La Rai, il Servizio Pubblico, come il resto del Paese, sta vivendo un momento
drammatico che impone scelte importanti, coraggiose e responsabili. Abbiamo già
scritto di come l’Azienda si è trovata del tutto impreparata a gestire l’emergenza,
anche perché non ha mai contemperato di dover trovarsi in una crisi di queste
dimensioni. Chi vi scrive, in epoca non
sospetta, ha sollevato nelle sedi opportune la necessità di dotarsi di una
unità di crisi con il compito di prevedere tutti gli scenari possibili,
compresi quelli più gravi. Per quanto ci risulta, nulla di tutto questo è mai
avvenuto e la cosiddetta “task force” sul Coroonavirus è stata creata a ridosso
dello scoppio della crisi. Abbiamo scritto subito che si poneva un problema
immediato e rilevante sulla comunicazione, interna ed esterna all’Azienda, laddove
le informazioni che venivano fornite ai cittadini nella loro qualità e nella
loro quantità poneva tutto l’apparato informativo della Rai in condizioni di
emergenza che richiedevano, da subito, comportamenti e scelte adeguate.
Per quanto abbiamo letto (dal sito LoSpecialista e da Mario
Ajello sul Messaggero) e da quanto abbiamo saputo con alcune telefonate di
questa mattina la situazione sarebbe in
questi termini:
Antonio di Bella, già direttore di RaiNews24, e componente
la Task force, sarebbe nominato come una specie di “superdirettore delle news
sull’emergenza sanitaria” con il compito di coordinare e far convergere a
partire da domani sul canale allnews della Rai tutte le informazioni e i servizi
prima diffusi dai Tg ai quali rimarrebbero solo le edizioni principali (da ieri
sono state tagliate molte edizioni). Si prevedono “finestre” ad orari
prestabiliti sulle tre reti a partire dalle 6.30. a partire dall’una di notte
tutto il canale news sarà visibile su RaiUno. Si tratta di una vera rivoluzione copernicana
che da un lato impatta sulla gestione dell’emergenza e dall’altro potrebbe
prefigurare il famoso piano di Newsroom tanto dibattuto negli anni passati e
che pure è parte integrante del Piano Industriale (vedi allegato a parte, che
dovrebbe essere sottoposto al giudizio vincolante della Vigilanza). Discorso a
parte si dovrebbe fare per il rapporto tra giornalisti ed edizioni dei diversi
Tg. Questa manovra sembra indirizzata tutta verso il Tg1. Lettura politica: Di
Bella potrebbe essere una soluzione parziale al nodo “nomine” dei telegiornali
che, secondo la ricostruzione di Ajello, darebbe un significativo vantaggio al
PD senza scontentare troppo il M5S.
Prima valutazione: si chiude la stalla quando i buoi stanno
già sono scappati. Abbiamo scritto da giorni che si era in presenza di un
ritardo grave e colpevole per il Servizio Pubblico che non si può compensare con l’aumento degli
ascolti generalizzato per tutte le emittenti (vedi i dati pubblicati sul Corriere
di oggi: + un milione nel prime time, da
martedì sera superati i 31 milioni di telespettatori), ripetiamo, non sono solo i numeri che soddisfano il ruolo del Servizio Pubblico in questo
momento. Inoltre, abbiamo scritto tante
volte che RaiNews24 è un canale con ascolti da “prefisso telefonico” (intorno
allo 0.6%) pure se ci lavorano poco meno
di 200 giornalisti (e non sappiamo esattamente quanto costa). Era necessario
arrivare allo stato di emergenza per capire che si poteva e si doveva
utilizzare meglio questo canale che non
riesce ad entrare nemmeno con il sito Web tra i primi 15 siti di
informazione on line? Lasciamo perdere poi il tema del suo direttore: questa
mattina alcuni ex colleghi ci hanno detto “in questo momento non c’è di meglio”.
Bene, allora perché non averlo utilizzato subito, perché aver tergiversato sulle
nomine dei Tg? E comunque, ci dicono, sarebbe utile sapere cosa ha fatto il Direttore
per risollevare le sorti di RaiNews24 prima della crisi. Bella domanda. Infine,
qualcuno ci ha detto: “meglio tardi che mai”. No, scusate, meglio prima che
dopo.
Tutto ciò che avviene “dopo” suona male, quasi beffardo. Era tutto noto
prima.
Ieri notte sarebbe arrivata una mail ai dirigenti con la quali li si invita
(obbliga?) a prendere ferie dal 16 al 3 aprile per chi ha maturato fino a 50 giorni
di arretrati mentre di 15 giorni per chi ne ha maturati più di 50 mentre risulta
una diversa comunicazione inviata a tutti gli altri dipendenti. A parte il
fatto che si scoperchia un buco clamoroso: ci sono moltissimi dirigenti e
giornalisti con incarichi dirigenziali che hanno un passivo di ferie arretrate che
pesano moltissimo sulle casse Rai e che nessuno finora è risuscito ad imporre
lo smaltimento. La domanda è lecita: perché ??? Inoltre è arrivata, sembra
proprio questa mattina, una mail a tutto il resto del personale dove si invita ad
attivare un processo eccezionale di “cessione e scambio” di giorni di ferie e
giorni di recupero arretrati (PF, PR etc) in un’ottica di “solidarietà” con dettagliate
procedure. Si tratta di un argomento molto complesso e delicato, specie se riguarda
il settore informazione: cosa potrebbe anticipare una scelta di questo genere? che
se si è in grado di gestire l’emergenza con meno persone si potrebbe fare lo stesso
quando sarà finita l’emergenza ?
Infine, sembra che siano stati affidati due incarichi molto particolari:
il primo a Paolo Piccinelli, ex ufficiale dei Carabinieri, e il secondo ad un
virologo. Mentre per il primo si può comprendere la portata, per il secondo
sarebbe importante sapere i criteri con i quali è stato selezionato: in questo
momento gli scienziati non sono tutti concordi sulle scelte da compiere.
Ieri è avvenuto un esperimento importante promosso dal MiBact: da tenerne conto e sarà necessario riflettere su come, ee su quanto il Servizio Pubblico potrebbe e dovrebbe fare sul terrreno "dell'ascolto" degli utenti e dei cittadini.
bloggorai@gmail.com
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