Questa mattina siamo in ritardo ma abbiamo la giustificazione: è stato necessario fare un paio di verifiche.
La colpa è della solita gomma bucata. Lo avevamo intuito che su Rai Play qualcosa non andava e non perché siamo
particolarmente arguti ma soltanto perché cerchiamo di applicare all’interpretazione dei fenomeni la
logica dei numeri semplici (materia, peraltro, dove non siamo nemmeno particolarmente
esperti). Ci riferiamo ad una notizia che nessuno oggi si è ben guardato da scrivere:
nei giorni scorsi è andato in streaming su Rai Play il film “Magari” che,
per come ci è stato segnalato, ha avuto
notevoli problemi in quanto la rete non ha retto i picchi di ascolto rendendo,
di fatto, la fruizione del film molto faticosa e lenta.
Anzitutto, come al solito, ci chiediamo come mai una notiziola
del genere scompare dai radar. Abbiamo chiesto chiarimenti e siamo in grado di
riportare: una prima fonte ci dice: “Rai Play non è tarata per alti numeri di fruizione
ed ha un player meno aggiornato di altri concorrenti (vedi Mediaset)… si
tratta di CDN inadeguata e il problema è
sorto quando è stata fatta la gara di affidamento alla società che non prevedeva
un livello di traffico come quello avvenuto in questo periodo. Inoltre, è
verosimile che in Rai sia avvenuta la separazione tra gestione della parte tecnologica
e parte editoriale con due distinti responsabili e, di conseguenza, si
incontrano notevoli difficoltà a tarare insieme
prodotti e piattaforme”. Altra fonte molto esperta, a difesa di Rai, ci dice: “Rai
Play non ha avuto problemi, il disservizio
è stato temporaneo e non ha riguardato le dirette. Inoltre, ha avuto
conseguenze diverse a seconda delle zone
e dell’operatore TLC a cui gli utenti
erano connessi. Comunque, il problema si è risolto progressivamente in serata”.
Bene, grazie ai nostri autorevoli interlocutori. Tanto basta
per poter esprimere qualche valutazione.
Non siamo in grado di sapere e capire perfettamente come
stanno le cose realmente e in che termini sono stati sottoscritti i contratti
di fornitura. Ma non è solo questo il problema. Ci sembra più convincente la
prima “lettura” e viene peraltro confermata dalla seconda quando si dice che “il
problema si è risolto in serata”. Dunque,
il problema c’è stato e si tratta di stabilire la rilevanza e i tempi per la soluzione.
Ricorderete bene l’entusiasmo di quando venne “inaugurata” la nuova Rai Play
alla vigilia di Sanremo e l’enfasi posta
quasi si trattasse la soluzione di tutti i problemi Rai. In quella occasione
abbiamo scritto chiaro e tondo che si trattava dell’ennesima macchina con una
ruota bucata, cioè priva di risorse adeguate e di un progetto strategico in
grado di renderla competitiva con le altre piattaforme streaming. Inoltre, proprio
nei giorni scorsi ne abbiamo accennato, lo streaming ha fame di contenuti
nuovi, adatti ad un pubblico diverso da quello solitamente abituato al broadcast
tradizionale e questi contenuti costano e i soldi in cassa Rai non ce ne sono e
ce ne saranno sempre meno. Inoltre, pensare di mescolare i pubblici su questa
piattaforma dove si trovano i giovani dinamici con tablet e cellulari e anziani comodamente seduti in poltrona è, a
nostro modestissimo avviso, un errore strategico rilevante.
In questo senso, ci appare convincente il rilievo posto alla
“direzione strategica” del progetto RaiPlay che opera su un terreno dove
contenuti editoriali e tecnologie di diffusione non possono e non devono essere
disgiunti.
E torniamo a bomba: quale progetto, visione, prospettiva si vuole intraprendere per il
futuro del servizio pubblico (lo scriviamo con le minuscole)? Quello straccio
di Piano industriale è prossimo a svanire nel nulla mentre, nel frattempo, la
concorrenza incalza sia sul fronte free sia sul fronte pay. Quello stesso Piano industriale (pag. 232) prevedeva esplicitamente
che Rai dovesse “evolversi verso una Media Company sempre più digitale
attraverso il rinnovamento ed il potenziamento delle infrastrutture ICT” che
potrebbe anche significare dotarsi di una rete streaming proprietaria. Potrebbe, appunto, “magari”, chissà , forse …
Riproponiamo ancora una volta: “Quale sarà la Rai Prossima
ventura” ???
bloggorai@gmail.com
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