"...che mi ci porti a fare sopra a Posillipo se non mi vuoi più bene?".
Mentre ci stavamo preparando ad una tiepida cenetta, in buon animo di scrivere un post di fine giornata, ci siamo imbattuti nella Gruber che ha aperto il dibattito con la crisi Rai e la “rottura” di Conte. Bersani: “Perché pagare il canone?” già … perché ??? Il dubbio comincia a serpeggiare.
Per gli appassionati di numeri, si sa, il 17 non proprio è un gran bel numero. Giornata lunga e impegnativa. I post hanno avuto molti lettori. Nervi scoperti. Imbarazzo, disagio e confusione. Pareri discordi e fin qui nulla di nuovo, anzi. Ma un tratto è comune a molti: qualcuno ha fatto una grande pipì fuori dal vasetto ed è solo l’inizio. Domani il Cda si svolgerà a Napoli e, quasi certamente, non sarà una passeggiata. Come voterà il consigliere espresso dal M5S? e come voterà il consigliere espresso dai dipendenti Rai? Non ci chiediamo nemmeno degli altri che staranno festeggiando a champagne (anche se ci giungono notizie di qualche brontolio nel PD). Possiamo intuire e sapere ma preferiamo tacere.
Intendiamoci bene: ‘acca nisciun’e fess !!! siamo tutti adulti e vaccinati e non è la prima (e non sarà l’ultima) volta che le nomine avvengono sotto il segno nefasto dell’ingerenza della politica su Viale Mazzini. Questa volta però c’è un segno distintivo che marca la differenza: l’emersione totale, frontale e diretta del ruolo del Governo nella gestione della partita. Se nel passato è avvenuto, quasi nessuno ne sapeva nulla, ora invece sappiamo pure il nome e cognome dell’ufficiale di collegamento tra Viale Mazzini, Draghi e i partiti. Abbiamo sentito anche sostenere che altrimenti, se non ci fosse stata una drammatica forzatura sul filo di lana (intorno alle 11.20) non ci sarebbe stata soluzione e forse sarebbe andata anche peggio e, come abbiamo scritto, ne sarebbero usciti tutti con le ossa rotte. Si forse, teoria fondata su due presupposti chiari e comprensibili: i partiti non sono stati capaci di fare passi indietro e Fuortes non è stato capace di fare passi avanti. La prova provata, la pistola fumante, è il presunto incontro con Salvini, mai smentito ( https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/flash-troppo-nbsp-fuortes-quot-mia-rai-partiti-non-bussano-287838.htm ) dove l’oggetto sarebbe stato proprio quel Tg2 perno della discordia (si fa per dire). Ma quando un uomo con la pistola incontra un altro uomo con il fucile, quello con la pistola è un uomo morto. E viene dubito da pensare al secondo incontro, sempre presunto e mai smentito, tra l’AD Rai e Di Maio, oppure alla famosa festa di Bettini con tanta bella gente (un Letta c’era ma non quello giusto). Chissà se mai ci sono state amene conversazioni sui futuri direttori dei Tg (perché a quelli di “genere” al momento non frega un ciufolo a nessuno).
Su questa giornata ci scriveranno le pagine di storia, sul ruolo di Draghi, sulla partita per il prossimo presidente delle repubblica, sulla tattica e la strategia. Ed è proprio questo un nodo, un passaggio fondamentale: la gestione della macchina informativa pubblica, lo Strumento con la S maiuscola in grado non di controllare ma certamente di influenzare non poco le scelte che si dovranno compiere nei prossimi giorni, settimane e mesi. La sintesi è semplice: “prove tecniche di trasmissione di maggioranze possibili” inclusive del centro destra che non è un’eresia e la stessa Costituzione prevede che per le prime tre votazioni si debba raggiungere i due terzi. Il Tg1 è l’ariete, il Tg2 regge il moccolo e il Tg3 canta nel coro. Amen.
Anche noi, però vogliamo fare servizio pubblico e vogliamo fornire un suggerimento ai consiglieri e a quanti domani andranno a Napoli, città di adozione che ci permettiamo di dire di conoscere quanto basta per ritenerla sempre un luogo obbligatorio della cultura, della morale e della coscienza nazionale.
Proponiamo allora una cronaca anticipata di una giornata napoletana. Attenzione: per chi da tanto tempo non torna sott’o Vesuvio, ricordate che non si scende più alla stazione di Mergellina (tanto comoda per poi prendere i traghetti per Capri o Procida) ma a Napoli centrale.
Prendetevela comoda e andate a piedi. Usciti su piazza Garibaldi, costeggiatela e tenetevi a destra e dirigetevi verso la seconda traversa e a pochi metri trovate la Pasticceria Attanasio. Il dilemma storico tra sfogliatella riccia o piana è ancora insoluto: a voi la scelta. Suggeriamo la piana perché la pasta frolla è più “morbida e profumata assai”. Bene. Tornate su piazza Garibaldi e dirigetevi verso Via Poerio e magari, per comodità, chiedete di Porta Capuana. Proseguite, la strada cambia nome e si chiama Via Carbonara e tenetevi sempre sulla destra fintanto che guardate di lato, verso l’alto, una rampa di scale e la facciata di traverso di una chiesa: S. Giovanni a Carbonara. Salite ed entrate. Stile gotico. All’apparenza fredda. Navata centrale abbastanza spoglia mentre sullo sfondo, si staglia l’altare maggiore, impreziosito da una grande scultura, il monumento funebre a Ladislao di Durazzo. Il bello viene dietro. Grande affresco che richiama subito il Giudizio universale: grandioso e viene naturale chiedersi se sia stato questo ad ispirare Michelangelo o viceversa.
Bene, uscite e dirigetevi verso il MADRE (Museo d'arte contemporanea Donnaregina) che dista poche centinaia di metri. Prima ancora di vedere qualsiasi cosa ci sia in programma, recatevi sul terrazzo e se se siete fortunati con una bella giornata chiara e luminosa, potete osservare uno dei panorami più belli del Golfo, dal Vesuvio impennacchiato alle isole. Siete vicino ai Tribunali ed è probabile che sia ora di pranzo. È un capitolo a parte … segue…
Domattina sveglia presto … Napoli ci attende …
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