Chi di comunicazione ferisce ... di comunicazione perisce. Ovviamente,
ci sono mille modi per interpretare i risultati delle elezioni regionali di ieri
ma uno interessa questo blog: la televisione. Non c’è dubbio che Salvini abbia
goduto (cercato e voluto con la sua strategia di comunicazione) di una
esposizione mediatica quantitativamente superiore sia a quelle dei suoi competitor
sia a quella che l’elettorato gli potrebbe attribuire in condizioni “eque” per
tutti (vedi richiami AgCom). Il problema è la “qualità” ovvero la tipologia di
comunicazione. Vedi i due casi recenti:
il primo la “citofonata” al giovane tunisino e il secondo lo “spottone” incidentalmente
regalato da RaiUno nell’intervallo della partita Roma-Juventus (da osservare
che il pubblico di quella serata era prevalentemente padano in quanto è
noto che molti tifosi della squadra torinese risiedono in quell’area del Paese).
Ebbene, a quanto sembra, questa esposizione che avrebbe dovuto far supporre un
vantaggio mediatico competitivo proprio alla vigilia del voto (che solitamente
è più pregiato) non c’è stato. O meglio, non è stato sufficiente a garantire la
vittoria della Borgonzoni, mentre gli ha garantito certamente un grande numero
di voti al suo partito. Morale: la televisione, da sola, non è sufficiente a
garantire il successo elettorale mentre concorre in modo formidabile a creare, a
rafforzare, un “sentimento” nazionale, un mainstream sociale e culturale, e quindi
politico, in grado di sostenere il successo nelle urne.
Altra nota interessante riguarda l’uso dei sondaggi in
televisione. Anche questa volta, non si sono rivelati attendibili e, ciononostante,
molti programmi e telegiornali continuano a supportare i servizi con i numeri
riportati dai vari esperti. Qualcosa non funziona, come pure non funziona che a
fronte di una forte regolamentazione del confronto politico in televisione non esista nulla
che possa regolamentare il Web che pure influisce non poco nella competizione elettorale.
Cosa potrebbe significare il risultato di ieri tradotto per
Viale Mazzini? Proviamo a ragionare a partire dall’incontro che oggi pomeriggio
si dovrebbe svolgere al Ministero delle Finanze tra il Ministro Gualtieri e l’AD
Salini. A parte le scaramucce “ti chiamo io” …”no vengo da solo” la sostanza
rimane: l’azionista chiederà conto a Salini del suo operato ad un anno e mezzo
dal suo insediamento e alla vigilia di una stagione aziendale a dir poco
complicata (conti economici, piano industriale e ascolti). Nei giorni scorsi, dalle colonne di Repubblica, abbiamo letto che sarebbe pronta una revoca del suo
mandato mentre questa mattina leggiamo (sempre a firma della solita bene
informata Giovanna Vitale) che “non si tratta di un aut aut ma poco ci manca”. Già
… cosa ci manca? Mancano almeno due componenti: la prima (lo abbiamo scritto
tante volte) è riferita all’accordo politico tra PD e 5S su tutto il “pacchetto”
di nomine che vanno dalla società partecipate all’AgCom passando per il sottosegretario
alle TLC (attualmente sotto Patuanelli); la seconda parte mancante è l’incognita
su come porre rimedio alla crisi del Servizio pubblico. Nessuno ha le idee
chiare e le posizioni spaziano dalla riduzione del canone al ritiro della concessione,
passando per una riforma di tutto il sistema delle Tlc previsto dal programma di
Governo e della quale non si avverte traccia. Ne deriva che anche l’ipotesi di
revoca o sostituzione dell’Ad o di tutto il consiglio non appare per nulla
facile da realizzare nei modi e nei tempi. Infine, come noto, siamo alla vigilia del Cda del
prossimo giovedi 30 dove, forse … forse, si potrebbe chiudere la partita
delle nomine ai TG. Ora, dopo i risultati di ieri, non c’è dubbio che il PD ne
esca rafforzato nel peso interno alla maggioranza di Governo mentre il 5S ne
esce sostanzialmente indebolito. Cosa può significare? Si dice che Salini possa
contare sul “patronage” dei 5S, cioè proprio di chi in questo momento politico
sembra contare quanto il due di coppe quando regna denari. Che la partita si
potrebbe chiudere con Zingaretti che porta a casa Orfeo al Tg3 e poi tutti felici e contenti??? Forse,
probabile ma non certo. Il cerino delle difficoltà in cui versa l’Azienda rimarrebbe
acceso e non è certo avere “in quota” PD tutto il terzo programma (tg e rete)
mette in cassaforte il futuro del Servizio Pubblico sotto tutela di una parte del
Governo.
Non ci aspettiamo che questa sera vengano diramati comunicati
infuocati. Al contrario, ognuno cercherà di prendere tempo, di sopire, di
tenere basso il volume delle polemiche nascondendo, per ora ma solo per ora, la polvere sotto il tappeto. Non ultimo:
Sanremo è alla porte e ci saranno molte buone occasioni per menare sportellate
di frigorifero. A proposito di Festival: la notiziona di ieri è che ci dovrebbero
essere i Ricchi e Poveri !!!
Nonna sarà tanto contenta !!! I miei figli e nipoti non sanno nemmeno chi
siano.
bloggorai@gmail.com
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