Questa mattina le dita sulla tastiera sono più pesanti del solito.
Siamo costretti ad invischiarci in qualcosa di paludoso e nebbioso, quasi
fantascientifico. I dietrologi e i terrapiattisti di tutto il mondo sono scatenati.
Lo abbiamo scritto nei giorni scorsi: le macerie delle risse al settimo piano di Viale Mazzini,
prima in Vigilanza sulla questione misteriosissima della presunta truffa con la
mail indirizzata a Foa e poi nell’ultimo Cda, non sono state rimosse … qualcuno
ha pensato che potevano tornare utili. Abbiamo pure scritto che sarà difficile immaginare
l’applicazione del Piano industriale con questi presupposti.
Ieri è comparso su Dagospia un curioso articolo. Viene citato Foa “"Forte irritazione per scelta eticamente inaccettabile. Amadeus riporti il Festival nella giusta dimensione." E poi si legge: “Perché Foa interviene solo dopo aver scoperto il riferimento a Salvini nella nuova canzone di Cally? Il rapper è assistito da Mn Comunicazioni, una società che gode della stima di Salini, finita nel mirino nelle scorse settimane quando era stata inizialmente scelta per l'ufficio stampa del Festival. Un modo dunque per colpire l'ad?”.
Capito bene? Si … forse … speriamo di no!
Come al solito, il problema sta sempre nel Quartier
Generale. Chi ha scelto il direttore artistico? Chi ha scelto gli ospiti da
invitare? Chi ha visionato i testi? Ovviamente, tutte anime candide, compresi
quelli che c’erano prima. Ha ragione il rapper di oggi quando sostiene di
essere in buona compagnia di altri suoi colleghi che lo hanno preceduto sul
palco dell’Ariston. Non si può certo dire che siamo stati da meno di lui e
tutti sapevano, tutti hanno taciuto, prima durante e dopo. Leggiamo da La
Stampa, a firma Luca Dondoni: “«L'artista è contro il sessismo e ovviamente -
sembra banale dirlo, ma non lo è - contro la violenza sulle donne. Non capiamo
se la polemica sia musicale o politica: della sua partecipazione si ha notizia dal
31 dicembre e tutti i suoi testi sono disponibili sul web. Mentre del testo di
No Grazie e delle sue rime anti populiste si è venuti a conoscenza solo il 16
gennaio. Il giorno dopo, si accende la polemica». Intanto ieri Junior Cally ha
fatto la sua prima prova al Teatro Ariston di Sanremo. Era tranquillo ma
dispiaciuto che il brano fosse oscurato dalla polemica sulla sua produzione
passata. «Produzione che - fa notare il suo entourage - contiene immagini
violente, che caratterizzano tutto un filone del rap a cui appartengono altri
artisti italiani e internazionali, da Eminem a Sferaebbasta, a Salmo. Un
fenomeno che va considerato al pari di altri prodotti di fiction con linguaggio
esplicito e violento. Si tratta appunto di fiction non di realtà». Nella
sua stessa situazione infatti si potrebbero trovare almeno altri quattro
artisti coinvolti nel festival, Marco Masini, Achille Lauro, i Pinguini Tattici
Nucleari e Myss Keta. Tutti infatti hanno nel loro repertorio brani che
raccontano scene violente, sessiste o inneggianti alla droga”.
Qual è dunque il problema? Molto semplice: sperare che si
possa andare avanti e non indietro, che si possa “cambiare” il racconto del
Paese attraverso immagini che non siano di una fiction che della violenza fanno
sempre e comunque la cifra narrativa prevalente.
Nel frattempo, abbiamo capito che:
A)
Per usare un eufemismo, la Rai è nel pallone
B)
Per usare un eufemismo, non sanno che pesci prendere
e come fanno sbagliano
C)
A Viale Mazzini i misteri si accavallano e si
infittiscono e molti tacciono
D) Sanremo è Sanremo? no !!! non è e non dovrebbe
essere così. Sul suo palco non si dovrebbero sacrificare la dignità e i diritti
delle persone per mezzo dollaro di ascolti.
E) Siamo alla vigilia di altre risse: domenica
prossima si vota in Emilia, poi il 30 convocato un Cda dove, forse … forse… si
potrebbero fare altre nomine ai Tg (sembra che sia stato raggiunto un accodo
politico)
F)
Salini potrebbe essere convocato dall’Azionista
Gualtieri
Vedremo … vedremo …
bloggorai@gmail.com
Nessun commento:
Posta un commento