Ieri abbiamo titolato il post con “Silenzio”. dopo alcuni giorni dove non si vedevano segnali di fumo, oggi registriamo
una voce: il Sole 24 Ore, a firma Mario Biondi, titola “Rai pronta a sgombrare
le sedi, servizio tv garantito. Per Viale Mazzini audience aumentata dei 37,54%
annuo nel periodo di emergenza”. Il pezzo si compone di due parti: la prima
riporta dichiarazioni di Stefano Ciccotti, CTO Mazzini, “«Abbiamo affrontato la
questione con decisione e per fortuna abbiamo potuto sfruttare la scia di un
lavoro che avevamo iniziato senza però pensare, ovviamente, all'emergenza
coronavirus”. La seconda parte riguarda gli ascolti: “Del resto la Tv di Stato
è da più parti in questo periodo richiamata al suo dovere di servizio pubblico,
sia nell'offerta di spazi informativi sia nella necessità di garantire
programmi culturali in misura crescente e adeguata al momento. Una maggiore e
più qualificata offerta, quindi, a fronte di una platea evidentemente in
crescita per la Rai come per agli altri broadcasters. Secondo le elaborazioni
dello Studio Frasi su dati Auditel in questo periodo (8-25 marzo) l'audience
media misurata su tutto il giorno e per tutte le tv sfiora i 14,4 milioni: il
38,07% in più rispetto a un anno prima. Per la Rai la crescita è stata del
37,54% contro il +30,44% di Mediaset. Sul versante informativo il Tg1 della
sera va oltre i 7,6 milioni di media contro i 6,5 del Tg5. L'audience media è
salita di 2,2 milioni per il Tg1 e di 2,13 per il Tg5”. Non commentiamo.
Commentiamo invece brevemente quanto avvenuto nei giorni
scorsi a proposito dei rapporti con la Presidenza del Consiglio (diretta
FaceBook, dibattito alla Camera,
presenza a trasmissioni Mediaset), poi quanto avvenuto con l’interruzione della
Messa del Papa e, infine, il ruolo assunto dal canale RaiNews24 in questi
giorni. Per completare è interessante osservare, a proposito di ascolti, che
più volte la concorrenza Mediaset ha battuto rai in alcune fasce orarie e,
segnatamente, anche il Tg1 delle 20.30 dell’altro ieri è stato battuto dal Tg5.
Intendiamoci: ci possono stare errori “tecnici” specie in queste drammatiche circostanze.
Ma non di questo si tratta. Per quanto riguarda i rapporti con la politica abbiamo
registrato, pubblicamente, almeno “malumore” nella forze che sostengono il Governo
per come la Rai gestisce questi drammatici momenti e quindi, nulla di nuovo se
si registra “freddezza” come ci dicono nostre fonti istituzionali: ”si tratta
solo di attendere che la crisi sanitaria finisca …”. Questa tensione si
riflette pari pari all’interno di Viale Mazzini dove, per quanto ci riferiscono,
gli “errori” avvenuti nei giorni scorsi sono stati rimpallati tra direzione di
rete, direzione giornalistica e coordinamento palinsesto. Ognuno di loro, per
quota parte, ha responsabilità limitata
nella messa in onda ed è evidente come tutto si debba ricondurre al vertice
aziendale al quale si debbono ricondurre tutte le scelte strategiche. Bene che
vada, ci dicono “non c’è coordinamento ed ognuno cerca di salvarsi il salvabile”.
Il fronte dove invece c’è poco da salvare sembra essere il noto RaiNews24 che,
con la media di 180.000 telespettatori nel day time, non riesce proprio ad occupare il posto che dovrebbe e
potrebbe, esattamente in questo momento, di canale unico dedicato all’emergenza
sanitaria. Non parliamo dei sottopancia, dei toni allarmistici e minacciosi,
dello schermo diviso in due per dare spazio al linguaggio dei segni.
Ora il dibattito, per quanto ci possa essere spazio per
dibattere, sembra tutto circoscritto a quanto il Servizio Pubblico sta facendo
in queste ore, ma non si avverte nulla per quanto non sta facendo e per quanto
invece dovrebbe e potrebbe fare. Ad esempio: qualcuno a Viale Mazzini si è
preso la briga di sapere, di capire,
cosa stanno facendo gli altri Servizi pubblici in Europa e magari trovare
spunti positivi da riprendere? Supponiamo di si. Bene, perché allora non
parlarne, perché non affrontare direttamente e pubblicamente il tema della “comunicazione”
del Servizio Pubblico nell’emergenza del coronavirus? Altro esempio: si dice “
siamo in guerra” e forse è vero: allora perché non utilizzare strumenti straordinari
di intervento sul palinsesto in grado di fronteggiare questa situazione? Un solo
esempio: negli anni passati si era parlato di uno spazio dopo il Tg1 delle
20.30, quello ora occupato stabilmente da La7. Non si può fare per non “disturbare”
il Tg2? Una soluzione si può e si dovrebbe trovare. Se è vero che la situazione
è straordinaria, anche gli interventi sul palinsesto debbono esserlo.
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