C’è qualcosa di strano in Danimarca … o meglio … a Viale
Mazzini. Durante questi giorni una buona parte di tutta la televisione si è
presa una pausa di vacanza. Con una differenza: mentre per le commerciali,
governate dalla logica del profitto, può avere tutta la sua dignità spassarsela
al mare o sulla neve, per il Servizio Pubblico NO! Quale potrebbe essere, infatti,
un valido motivo per sospendere trasmissioni di servizio come, ad esempio, Cartabianca
(unico contenitore giornalistico di prima serata) come pure Chi l’ha visto? Non
si spiega a chi paga il canone per 365 giorni l’anno che durante le vacanze di
Natale conduttori, giornalisti, tecnici e compagnia cantando vadano in ferie e
che in sostituzione debbano vedere per forza i cartoni animati o varie amenità.
Ascolti: chi avesse mai avuto voglia di guardare, anche solo
per pochi minuti, la diretta Tv da Potenza condotta da Amadeus avrebbe capito subito
perché il pubblico dei giovani scappa da Rai1. Basta guardare il cast degli
artisti con “volti nuovi” come Orietta Berti, Fausto Leali, Albano e Romina
Power e Malgioglio. Risultato semplice semplice: sono volati via oltre 800
mila telespettatori. Scusate se è poco. Però, ci dice un autorevole esperto “Rai
nel 2019 perde qualcosina … nulla di eclatante”.
Ancora a proposito di ascolti: l’Ufficio Stampa di Mediaset
rilascia un comunicato dove si legge che “il bilancio annuale Auditel 2019 (dal
30 dicembre 2018 al 28 dicembre 2019) registra un miglioramento dell’audience
Mediaset in tutte le principali fasce del palinsesto”. A parte il fatto che il bilancio Auditel per
lo scorso anno non è stato ancora pubblicato, l’osservazione è interessante se
confrontata con il comunicato Rai: “Il successo degli ascolti Rai anche nel
2019, che con 18 programmi di Rai1 occupa altrettante posizioni (e di queste
tutte le prime 17) della classifica top 20 dei programmi dell'anno appena
trascorso". Da notare che le prime dieci posizioni di questa classifica
sono occupate da Montalbano, Sanremo, partite di calcio: il minimo sindacale. Sugli
ascolti Fiction Rai è certamente forte, se poi si vuole guardare cosa c’è
dentro, cosa si racconta con la fiction Rai si apre un altro discorso.
Andiamo avanti. Lo scorso 27 dicembre, il solito bene
informato Aldo Fontanarosa su la Repubblica, titola il suo articolo: “Quirinale in
allarme: ora basta proroghe per AgCom e Privacy”. Da tempo lo abbiamo scritto. È
grave che il principale organo di garanzia sulle telecomunicazioni, in un
momento così delicato, sia in proroga e vorremmo aggiungere che è pure grave
che l’allarme venga lanciato con questo ritardo. Aggiungiamo ancora (e pure
questo lo abbiamo scritto) che non è meno grave la mancata nomina del
sottosegretario alle TLC.
Nei giorni scorsi Michele Anzaldi si lamentava che non ci
fossero risposte dal TAR sul ricorso presentato dalla consigliera Rita Borioni
a proposito della presunta illiceità della
nomina di Marcello Foa come presidente Rai. La risposta è arrivata: ricorso
bocciato, per la giustizia amministrativa la doppia votazione in Vigilanza non
fa emergere profili di invalidità e quindi, per ora, Foa, rimane in carica.
Punto e a capo … tanto alla scadenza dal mandato manca poco più di un anno.
Ieri è scoppiata la grana della cartina del Medio Oriente
sbagliata mandata in onda dal Tg1 dove si sono invertite le aree di influenza tra
sciiti e sunniti. Qual è il problema? Nessuno. La Rai, da sempre, fa grande
fatica a premiare chi è capace e punire
chi sbaglia. Speriamo solo che non se la prendano con il tecnico della grafica.
Ora è la volta dell’invito di Jula Jebreal a Sanremo che ha
fatto insorgere i sovranisti di turno. Afferma i Ministro Patuanelli (MISE): "Non
si vuole trasformare il Festival in tribuna politica, ma si opera una scelta di
"esclusione politica preventiva" poi attacca il Pd, con una "Rai ormai allo
sbando, senza alcun controllo da parte dei vertici. Si dimettano tutti e
chiedano scusa". La resa dei conti, più volte annunciata, potrebbe ora
essere alle porte” (da Giovanna Vitale su Repubblica di oggi). Come ha scritto
Franco Renato sul Corriere “Il timore era che si parlasse di politica e non sia
mai che al telespettatore di Rai1 addormentato gli venga un colpo”.
Da tenere bene a mente: Andrea Sechi su Italia Oggi del 4
gennaio: “Tv: al via il grande cambiamento”.
Seguiremo il tema con particolare attenzione.
Chiudiamo con una proposta di lettura interessante: si tratta di un
articolo sul Sole 24 Ore comparso il 3 gennaio, firmato da Ian Bremner dal
titolo “AMAZON E APPLE, DUE VISION GEOPOLITICHE CONTRAPPOSTE. Serve tecnologia
destinata ai cittadini che chiedono più intervento pubblico. Apple e Amazon
sono due aziende con modelli di business strategici basati su visioni del mondo
per molti aspetti antitetiche. Quello di Apple risponde a una logica economica,
quello di Amazon a una logica geopolitica”.
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