Questa mattina le dita sulla tastiera sono più pesanti del solito. Non ci sono notizie e pure il commento, l'opinione diventa faticosa. Ci sarebbe pure molto materiale sul quale scrivere ma oggi ci prendiamo una giornata di riposo e ne approfittiamo per leggere "Cecità" di José Saramago, tanto per festeggiare il ritorno a quella normalità che ci è stata sottratta dal 4 marzo, con la speranza di sentire parlare sempre meno di "distanza sociale".
Da queste parti, in questi giorni, di solito si cominciano ad organizzare le feste nei borghi, i balli in piazza, le gare di briscola dove si vince una damigiana di vino. Il rischio grave è che potrebbe fare più danni privarci di tutto questo di quanti ne potrebbe fare il virus. Da quest'ultimo, in qualche modo, se ne potrà uscirà con la sua estinzione naturale, con una terapia o un vaccino. Dai danni prodotti dall'isolamento, dalla distanza, dalla depressione, dalla mancanza di felicità, ancora nessuno è in grado di trovare un rimedio efficace.
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