,
quei geniacci dei direttori di “genere” e gli astuti pianificatori di
palinsesti e ideatori di nuovi programmi Rai avevano intuito tutto questo da
anni, da decenni e si sono “adattati” alla situazione. Che necessità c’è
infatti, di mettersi a premere le meningi per creare (magari in casa, senza doverlo
acquistare) un format rivolto ai “giovani” quando ti è ben chiaro che comunque questi se ne guardano bene dal vedere gli schermi del Servizio Pubblico? Perché
sporcarsi le mani con il nuovo quando il vecchio, usato e garantito, ti garantisce
la “pagnotta” degli ascolti senza alcuno sforzo. Giusto un paio di giorni
addietro ci siamo dimenticati di fare gli auguri a Giovanni Minoli per i suoi 80
anni e proprio quel giorno sulla “sua” trasmissione La Storia siamo noi ha intervistato
quella giovane fanciulla di Catherine Deneuve alla sua splendida età di 81
anni. Lo abbiamo già ricordato. Alcuni sabati addietro in prima serata hanno mandato per
ben due volte uno speciale di Techedeche mentre sono in calendario innumerevoli
repliche dei vari Don Matteo, Imma etc etc etc.
La riposta all’interrogativo che abbiamo posto è dunque
semplice e banale: gli “anziani” pagano e rendono, sono titolari di pensioni,
possiedono immobili, sono genericamente “conservatori” e poco propensi al “nuovo
che avanza” e dunque il pubblico perfetto per la Rai e, più segnatamente, per
la sua rete ammiraglia RaiUno. Il “nuovo “ direttore del coordinamento generi,
Stefano Coletta (peraltro senza ancora una sua missione, potrebbe fare uno sforzo
di fantasia e creare appunto un nuovo genere “Anziani in Tv” … successo garantito
!!! Del resto è stato lui a “riscoprire” pochi anni addietro il ritorno della
Carrà in Rai.
Bene, andiamo avanti e prendiamo l’agenda. Mancano ore, giorni, per conoscere la sentenza del Consiglio di Stato su Sanremo. Comunque vada, la prossima edizione è salva e si tratta solo di vedere a quali condizioni contrattuali si dovrà pervenire cioè accettare o meno i nuovi parametri richiesti dal Comune di Sanremo.
Poi, a giugno, si libererà il posto di Stefano
Ciccotti, attuale CTO, ovvero un ruolo di assoluto e primario interesse
strategico per il futuro della Rai, peraltro proprio quando si sta per concludere
la fase di trattativa prevista dal MoU sulla cessione/fusione di Rai Way. Chi potrà
succedergli? Chi avrà la supervisione tecnologica delle trattative che si
potranno aprire dopo il 30 settembre? Un candidato interno o uno esterno? Si tratta
di una domanda fondamentale: sarà la chiave di lettura delle prospettive tecnologiche
dell’Azienda. Al momento, per quanto cerchiamo di capire e sapere, si brancola
nel buio e circolano solo vaghe ipotesi, compresa quella che vedrebbe lo stesso
Ciccotti in un futuro board della nuova società che si andrebbe a costituire
con Ei Towers. E l’attuale AD di RaiWay, Roberto Cecatto, che farà? Di lui
sappiamo poco ma sufficiente: sappiamo che percepisce un compenso annuo di oltre 500 mila euro,
sappiamo che è prossimo anche lui alla pensione il prossimo anno e abbiamo
spesso letto di lui che è in “quota Lega”. Come noto, una “quota” di appartenenza
ad un partito non si nega a nessuno. Si prospetta una bella battaglia.
Arriviamo ai primi di luglio, quando dovrebbe entrare pienamente
in vigore il famigerato European Media Freedom Act. Tutti lo vogliono e nessuno se lo
piglia a partire dai partiti di opposizione che seppure lo lodano e lo auspicano
poi se ne sono ben guardati dall’applicarlo quando già si poteva e si doveva
con la nomina dell’attuale Cda. Ai primi di luglio sarà prossima la ricorrenza
di un anno senza presidente Rai e, al momento, non ci sono segnali di fumo all’orizzonte che ci possa essere entro breve tempo. La Floridia ha detto che scriverà a Mattarella. Dicono che sta
cercando carta e penna.
Ci permettiamo di rinnovare un piccolo suggerimento di buona
volontà e auspicio per evidenziare l’arrivo del grande evento EMFA: le
dimissioni dei consiglieri in “quota” M5S e AVS, di Majo e Natale. Per quanto
siamo in grado vagamente, molto vagamente, di percepire, di sapere e leggere, il loro contributo,
la loro presenza in questo Cda sta somigliando molto alla esperienza precedente
della cosiddetta “società civile” passata alla storia con un segno indelebile: irrilevante.
ps: nota a margine: sembra che il DG Roberto Sergio da un po'
di tempo non si vede e non si sente. Sembra.
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