La prima, buona, notizia è che la conferenza dei capogruppo ha
calendarizzato alla Camera per il 18 febbraio la votazione per AgCom e Privacy.
Meglio tardi che mai …vedremo.
Questa mattina invece, leggendo i giornali, avvertiamo qualcosa
che non torna ed altro che, al contrario, torna benissimo. Non torna, ad
esempio, la dichiarazione rilasciata ieri da Foa laddove sostiene che: “È stato
un cda complicato, adesso sta all'amministratore delegato trovare il modo di
ricreare quella collegialità a cui egli stesso si è sempre ispirato. Il mio
forte auspicio è che si possa trovare un'armonia. Più c'è consenso all'interno
del Consiglio, meglio è. Ieri ci sono state delle divisioni anche importanti.
Mi auguro che il consiglio sia messo in condizioni di lavorare con armonia e
spirito sempre costruttivo". Il giorno precedente invece ha sostenuto di
aver votato contro : «per i modi, i contenuti, i percorsi di scelta, la
mancanza di trasparenza, l'assenza totale di interlocuzione con
l'amministratore delegato, la fumosità nelle procedure, i pasticci
incomprensibili». A dir poco, le due dichiarazioni sono in contrasto tra loro. Però,
si sa, la politica è arte del possibile non sempre dell’auspicabile. Per essere
in mezzo al guado del Piano industriale che non decolla non c’è che dire, un
bel quadretto. A questo proposito, nello scorso Cda sembra che sia stato fatto
un accenno al problema della sostituzione di Gaffuri: accertamenti in corso. A
usual.
Per ora, ma solo per ora, va bene così anche perché a
mordere i polpacci di Salini ci pensa il PD che potrebbe non accontentarsi
della nomina a RaiUno di uno che ha gongolato per aver acquistato un format di
una trasmissione dove un intervistatore (la Carrà !!) intervista un intervistato.
Se pensiamo (ricordate sempre la pagina del Corriere del 27 ottobre scorso) che in quella rete buona parte del day time è
un format di acquisto, c’è da stare allegri. E il PD ci pensa talmente bene che
da ieri hanno cominciato a circolare nomi del possibile sostituto che magari
potrebbe venire allo scoperto dopo una possibile convocazione da parte del ministro
dell’economia Gualtieri. I nodi sul tavolo sono due e molto semplici: lo stato
di attuazione del Piano industriale e gli ascolti. Entrambi, usiamo un eufemismo, sono in
sofferenza e queste sono realtà.
Questa mattina, sulle pagine di Repubblica, a firma Giovanna Vitale leggiamo: “Non era mai
successo. Mai, nella storia dell'informazione radiotelevisiva, era accaduto che
il capo di un partito d'opposizione monopolizzasse talk e notiziari, pubblici e
privati, come sta facendo Matteo Salvini” e prosegue sul tema ascolti Rai, in
particolare dei Tg “Un dato, rilevato dal monitoraggio mensile dell'Agcom, che
fa il paio con il crollo degli ascolti dei telegiornali registrato dall'Auditel
nell'ultimo anno. Proseguito inesorabile anche in questo inizio 2020”. Da ricordare
che sul tema pluralismo nei Tg è in corso un’istruttoria da parte AgCom dove
Rai rischia una pesantissima ammenda (70 milioni). Il solito (!!!) Anzaldi, nei
giorni scorsi, ha denunciato gravissime violazioni da parte del Tg2 sulle
elezioni in Emilia Romagna.
Torniamo alla cronaca. Le macerie al settimo piano di Viale
Mazzini è probabile che non siano state rimosse (potrebbero sempre tornare utili per fare barricate). Il prossimo Cda è stato
convocato per il prossimo 30 gennaio, subito dopo le regionali e poco prima di
Sanremo: è stata convocata una processione propiziatoria ( a Roma si usa andare
alla Madonna del Divino Amore, da sempre protettrice dei romani). Il voto e il
festival saranno quasi certamente due momenti topici per capire se è verosimile
un cambio di passo (e di persone) in Rai. Come scritto sopra, da ieri girano
nomi e il più quotato è un certo Andrea Guerra, manager di successo e ex
consigliere economico di Matteo Renzi (ma guarda che sorpresa !!!). Male che
vada, ci potrebbe essere un”interno” Rai, e in questo caso, ci potrebbe essere Andrea
Sassano (fratello del noto Antonio) grande amico di Giacomelli (ex sottosegretario
Tlc e, guarda un po’ che sorpresa, renziano della prima ora). Torniamo a dire:
accccca ‘nisciun’è fesso !!! e tutto sembra tornare e il quadro si compone. As
usual !
Ancora per la cronaca. Siamo alla vigilia di Sanremo,
appunto. E ci tornano alla memoria i siparietti di qualche mese addietro,
quando si trattava di decidere il suo conduttore. A maggio scorso gli schieramenti erano noti: da un lato Salini
che avrebbe voluto Cattelan e dall’altro la De Santis che invece voleva
Amadeus. Ha vinto la seconda. Allora. Da tenere a memoria.
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