Questa mattina la lettura dei giornali non aiuta, piuttosto
danneggia l’umore. Suscita un malmostio di pensieri cupi, ottusi e confusi più
di quanto non avviene solitamente. Se pensiamo alla Rai, ancora una volta avvertiamo la messa in scena
della grande commedia italiana. In verità, va in scena la consueta grande tragedia, perennemente appesa tra il losco e il fosco, tra indicibili interrogativi
e risposte misteriose. Che dovremmo fare questa mattina? metterci a fare le pulci su quanto detto o non detto ieri in Vigilanza, sul significato palese o nascosto, sulle carte mostrate e i numerici citati? Dovremmo commentare i commenti che si posson leggere stamattina? No, non ce la sentiamo seppure ci sarebbe da scrivere capitoli di enciclopedia.
Oggi, come sempre, sul palcoscenico di Viale Mazzini sale il quotidiano
tormento esistenziale di chi cerca una strada e non la trova, di chi pensa di
averla trovata e si accorge che potrebbe non essere quella giusta e cambia repentinamente
percorso oppure di chi pur avendola trovata, ad un certo punto, arriva fino in
fondo, si volge all’indietro e si chiede se mai fosse stata la strada che valeva
la pena percorrere.
Vengono in mente un paio di grandi opere: Così è (se vi pare), apoteosi dell’incertezza,
della relatività e delle mezze verità costruite ad immagine e somiglianza delle
necessità ed opportunità e Il gioco delle
parti, la quintessenza della mobilità e fluidità delle azioni umane,
piegate sempre non tanto alle diverse parti che ognuno assume ma alla
percezione che di esse hanno chi ci osserva: “Questo maledetto specchio, che
sono gli occhi degli altri, e i nostri stessi, quando non ci servono per
guardare gli altri, ma per vederci, come si conviene vivere… come dobbiamo
vivere…”.
Ogni riferimento con quanto avvenuto ieri in Vigilanza Rai non è casuale. Anzi. Le nomine? “Decise in piena autonomia” ipse dixit. E’ andata in scena solo una modesta e piccola parte di una commedia infinita, giacché oggi, alle 13.30, ne segue una successiva. Quello di ieri è stato solo un momento di passaggio, una piccola parte di un racconto del quale si fatica a comprendere il capo e la coda. Quando parliamo del gioco delle tre carte si fa indebito onore agli abili artigiani che sono maestri nell’arte di nascondere le carte buone da quelle bucate.
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ps: con questi chiari di luna, non garantiamo un post nel pomeriggio per dare conto di quanto potrà avvenire in Vigilanza ... potrebbe non valerne nemmeno la pena
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