Cordiale e costruttivo: questo il clima in cui si è svolto
ieri l’incontro tra Salini e Gualtieri. Il punto centrale è stato il Piano
industriale: da un lato si richiede velocità nella sua attuazione, dall’altro
si chiedono certezze sulle risorse. Nulla di nuovo. Forse, l’incontro vale più
per le cose che non sono state esplicitate che non quelle di cui si è
effettivamente parlato. Primo punto: i nuovi equilibri politici a seguito dei
risultati elettorali di domenica. L’AD è frutto di un precedente governo e con
quelle impostazioni ha cercato di guidare l’Azienda, in condominio con l’attuale
presidente. Non solo è cambiato Governo ma anche all’interno di quello attuale
sono cambiati gli equilibri. come pure è cambiato drasticamente l'umore tra AD e Presidente dopo l'incidente misterioso della mail truffa. Difficile negarlo. Come pure difficile non pensare
che lo “sponsor” principale di Salini sia oggettivamente meno rilevante nella
contingenza politica attuale. Allo stesso tempo, seppure Salvini ha perso il
big match in Emilia, ha portato a casa
un consenso elettorale significativo. Tutto questo come si risolve nella prossima
partita sulle nomine, in particolare ai Tg? Per quanto ne sappiamo, la situazione rimane in
stallo. Lo schema pre elezioni potrebbe essere saltato e la pretesa del 5S di
reggere sul Tg1 non sarebbe più facilmente percorribile. Come abbiamo scritto
ieri, il tema è capire se il PD si accontenta e gode oppure rilancia.
Altro argomento che rimane a galla è il pluralismo: l’AgCom avrebbe aperto un’istruttoria sul caso spot
Salvini. Evidente però che il problema è la direzione editoriale e politica che
non ha tenuto e non sarebbe nemmeno la prima volta se è vero che Rai rischia
una multa di 70 milioni.
Per quanto riguarda il Piano industriale, è rimasta in
sospeso la questione Gaffuri. A Viale Mazzini raccontano una storia, una
favola, a cui pochi credono. Dicono che quando Tizio o Caio avrebbe chiesto al
Direttore del Trasformation Office il perchè della sua repentina decisione di
lasciare l’Azienda e cosa si poteva fare per fargli cambiare idea la risposta
sarebbe stata: qualcuno si dovrebbe dimettere. Le favole, è noto, sono favole. Per
quanto noi sappiamo, ci potrebbero essere state private argomentazioni sulle quali
non entriamo. È evidente però che negli ultimi sei mesi, da quando Gaffuri si è
insediato, qualcosa non è andato per il verso giusto. Almeno non sono andate avanti
le due operazioni forse più semplici da realizzare: il canale in lingua inglese
e quello istituzionale. Come pure altre indicazioni emerse dal Contratto di servizio
come la rimodulazione e riorganizzazione delle reti e testate. Tra l’altro, da notare,
il piano editoriale sul quale la Vigilanza deve esprimere un parere
obbligatorio, è lontano dalla sua meta. Gualtieri, dal canto suo, per quanto
sappiamo, non ha offerto garanzie più di tanto sul piano delle risorse. Non abbiamo
saputo nulla della posizione del MISE di restituire gli 80 milioni a fronte di
una rendicontazione periodica. Come pure, non sappiamo nulla su come la pensa a
proposito di posizioni emerse all’interno del Governo di cui fa parte sul
futuro del canone. Il ministro avrebbe chiesto alla Rai di spingere sull’acquisto
dei diritti sportivi di calcio e Olimpiadi. Già … buona idea !!!
Insomma, a farla breve: un gioco delle parti ancora in attesa
di aggiustamenti tattici e strategici che ancora non sono chiari. Alla vigilia
del voto in Emilia, si diceva che le sorti di Salini erano, in parte, legate ai
risultati elettorali. Ora che i risultati sono espliciti il suo pallottoliere
rimane sempre in bilico ma più perché sono i suoi amici ed avversari ad essere
confusi più di quanto l’Azienda che dirige ad essere in difficoltà. Sanremo è
alle porte … è tempo di migrare verso la Riviera dei fiori, poi, forse, si
vedrà.
bloggorai@gmail.com
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