Altro che quarantena: ieri mattina, prima ancora di
pubblicare il post, già moltissimi lettori si erano collegati per cercare il commento
del giorno. GRAZIE !!!
C’è qualcosa di ottuso e perverso quando alcuni parlano di
ascolti in Tv: è stato pure scritto "boom" come se fosse un successo di una canzonetta. In questi giorni, in piena crisi sanitaria, con milioni di
persone preoccupate, angosciate, insicure e disinformate, è del tutto naturale
che, come abbiamo scritto, si rimane tappati in casa e si guarda di più la
televisione e, in particolare, tutto ciò che riguarda il virus. E’ del tutto naturale, quindi che crescono
gli ascolti e lo share e non sembra che ci debba essere proprio nulla per
stare allegri o compiacersene, a parte la gioia per gli inserzionisti
pubblicitari che a parità di costo hanno un risultato di contatti maggiore. C’è
pure il timore, non del tutto infondato, che per qualche zero virgola di share
in più si cerchi la notizia o si mandino in onda immagini ad effetto, giusto per
attrarre più pubblico. E’ un fenomeno che somiglia a quelli che in autostrada si
fermano a vedere spaventosi incidenti nella corsia opposta. Il titolo di
stamattina su Italia Oggi: “La Tv antidoto al coronavirus”. Antidoto ??? Se la televisione
avesse questo potere, seppure solo metaforico, avremmo risolto buona parte dei
nostri problemi. La realtà è che l’aumento di consumo Tv a seguito di una
sciagura nazionale non è e non dovrebbe essere motivo di soddisfazione anzi, al contrario, motivo di preoccupazione. Per vostra
curiosità andate a leggere i comunicati stampa Rai e sottolineate alcune parole:
“conquista il prime time … sempre vincente
… si aggiudica … record stagionale …”.
Veniamo agli ascolti digitali. Auditel ha pubblicato gli Ascolti
Standard digitali (LS) della settimana scorsa 23-29 febbraio: Rai 28.500 (prec.
27.200) Mediaset 115.000 (prec. 112.600) Sky 156.000 (prec. 155.400). Guadagnano
tutti qualcosa ma Rai si mantiene sempre a fondo scala con un divario apparentemente (forse irrimediabilmente) incolmabile con questi chiari di luna.
Ieri abbiamo accennato al tema referendum costituzionale
previsto per il 29 di questo mese, cioè fra 24 giorni. Posto che ancora non è noto
se verrà confermato oppure, vista la situazione di emergenza sanitaria,possa
essere rinviato. Fatto sta che non se ne parla anche se è un preciso dovere
farlo, sia pure in condizioni di incertezza. Ieri sul sito AgCom abbiamo letto
i dati sulla comunicazione istituzionale su questo tema lo scorso mese ed
abbiamo trovato questo documento: “Tabelle relative al tempo di argomento
dedicato al referendum del 29 marzo 2020 dai telegiornali e dai programmi extra-tg. Periodo:
17-23 febbraio 2020” dove si legge
Rai: Tg
00:14:44 min extra Tg 00:21:47 min
Mediaset Tg 00:00:24
min extra Tg 00:00:10 min
Sky Tg 00:15:14 min extra Tg 03:29:40 min
Colpisce la quantità di tempo dedicato da Sky a confronto con
le emittenti digitali. Ufficialmente Rai dovrebbe partire il 5 marzo con una programmazione
specifica che prevede tre interventi: due su Rai Tre alle 15.15 e 23.15 e poi
su Rai Uno alle 23.15.
A proposito di AgCom: è
notizia di ieri l’avvio di un procedimento, reclamato dalla CISL, finalizzato
a verificare gli spazi concessi dal Servizio Pubblico alle diverse sigle
sindacali.
Infine: ieri sera la programmazione sulle retti generaliste
era alquanto scarsa (almeno per i nostri gusti) e allora ci siamo indirizzati,
per la prima volta, su Amazon Prime Video per vedere Hunters, la nuova serie
tanto pubblicizzata. Si capisce bene perché questi prodotti attirano molto
pubblico: altissima qualità di scrittura, di produzione, di realizzazione e di
commercializzazione. Of course, per realizzare tali prodotti occorrono ingenti
investimenti: esattamente quelli che mancano al Servizio Pubblico,ma questa è un'altra storia.
Da domani potrebbe partire una riflessione frutto di diversi confronti avvenuti nei giorni scorsi con alcuni lettori sul ruolo passato, presente e futuro dell'AD Salini.
bloggorai@gmail.com
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