giovedì 16 gennaio 2020

La processione


La prima, buona, notizia è che la conferenza dei capogruppo ha calendarizzato alla Camera per il 18 febbraio la votazione per AgCom e Privacy. Meglio tardi che mai …vedremo.

Questa mattina invece, leggendo i giornali, avvertiamo qualcosa che non torna ed altro che, al contrario, torna benissimo. Non torna, ad esempio, la dichiarazione rilasciata ieri da Foa laddove sostiene che: “È stato un cda complicato, adesso sta all'amministratore delegato trovare il modo di ricreare quella collegialità a cui egli stesso si è sempre ispirato. Il mio forte auspicio è che si possa trovare un'armonia. Più c'è consenso all'interno del Consiglio, meglio è. Ieri ci sono state delle divisioni anche importanti. Mi auguro che il consiglio sia messo in condizioni di lavorare con armonia e spirito sempre costruttivo". Il giorno precedente invece ha sostenuto di aver votato contro : «per i modi, i contenuti, i percorsi di scelta, la mancanza di trasparenza, l'assenza totale di interlocuzione con l'amministratore delegato, la fumosità nelle procedure, i pasticci incomprensibili». A dir poco, le due dichiarazioni sono in contrasto tra loro. Però, si sa, la politica è arte del possibile non sempre dell’auspicabile. Per essere in mezzo al guado del Piano industriale che non decolla non c’è che dire, un bel quadretto. A questo proposito, nello scorso Cda sembra che sia stato fatto un accenno al problema della sostituzione di Gaffuri: accertamenti in corso. A usual.

Per ora, ma solo per ora, va bene così anche perché a mordere i polpacci di Salini ci pensa il PD che potrebbe non accontentarsi della nomina a RaiUno di uno che ha gongolato per aver acquistato un format di una trasmissione dove un intervistatore (la Carrà !!) intervista un intervistato. Se pensiamo (ricordate sempre la pagina del Corriere del 27 ottobre scorso)  che in quella rete buona parte del day time è un format di acquisto, c’è da stare allegri. E il PD ci pensa talmente bene che da ieri hanno cominciato a circolare nomi del possibile sostituto che magari potrebbe venire allo scoperto dopo una possibile convocazione da parte del ministro dell’economia Gualtieri. I nodi sul tavolo sono due e molto semplici: lo stato di attuazione del Piano industriale e gli ascolti.  Entrambi, usiamo un eufemismo, sono in sofferenza e queste sono realtà.

Questa mattina, sulle pagine di Repubblica, a firma  Giovanna Vitale leggiamo: “Non era mai successo. Mai, nella storia dell'informazione radiotelevisiva, era accaduto che il capo di un partito d'opposizione monopolizzasse talk e notiziari, pubblici e privati, come sta facendo Matteo Salvini” e prosegue sul tema ascolti Rai, in particolare dei Tg “Un dato, rilevato dal monitoraggio mensile dell'Agcom, che fa il paio con il crollo degli ascolti dei telegiornali registrato dall'Auditel nell'ultimo anno. Proseguito inesorabile anche in questo inizio 2020”. Da ricordare che sul tema pluralismo nei Tg è in corso un’istruttoria da parte AgCom dove Rai rischia una pesantissima ammenda (70 milioni). Il solito (!!!) Anzaldi, nei giorni scorsi, ha denunciato gravissime violazioni da parte del Tg2 sulle elezioni in Emilia Romagna.

Torniamo alla cronaca. Le macerie al settimo piano di Viale Mazzini è probabile che non siano state rimosse (potrebbero sempre tornare utili per fare barricate). Il prossimo Cda è stato convocato per il prossimo 30 gennaio, subito dopo le regionali e poco prima di Sanremo: è stata convocata una processione propiziatoria ( a Roma si usa andare alla Madonna del Divino Amore, da sempre protettrice dei romani). Il voto e il festival saranno quasi certamente due momenti topici per capire se è verosimile un cambio di passo (e di persone) in Rai. Come scritto sopra, da ieri girano nomi e il più quotato è un certo Andrea Guerra, manager di successo e ex consigliere economico di Matteo Renzi (ma guarda che sorpresa !!!). Male che vada, ci potrebbe essere un”interno” Rai, e in questo caso, ci potrebbe essere Andrea Sassano (fratello del noto Antonio) grande amico di Giacomelli (ex sottosegretario Tlc e, guarda un po’ che sorpresa, renziano della prima ora). Torniamo a dire: accccca ‘nisciun’è fesso !!! e tutto sembra tornare e il quadro si compone. As usual !

Ancora per la cronaca. Siamo alla vigilia di Sanremo, appunto. E ci tornano alla memoria i siparietti di qualche mese addietro, quando si trattava di decidere il suo conduttore. A maggio scorso  gli schieramenti erano noti: da un lato Salini che avrebbe voluto Cattelan e dall’altro la De Santis che invece voleva Amadeus. Ha vinto la seconda. Allora. Da tenere a memoria.
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