Nei giorni scorsi, il 12, è stata ricordato il centenario della nascita di Roland Barthes che poi, dopo 50 anni scrisse Miti d’oggi, testo fondamentale della semiologia, della sociologia e della scienza della comunicazione. Vale la pena ricordarlo in un momento in cui tutto intorno a noi si percepisce, emerge e si recepisce in relazione alle dimensioni, al peso specifico, del “mito”. Anzitutto il “mito” della politica con i suoi più evidenti “simboli”: il Presidente della Repubblica e il Capo del Governo. Fatalmente, in questi giorni e ancora più in quelli a venire, questi “miti” si incroceranno e segneranno il futuro di questo Paese. E la Rai, in questo gioco di specchi, inevitabilmente, sarà il crocevia di questi passaggi. Quale partito, ragionevolmente, rinuncerà a mettere bocca sul nuovo direttore del Tg1 o quello del “nuovo genere” Approfondimento?
Ora ci vorremmo soffermare su un paio di “miti” a noi più vicini. Uno ha un nome e cognome, Carlo Fuortes, l’altro è un attante (l’agente dell’azione indicata dal verbo, o dal gruppo formato da verbo più complemento oggetto, coincidente in genere con quello che nella grammatica tradizionale è il soggetto della proposizione attiva - Treccani) ovvero l’informazione perché anche questi due miti, fatalmente, in questi giorni si incroceranno. Sul primo ci prendiamo ancora qualche giorno di tempo (stiamo preparando i bagagli per andare a Napoli) mentre sul secondo sarà necessario aprire un capitolo lungo e complesso.
Iniziamo con una notiziola riportata oggi su Repubblica con il titolo “Mediaset, il Tg5 resta solo” e si legge “... per risparmiare sui costi di procedere ad un drastico ridimensionamento dell’offerta informativa”. Ci viene facile una metafora: “Quod non fecerunt a Viale Mazzini, fecerunt a Cologno Monzese”. Come al solito, tutto molto semplice, tutto molto comprensibile, non bisogna essere geni della finanza oppure architetti della politica aziendale per fare scelte necessarie e forse pure vantaggiose. Torniamo al nervo scoperto di questo periodo sul quale si vorrebbe far nascere la “nuova Rai”: il modello organizzativo per generi. Evidente pure ai non vedenti che c’è un buco nero grande come la Fossa delle Marianne: l’informazione. Parliamo di tre TG, una TGR, i GR, RaiNews24, il sito Rainews.it per un totale di circa 1700 persone, un esercito con il quale ci si potrebbe fare un’Azienda a parte.
In questa ipotetica azienda, a voler essere efficienti, razionali e produttivi, hai voglia a fare “modelli organizzativi” orizzontali, verticali, trasversali, obliqui, trascendenti, culturali, sociali e chi più ne ha più ne metta. E invece cosa ti succede? Succede che, per ora, il solo unico e grande problema sarà decidere chi sarà nominato nelle quattro caselle che si dovranno rinnovare: Tg1,Tg2, TGR e RaiSport. Cioè tutto il cucuzzaro. Come mai potrà essere gestito questo “pezzo” di Azienda (come lo ha definito Fuortes recentemente) non è dato sapere. Di razionalizzazione, di accorpamenti, di NewsRoom unica non ci sono tracce mentre c’è una sola effimera e labile traccia che merita di essere “interpretata”: il nuovo genere “approfondimento”. Che significa? Cosa potrà/dovrà produrre per conto di chi? Da chi sarà diretta? Da un/a giornalista o da un dirigente editoriale? Proviamo ad arrampicarci sugli specchi giacchè nulla è dato sapere (da rileggere il post di ieri: “La sola fonte ufficiale è il Comunicato Stampa” ci hanno riferito dal VII piano). Esempio: un talk show è “approfondimento”? tanto per capirci: Porta a Porta o Carta bianca da chi saranno diretti? Dal “genere” approfondimento o dal “genere” intrattenimento in Prime Time? Oppure: poniamo che il 3 febbraio si debba “approfondire” il tema “elezioni del Presidente della Repubblica” chi ne assume la responsabilità editoriale? Il direttore del “genere” oppure uno o più direttori di testata giornalistica che intende fare uno “speciale”? Ancora: chi decide e in base a quali criteri verranno scelti i temi da “approfondire”? Il direttore di questo genere che poteri avrà per poter compiere una scelta su un tema piuttosto che su un altro? Ancora, tanto per capirci: ad esempio, il Dl Zan è un tema da approfondimento oppure ... lasciamo perdere … adesso abbiamo altro di cui occuparci ...etc etc. Su tutto questo poi grava una figura fantasmica che nella votazione del “modello organizzativo” dello scorso ottobre è scomparsa rispetto a quella votata con tutto il Piano industriale a marzo 2019: la direzione Coordinamento generi, cioè il necessario “vigile urbano” che dirige e smista il traffico della messa in onda. Infatti, come si può catalogare un film? È cinema o fiction? E se fosse un film con un tema sportivo, chi se ne occupa, il direttore del Genere Sport? E se fosse un cartone animato da mandare i giorni di Natale in prima serata? Chi se ne dovrebbe occupare, la direzione Genere Intrattenimento Prime Time, la direzione Kids oppure la direzione Cinema ??? slurp … slurp .. ci divertiremo assai … almeno questo è poco ma sicuro e già dalle prossime ore o giorni avremo i primi assaggini.
Bene. Torniamo ancora al Post di ieri: confermiamo quanto sappiamo, cioè potrebbero arrivare i “colonnelli” o le “colonnelle” a dirigere qualcosa di buono sul fronte di Tg Rai semmai le candidate interne (Maggioni, Busi, Crescimbeni … etc) non ce la dovessero fare.
Sempre ieri abbiamo scritto di Rai Play e del disordine che regna sotto il suo cielo. Abbiamo riportato i dati di Auditel Standard digitale confrontando tra quelli del suo esordio nella nuova veste (febbraio 2019) e quelli attuali dove per il LS (Legitimate Streams) si legge chiaramente che siamo punto a e capo: Rai è sotto Mediaset di tante lunghezze. Ci viene obiettato che invece, per quanto riguarda il tempo di permanenza (TTS per editore e canale) i dati danno una lettura differente. Andiamo a verificare e leggiamo che semplicemente che Mediaset oggi è sopra Rai, seppure di poco, mentre nel 2019 era vero il contrario. Vedere per credere.
Bene, è ora di andare, dobbiamo preparare i bagagli per Napoli. Ci anticipiamo e vorremmo prenotare un posto ma ci corre grande indecisione: da Sorbillo ai Tribunali (e già che ci siamo ci anticipiamo un giretto a San Gregorio) oppure da Starita a MaterDei. Grande dilemma. Vedremo, appena arrivati sentita l’aria di Napoli, decideremo.
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