Visto il successo del post di ieri tra i nostri lettori, anche
oggi mettetevi comodi e leggete fino in fondo. Torniamo sul tema delle
possibili dimissioni dell’AD Salini. Anzitutto riportiamo un breve articolo de La
Stampa a firma Paolo Festuccia. Si legge “Dell'addio di Fabrizio Salini alla
Rai si parla ormai da settimane. Nelle ultime ore, però, nei palazzi della
politica prima ancora che l'Ad lasci (ammesso che lasci), si cerca già il
candidato più idoneo a sostituirlo. Anzi, più che un successore, dicono negli
ambienti di viale Mazzini, si cerca un traghettatore. Un uomo Rai che per
undici mesi guidi l'azienda fino al rinnovo dell'intero cda”.
Come noto, il sottoscritto ha la fortuna di conoscere “gli
ambienti di Viale Mazzini” e abbiamo cercato di capire. Anzitutto parliamo di “voci”
e, giustappunto, sull’articolo di Festuccia
si riporta un mezzo virgolettato: “Per
ora comunque Salini c'è ancora. Anzi, chiarisce l'attuale numero uno della Tv
pubblica che sta lavorando «alle nuove offerte editoriali dell'estate e
dell'autunno, della tv, della radio e di Rai Play. Abbiamo ancora molto da
fare. Siamo e sono al lavoro, come sempre». Insomma, «solo voci sul mio futuro»”.
Posto che, per quanto ne sappiamo, solo Santa Giovanna d’Arco e Edoardo De
Filippo erano in grado di “ascoltare” le voci “di dentro” e di fuori. A noi
comuni osservatori rimane a mala pena la possibilità di interpretare i fatti e
leggere i documenti. Ieri abbiamo scritto chiaro e tondo che di fronte ad una
situazione del genere un atto di responsabilità sarebbe solo quello di dire
forte e chiaro quali sono gli intendimenti che l’AD intende perseguire senza
incertezze, dubbi e ambiguità e non è sufficiente un mezzo virgolettato per chiarire. Giornalisticamente si dice: “non si commentano le voci” ma non è questo il caso. Non è più una “voce” ma un coro che non
è iniziato ieri, viene da lontano e si lega a molte vicende interne ed esterne all’Azienda.
È iniziato tempo addietro, quando si manifestavano le prime difficoltà e
incertezze sulla guida dell’Azienda, sia
sul piano industriale (vedi il Piano) sia sul piano “politico “ (vedi il tira e
molla sulle nomine). La sua nomina, era frutto di un accordo politico venuto meno
con il cambio di maggioranza di Governo ed è noto che si vorrebbe (PD) rimettere
in discussione quegli equilibri ormai superati. Inoltre, come abbiamo scritto
più volte, la partita più generale sulle nomine (AgCom… Giacomelli ???) è
sempre aperta (vedi quanto successo ieri al Senato e poi alla regione Lombardia
con il voto/veto dei renziani).
Questo, sommariamente,
il contesto. Poi, qualora fossero vere le “voci” si pone il problema tecnico
giuridico: cosa succede in caso di dimissioni dell’AD? Le Legge del 28 dicembre 2015, n. 220, all’art. 2, al
comma 8, prevede solo che “8. In caso di
dimissioni o impedimento permanente ovvero di revoca del presidente o di uno o
più membri del consiglio di amministrazione, i nuovi componenti sono nominati
con la medesima procedura di cui al comma 6 entro i novanta giorni successivi
alla data di comunicazione formale delle dimissioni” . Successivamente, al comma
11, si legge “Nell’anno successivo al termine del mandato di amministratore
delegato, non può assumere incarichi o fornire consulenze presso società
concorrenti della RAI Radiotelevisione italiana Spa”. Non ci sono riferimento di
procedure da adottare in caso di dimissioni dell’Ad se non come componente del Cda e quindi in questo caso si
dovrebbero applicare le norme previste
dal Codice Civile: significa che A) la Rai non può rimanere senza AD; B) la sua assenza non si può supplire e
sarebbe necessario nominare, con la Legge in vigore, un nuovo AD. Come ci dice un esperto legale “Salini
lascerà solo quando sarà certo il nome del suo sostituto”.
Ecco allora che il quadro si fa molto ma molto complesso e si
tratta di riflettere all’interno di tre parametri: probabilità, possibilità e
necessità. La probabilità si riferisce alla fortuita combinazione di fattori esterni
a lui e alla Rai (Va a Netflix? La politica raggiunge nuovi equilibri? etc etc ).
La possibilità riporta ad un calcolo geometrico: siamo di fronte ad un panorama
incerto e forse anche drammatico per Viale Mazzini per le note prospettive
economiche altamente rischiose per canone e pubblicità. La “politica”si può
permettere di lasciare a bagno maria l’Azienda? Per quanto abbiamo potuto capire, NO.
Infine, la necessità si collega al dovere diremmo “civile” di assumersi le
proprie responsabilità e nel dovere di non lasciare l’Azienda nel guado delle
incertezze e delle confusioni. Non vi è dubbio, infatti che le “voci” in Azienda
si sentono e modulano i comportamenti delle persone che ci lavorano.
Per quanto
abbiamo potuto raccogliere, queste alcune tra le opinioni che girano: molti
sono propensi a ritenere che le dimissioni siano imminenti (una fonte ci riferisce
che Salini ne avrebbe parlato “ufficiosamente”) magari dopo l’approvazione del
bilancio; la minoranza degli interpellati invece sostiene, con varie argomentazioni,
che non ci sono le condizioni e quindi resta fino a scadenza. Infine, una buona
parte, più problematica, riporta tutto alla difficoltà di affrontare il
problema che non sarebbe solo suo ma anche del Presidente e di tutto il Cda. Un
commento tra i tanti merita di essere
riportato: “Facciano qualsiasi cosa ma, per favore, non ci propongano un
esterno con la una nuova corte al seguito. Il peggiore tra i candidati interni è 10 volte migliore di un esterno, non
fosse altro perché non si porterebbe appresso la sua corte dei miracoli”. A proposito di candidati interni, ricordate quando
si trattava di nominare un DG (peraltro non previsto dalla Legge e che Salini
ha voluto forzare con la nomina l'esterno Matassino)? I nomi per quell’incarico
c’erano tutti (noi ne abbiamo fatti tre: Flussi, Ciccotti e Claudio). Non ci presteremo a questo gioco ma sosteniamo quanto ha scritto il nostro lettore: solo un interno, una persona che conosce la natura e la cultura del Servizio Pubblico può cercare di salvare il salvabile.
Infine, nota a margine: tra ieri e l’altro, Rai Uno ha riproposto due repliche di Montalbano. C’è
altro da aggiungere?
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