Il 2020 fa correre il rischio di essere l’anno zero del
Servizio Pubblico Radiotelevisivo. Nei giorni scorsi è successo un fatto che
segna lo spartiacque tra una Rai del prima e una del dopo. Da una concezione di
Servizio pubblico essenziale, universale e generalista ad uno parziale, relativo
e transitorio. Si tratta della storia dei 40 milioni previsti nella manovra economica
del Governo a favore della Rai come compensazione dei mancati introiti
pubblicitari e poi ritirati nel decreto definitivo. La motivazione ufficiale,
fornita dal ministro Patuanelli, azionista di maggioranza del Servizio
Pubblico, è stata: “non è una priorità”. Si tratta di un messaggio forte e
chiaro con due destinatari: il primo è il Paese, i cittadini, dove si dice
chiaro e tondo: “In questo momento drammatico, l’informazione, la comunicazione,
la cultura, la coesione sociale che dovrebbe essere sostenuta dalla Rai non è
importante, è secondaria, è subordinata ad altre necessità”. In parte è vero: in
questo momento ci sono in ballo le vite delle persone, l’integrità fisica della
collettività nazionale. Ma è altrettanto vero che il Servizio Pubblico assolve,
o dovrebbe assolvere, ad un ruolo di straordinaria importanza proprio in questo
esatto momento. I 40 milioni promessi
dal Governo e poi ritirati sarebbero stati di enorme valore proprio per
attivare quelle iniziative ora più che mai necessarie nelle più disparate idee
a sostegno e supporto di quanto i telespettatori chiedono.
Il secondo messaggio è tutto indirizzato al vertice di Viale
Mazzini. Come si può leggere? una ipotesi è anzitutto in chiave politica: PD e M5S dicono
chiaro e tondo al VII piano di Viale Mazzini che i 40 milioni non se li
meritano, che la loro inefficienza, i colpevoli ritardi, la mancanza di
coraggio e di iniziativa non li ha fatti rendere una “priorità” nazionale e che
quindi se la cavassero da soli con quello che hanno. Sottinteso non espresso: questo
vertice, non ha credibilità e ascolto a Palazzo Chigi e dintorni. Qualcuno ne dovrà
tener conto.
A questa legnata si è aggiunta ieri sera l’altra relativa al rinvio
dei Campionati di calcio europei, dove erano attesi cospicui introiti
pubblicitari. Un colpo uno-due da mettere in ginocchio il Piano industriale che
già di suo era traballante (come abbiamo scritto tante volte) proprio per la
difficoltà a reperire risorse economiche adeguate e sufficienti. Su questo argomento stupisce il silenzio che
lo avvolge: questa mattina solo Il Fatto Quotidiano se ne occupa: nessuno ha
fiato e voce, tutti tacciono. Su tutta questa vicenda, la domanda che occorre
porsi è semplice: qualcuno ne è responsabile ???
Nel frattempo leggiamo note di agenzia (ADN) dove si titola:
“Foa presidia programmi e incontra i dipendenti: rassicurare e incoraggiare”. Grazie
Presidente. Però qualcosa non torna: in altra agenzia si legge: “Salini invita
direttori a non usare immagini di repertorio con selva microfoni”. Poi, abbiamo
visto, che Rai News24, durante la conferenza stampa della Protezione Civile,
interrompe il collegamento per dare la linea a La Bussola di Donato Bendicenti.
Poi abbiamo saputo di Bruno Vespa che torna in video, Poi abbiamo saputo che al
Tg1 è stata sfiorata una rissa tra il direttore Carboni e Giorgino (candidabile
alla sua successione). Poi abbiamo saputo che la consigliera Rita Borioni
difende la scelta di inserire RaiNews24 nelle edizioni prima occupate dal Tg1. Mettete
tutto insieme, e ci risparmiamo altro ancora, e tirate la somma. Notazione a margine
di quanto scritto sopra: Foa presidia i programmi??? Abbiamo letto bene ??? Per
non farci mancare nulla, qualche genio ha pensato di riproporre Sanremo 2020 con
l’aggiunta del meglio di Fiorello tratto da RaiPlay. Geniale !!!
A proposito di ascolti digitali, questi i numeri di Auditel
Standard Digitale della scorsa settimana:
Rai 32.000K Mediaset
100.000K Sky 166.700 La7 13.000K
bloggorai@gmail.com
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