La notizia di oggi, riportata in una sola riga (provare per
credere) la leggiamo su La Repubblica “«La Rai ha un bisogno assoluto di una
riforma di sistema», lo ha detto il presidente della Camera, Roberto Fico, intervistato ieri sera a Di Martedì”. Attenzione, ha
detto proprio “riforma di sistema” esattamente come previsto dall’attuale
programma di Governo. Sta a significare semplicemente che la Rai è parte del tutto
e che l’intervento si dovrà realizzare sul complesso degli elementi che lo
compongono. Fantasia? Velleità?
Chi segue questo blog da quasi due anni, in oltre 640 post, saprà certamente che
abbiamo cercato di seguire sempre filoni principali che interessano la Rai, il
Servizio Pubblico (con le maiuscole): la sua natura cioè la sua missione, le
risorse economiche sulle quali contare, le tecnologie che si dovranno utilizzare
e, infine ma non ultimo, che tipo di governance debba guidare questi tre temi. Allo
stesso tempo, abbiamo cercato (non sempre
con successo) di tenerci lontani da gossip su nomine, cambi di partito o
adesioni “in quota” ) e di programmi, contenuti o palinsesto. Abbiamo trattato,
poco, il tema degli ascolti solo perché i dati sono “transeunti” cioè sempre
opinabili in relazione al contesto determinato
dall’offerta generale, dal periodo di riferimento e dalla comparazione con
altri simili etc.
Si tratta di argomenti che, giocoforza, si intrecciano e si
sovrappongono tra loro a tal punto da rendere assai complesso argomentare sull’uno
indipendentemente dall’altro. Durante questi due anni è successo,
sommariamente, che per quanto riguarda
la sua missione, sembra essere indebolito il ruolo del Servizio Pubblico inteso
come motore propulsore di coesione sociale, indebolito nella sua centralità,
autorevolezza e credibilità rispetto ai grandi problemi del Paese e, infine, marginalizzato
il suo peso, la sua influenza rispetto alle scelte e le prospezioni strategiche
di sviluppo non solo dell’Azienda Rai ma dell’intero comparto delle
telecomunicazioni audiovisive. Per
quanto riguarda il tema delle risorse economiche due sono gli elementi che è
necessario considerare: l’attacco frontale, diretto, sul canone che vede uno
schieramento composito e trasversale a quasi tutte le forze politiche dove si
spazia tra chi vorrebbe abolirlo del tutto a chi si accontenterebbe di una semplice
riduzione. Il secondo elemento è la pubblicità che già da tempo è su un declino
costante e inesorabile. Il terzo tema
riguarda l’innovazione tecnologica, gli investimenti nello sviluppo di nuovi
apparati e sistemi di produzione e diffusione del prodotto audiovisivo: siamo alle porte della rivoluzione della
transizione al DVB-T2 e al passaggio epocale al 5G, argomenti sui quali il Servizio Pubblico è fortemente chiamato ad
intervenire e sui/dai quali potrebbe subire conseguenze importanti e, forse,
non proprio del tutto positive. Per quanto riguarda, infine, la governance,
abbiamo scritto da tempo che riteniamo la Legge del 2015 nefasta perché, anzitutto,
riporta la Rai sotto il tallone di ferro del controllo governativo e la lega
ancora di più alle logiche della politica partitocentrica. Si potrebbe aggiungere
un ulteriore elemento di riflessione: i contenuti sia editoriali, quanto informativi: cosa si
produce, come, con quali costi e con quali indirizzi?
Tutto quanto detto si
riassume in una sole semplice parola: progetto.
La drammatica contingenza che stiamo attraversando con il
Coronavirus ci offre una formidabile opportunità di affrontare tutti questi
temi in modo organico e coordinato, sebbene si avverte un diffuso senso di
smarrimento e frammentazione tra tutti i soggetti che potrebbero e dovrebbero
intervenire. È un’occasione da non perdere e il soggetto promotore, il primo
stimolo ad avviare questo dibattito, potrebbe e dovrebbe essere proprio la
stessa Rai. Più o meno esattamente quanto stanno facendo gli altri Servizi
Pubblici nel resto d’Europa (la BBC ha iniziato nel 2017). Si tratterebbe semplicemente
di riunire intorno ad un tavolo persone con idee e proposte per dibattere su “La
Rai che sarà”. Una specie di tavola rotonda,
un’agorà, con il solo obiettivo di mettere a fuoco idee e visioni per un Servizio
Pubblico che giocoforza sarà diverso da come lo abbiamo conosciuto finora,
anche indipendentemente da quanto è avvenuto con il Coronavirus che pure ha
lasciato e lascerà segni indelebili.
Dal nostro piccolo, facciamo quello che possiamo: scriviamo
e parliamo, magari qualcuno da qualche piano di Viale Mazzini o qualche parlamentare
che sappiamo che ci legge, ci ascolterà. Ci vuole solo un pizzico di coraggio, ora, subito, domani, dopodomani potrebbe essere troppo tardi.
Se avete voglia e interesse date un occhio:
oppure
Infine,come spesso avviene, parliamo e ci scriviamo con
autorevoli e competentissimi lettrici e lettori che ci aiutano a capire
fenomeni che a noi spesso possono sfuggire. Anzitutto grazie: è un segno di
grande vitalità che è necessario alimentare e sostenere. Gli chiediamo solo di
aiutarci a rendere pubbliche le loro osservazioni perché solo in questo modo potranno
scaturire risultati positivi. Comprendiamo la riservatezza e la rispettiamo
fermamente.
bloggorai@gmail.com
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