venerdì 26 novembre 2021

Viale Mazzini sull'orlo di una crisi di nervi

Foto di Steve Buissinne da Pixabay

Non ci annoieremo ..mai !!! Non sappiamo più se rotolarci per terra sul tappeto e giocare allegramente con i nostri due gatti oppure ritirarci in un angolo a meditare per le serie preoccupazioni per il futuro della Rai. Veniamo subito al dunque. Cosa è mai successo? Ieri Fuortes ha nominato Maurizio Caprara come suo “assistente per le attività di comunicazione e relazioni esterne”. Non si sa se sganasciarsi dalla risate o piangere tristemente. Attenzione: solo il Corriere (dove Caprara ha lavorato) oggi riporta la notizia e questa è già di suo una notizia.

Allora, come al solito abbiamo cercato di capire cosa significa, perché questa scelta. Queste le ipotesi prevalenti che abbiamo raccolto tra i migliori osservatori che abbiamo disponibili:

1) Siamo stati tra i primi a riferirla: fra 60 giorni inizia la corsa al Quirinale ed è una partita dove non ti puoi presentare in campo con i giovani esordienti della Primavera che gestiscono la comunicazione istituzionale della Rai. Occorre una figura esperta, navigata e garantita e Caprara lo è certamente per i suoi trascorsi al Colle. Un errore in questo campo sarebbe imperdonabile e irreparabile. L’AD si è voluto parare il parabile.

2) Il Colle non c’entra nulla. Palazzo Chigi ha lasciato trapelare (e lo abbiamo letto più volte) un certo malumore nei confronti del vertice Rai laddove sembra non sono piaciute certe “uscite” e notizie lasciate trapelare mai smentite e confermate solo in parte in Vigilanza. Occorre che qualcuno ci metta rimedio e dunque Caprara potrebbe essere una specie “commissario” e forse non solo per la comunicazione. Ipotesi molto suggestiva.

3) Errore di scelta A: persone forse giuste ma al posto sbagliato. Superfluo ripeterlo ma necessario: la comunicazione è una leva strategica e non ci si improvvisa “direttore” passando nel giro di pochi anni da semplice creativo a responsabile di tanta materia. Chi chiama il direttore del Corriere o Repubblica? Occorre un vero "portavoce" dell'AD ... un operatore di lobby. Lo abbiamo sempre sostenuto e lo ribadiamo con forza: occorre tanta, tanta esperienza, tondini di ferro sullo stomaco, abilità di relazione e conoscenza della “jungla” sociale, politica ed economica che non si compra al mercatino dell’usato. Inoltre, non ci si improvvisa “capo ufficio stampa” passando da una testata giornalistica alla gestione di un esercito di giornalisti dei quali dovresti conoscere pure il cognome della nonna da nubile e non si “dialoga” con i colleghi evitando di rispondere alle mail alle telefonate o ai messaggi di What’s up.

Errore di scelta B: è tutto dell’AD per quanto ha deciso di essere lui il perno della comunicazione aziendale (da ricordare quando ammonì i consiglieri: parlo solo io). Il segno della “sua” idea di comunicazione avrebbe voluto essere la riservatezza, la segretezza, il cambio di terminologia da “conferenze stampa” ad “eventi” dove non si prevedono domande da parte dei giornalisti. Quell’ormai famoso ”Diamoci del Lei” è una pietra lapidaria nella storia della comunicazione aziendale.

4) la presidente Soldi ha recentemente nominato Cinzia Squadrone come sua consulente per il Contratto di servizio, subito dopo che Fuortes aveva nominato Stefano Luppi come coordinatore dello stesso argomento. L’AD per non essere da meno ha voluto anche lui dotarsi di un “consulente”. Questa ipotesi è proprio malevola e subdola.

5) Infine, questa quarta ipotesi è troppo sofisticata e fantascientifica per essere narrata compiutamente. Però, per dovere di cronaca, la riportiamo sommariamente per come ci è stata suggerita: “Eufemismo: nell’area comunicazione c’era uno zampone, diciamo un generico quanto larvato riferimento a chi è stato il mentore della nomina del genio della lampada, un certo Gubitosi, che ora non sembra proprio navigare in buone acque”. Con tutta la simpatia che nutriamo per il nostro interlocutore ma non riteniamo credibile questa ipotesi, a meno che la si voglia leggere in controluce con altri patronage andati a buon fine nei giorni scorsi (vedi post dei giorni scorsi).

Bene, ora come si interpreta questa scelta? Ci viene in mente solo la lettura peggiore: l’Azienda è sull'orlo di una crisi di nervi e fatica a tenere le fila di una situazione che sembra sfuggirgli di mano ogni giorno che passa e questo episodio lo confermerebbe. Nelle varie teorie di marketing ce n’è una che si può utilizzare: quando un prodotto va male, si prova a cambiare la confezione. Alla prospettiva drammatica dei conti si risponde con un fantomatico “modello” stracotto e ripassato in padella. Alla crisi degli ascolti si risponde con le dichiarazioni della Soldi in Vigilanza:  "Questo autunno la tv tradizionale ha perso quasi 2 milioni di spettatori al giorno rispetto allo stesso periodo di due anni fa, un calo che gli esperti definiscono strutturale” .. con tutto il rispetto per i suoi “esperti” ma se fosse come ha detto lei e proiettando questo dato per i prossimi giorni, settimane o mesi, in progressione matematica saremmo ormai regressi al Pleistocene. Idem per quanto riguarda la prospettiva drammatica della mancanza di necessari investimenti tecnologici … non si sa proprio come rispondere. Punto. A capo.

A momento non si registrano reazioni ufficiali, interne o esterne a Viale Mazzini. Attendiamo fiduciosi.

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