Buon 2020
Chi vi scrive è appena tornato dal deserto del Medio Oriente,
dove tutto appare in una luce diversa da quella delle nostre città (a parte il freddo e il vento che sembrava di stare sulle Alpi). Il cammello
che avrebbe dovuto portare le notizie da Roma arrivava sempre con il sacco
vuoto. Un vero deserto dei tartari. Fatto sta che per riprendere i ragionamenti
interrotti pochi giorni addietro conviene tenere a mente qualche notarella (in
ordine alfabetico).
A: Amministratore delegato. Anche lui dovrebbe esser tornato
dal lontano Oriente dove avrà saputo dello Yin e dello Yang, dove tutto poggia su
sottili e delicati equilibri: chissà se avrà preso qualche appunto? Nei giorni
scorsi Giovanni Valentini, sul Fatto quotidiano, lo ha scritto chiaro e tondo:
se è in grado, se ha la forza, gestisca e diriga l’Azienda e non si lasci
condizionare dalla politica, altrimenti lasci perdere.
Ascolti.
Proprio nei giorni scorsi Auditel ha rilasciato gli ultimi numeri dove si legge
che per la Rai non vanno bene. Siamo tutti in attesa di sapere quali
innovazioni si intendono fare dopo il Cda di ottobre dove si preannunciavano
“verifiche”.
Agenti:
che si intende fare per arginare lo strapotere degli agenti? Sanremo è alle
porte.
AgCom:
anche il Colle si è reso conto che non si può andare avanti con le proroghe.
B: Broadcast vs Broadband. La guerra è in corso e sarà
sempre più aspra e non è affatto chiaro quali strategie intende perseguire il
Servizio Pubblico, al di là della mera quanto vaga indicazione di voler essere
una “media company” e di voler competere con gli OTT.
C: Canone. L’attacco viene da lontano, è concentrico e mira
in alto. Quali saranno le vere intenzioni del Governo a proposito delle minacce
di riduzione, revisione o abolizione?
Comunicazione:
La Rai è la più grande Azienda di comunicazione del Paese. Chi, cosa e come comunica?
Il suo messaggio viene percepito correttamente dai cittadini, da chi paga il
canone? La partita è su come si comunica la reputazione, la credibilità e l'autorevolezza nel suo ruolo
sociale al quale dovrebbe assolvere?
Consiglio di Amministrazione:
ricordate i nomi dei consiglieri della “società civile” in Cda di qualche anno
fa? Comunque possiate rispondere il risultato è lo stesso. I consiglieri
attuali hanno ancora un anno e mezzo di fronte per lasciare un segno.
E: Educare, informare, divertire: questo il motto della BBC
alla quale Rai piacerebbe molto somigliare. Anche loro, però, con il nuovo governo
conservatore di Boris Johnson non se la passano granché bene. Anche loro alle
prese con problemi di pubblico: i giovani sempre più orientati verso Netflix.
F: Format. È mai possibile che un direttore di rete si possa
vantare di aver acquistato un format dove un intervistatore intervista un
intervistato? Si, è successo e, purtroppo, succederà ancora. Da incorniciare un
articolo del Corriere del 27 ottobre dove si legge che buona parte del day time
di Rai Uno è composto da format in acquisto.
Frequenze.
Il bene pregiato e scarso di maggiore interesse per tutti i broadcasters … e
non solo: anche i telefonici ne hanno fame. Ora inizia il secondo switch off
verso il DVB-T2 mentre il 5G è alle porte.
Futuro.
Che ne sarà del Servizio Pubblico Radiotelevisivo tra 10 anni? Si dovrà ancora
pagare il canone? Ci saranno ancora tre reti e tre Tg? Canone? Pubblicità?
Sembra che pochi si pongano la domanda.
G: Genere. Siamo ormai alla 24a replica di Montalbano. Un
genere che sembra non tramontare mai come Un posto al sole. Finché dura fa
verdura. Digitate “genere televisivo“ su Wikipedia e fate la spunta con quali
generi oggi la Rai è competitiva.
HDTV e HEVC, High Efficiency Video Coding: da qualche anno
si fanno i conti con questi standard di trasmissione. Rai, grazie al Centro
Ricerche di Torino, da tempo è al passo ma occorrono tanti investimenti per
fare quanto necessario per reggere la concorrenza. Si vuole, si deve, fare di
più con minori risorse.
I: Investimenti. Vedi sopra. Non si batte un chiodo: il
canone è fermo, la pubblicità langue mentre i costi salgono e, anzi, ogni anno
il Governo si intasca una parte che non gli spetta. Chi dovrebbe investire
perché i soldi li ha (vedi Rai Way) preferisce redistribuire utili agli
azionisti.
L: Legge. Quella attuale è frutto della logica del Governo
Renzi del 2015: sotto stretto controllo dell’esecutivo e in mano ad un uomo
solo con ampli poteri (vedi AD). Il Governo in carica ha promesso una nuova
Legge di “sistema” all’interno della quale ci dovrebbe essere pure la Rai ma
nessuno ancora ne ha sentito parlare.
segue ...
Al vostro buon cuore: si tratta solo di appunti e mancano certamente molti altri argomenti. Richiesta e gradita ogni proposta di integrazione ...anzi ...
sono in difficoltà per le ultime lettere U, V e Z.
bloggorai@gmail.com
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