Fase 2 ??? siamo in transito dal mondo dell’incertezza a
quello del probabile. Stiamo per uscire, forse, da una dimensione drammatica,
sospesa, incerta e confusa e stiamo per entrare in un nuovo mondo dai confini
sconosciuti, abitato da persone mascherate, impaurite e timorose. Ci siamo
interrogati se in questo nuovo mondo saremo migliori, peggiori o uguali a prima
e ancora non troviamo risposta completa. Di tutto un po’: peggiori per quanto siamo
e saremo indotti a pensare che il vicino, l’umano, il “congiunto” potrebbe essere
un portatore sano, un fantasmico asintomatico, un sembiante di virus patogeno
dal quale stare alla larga. Peggiori perché qualcuno potrebbe assorbire nell’anima
questa “distanza sociale” che ora viene proposta come sola soluzione efficace a
contrastare il Covid. Peggiori perché ci saranno molti che penseranno che
dietro la maschera che cela lo sguardo, il sorriso, si potrà rimanere non tanto
e non solo protetti quanto più oscurati,
celati nella propria identità. La mascherina potrebbe diventare il drammatico monumento
di questa epoca (non oso pensare a che fine
faranno le decine di milioni di questi oggetti, a come e dove verranno smaltiti).
Magari invece potremmo uscirne migliori: potremmo aver riscoperto il senso della
collettività, della socialità, della solidarietà, dell’uguaglianza tra
individui senza distinzioni di sesso, di età, di religione, di provenienza e, infine,
della coesione sociale nazionale (per quanto possa essere avvertita).Potremmo
aver capito che spendere per la sanità pubblica, per l’ambiente, per l’istruzione e per la
tecnologia uguale per tutti è vantaggioso e conveniente. Potremmo uscirne
migliori con un Servizio Pubblico Radiotelevisivo distante diverso da quello
che abbiamo visto finora e governato da persone autorevoli, autonome dalla
politica , capaci e competenti e, non ultimo, coraggiose.
Infine, potremmo uscirne esattamente come eravamo prima con tutto
il bene e con tutto il male possibile che ci portiamo addosso, con il peso di
un fardello ingombro di tanto ma anche di niente. “ … ma anche…” potrebbe
essere proprio la chiave di questa presunta normalità alla quale vorremmo tanto
tornare presto, dove ci sono i governanti incapaci , ma anche quelli capaci…
dove ci sono i fiduciosi nella scienza … ma anche … quelli che “tanto ... non ci capisce
niente nessuno” . Tornare nel nostro ”normale” scetticismo, nella nostra normale
puzzetta sotto il naso, nella nostra consueta attitudine a saperne sempre qualcosa
più di qualcun altro. Vedremo .. vedremo …
Dopo un giorno di silenzio dai giornali e dopo la
divagazione che ci siamo concessi ieri sulla moto (per chi lo avesse perso), stamattina speravamo di
trovare sulla stampa qualche spunto di riflessione. Invece … nulla … o meglio nulla
che interessa e riguarda la Rai, il Servizio Pubblico e non mi è ben chiaro se
è un bene o un male. Ho la sensazione che sia partita una deriva lunga, di un
lasciar correre come se fosse ormai
tutto irrimediabilmente perduto e il suo destino di lento e inesorabile declino
fosse tutto già scritto.
La Fase 2 della Rai ? Ancora non è chiaro come si svolta la Fase1. Rivedo il “film”di questi due mesi dove
sappiamo per certo che sono aumentate più o meno 5 milioni le persone che
mediamente vedono più televisione di
prima. Ma cosa hanno visto oltre le repliche e l’esaurimento dei programmi già
registrati prima del Covid? Ha fatto notizia (sic) il programmino di Rai Play
con il diario della bicicletta di
Jovanotti (doppio sic). Ha fatto notizia
la cronaca della fine annunciata del Piano Industriale con quel poco di buono
che comunque proponeva (canale inglese e istituzionale). Si è detto, con malcelato
entusiasmo che è stata creata una
Direzione nuovi Format: ne avete sentito parlare? È stata proposta qualche
nuova idea? Ha fatto notizia la creazione della Task Force sulle Fake News e ne
avessimo sentita svelata una, ne avessimo sentito un report, un’analisi delle
notizie di questi ultimi due mesi che pure non sono mancate.
Spesso abbiamo citato il prode Michele Anzaldi, sul quale abbiamo espresso dissenso sulle sue
interminabili esternazioni sulla Rai. Leggiamo l’ultima sul Primo Maggio: “Permettetemi
un inciso: la Rai è l’unica azienda in Italia a non aver subito alcun danno dal
lockdown per il Coronavirus (anzi ha guadagnato dai risparmi sullo Sport).
Anche per questo ci saremmo aspettati molteplici iniziative che avrebbero
arricchito tutti noi sulla storia del Primo Maggio. … Peccato, veramente
peccato, ma nessuno ci può impedire di sognare un servizio pubblico davvero
adeguato al canone che siamo costretti a versare. E sopratutto nessuno ci può
vietare di sognare, dai Dpcm alla Rai,
un‘Italia migliore”. Questa volta, difficile dargli torto e considerarlo
semplicemente “il solito Anzaldi”. Aggiungiamo noi: ha conseguito notevoli risparmi
sulla gestione, sulla produzione, sulla logistica e sull’organizzazione del lavoro.
Come si tradurranno questi risparmi?
Infine, PrimaOnLine
pubblica la classifica di marzo dei media italiani più attivi sui social. Nessuna
sorpresa: la Rai non esiste. Punto. A capo.
bloggorai@gmail.com
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