Si spiluccano notiziole, qua e la, e due ci balzano all’attenzione. La prima si riferisce a quanto detto da Mario Monti durante la sua partecipazione a “in Onda” su La7; “…bisogna trovare delle modalità meno democratiche nella somministrazione dell’informazione…”. Mi viene uno stranguglione: sembra che il mondo gira alla rovescia, invece di aumentare e diffondere i livelli di attenzione e partecipazione democratica, c’è qualcuno che invoca la restrizione. Vedi https://www.la7.it/in-onda/video/covid-monti-bisogna-trovare-delle-modalita-meno-democratiche-nella-somministrazione-dellinformazione-27-11-2021-411017 . Inquietante.
La seconda si riferisce ad un tema al centro dell’attenzione nei giorni scorsi: la rete unica e TIM. Leggiamo su La Stampa il titolo, a firma del direttore Massimo Giannini: “Draghi e Colao, dateci la linea su TIM e la Rete”. Già … è proprio così: checchè se ne dica e per quanto sappiamo, su entrambi i temi siamo in alto mare. Sulle rete unica non c’è traccia di prospettiva, se non vaghi ondeggiamenti che non hanno prodotto un solo passo in avanti. Sul secondo tema siamo alla “minaccia” di golden power dove il Governo “vigila” e nulla più. Eppure parliamo di due asset strategici per la vita del Paese, per il suo futuro. Inquietante. Figuriamoci quanto ci possono essere le idee chiare sul futuro della RAI e si capisce bene perché allora il buon Fuortes è stato costretto a guadarsi indietro per andare avanti. Nessuno gli ha detto cosa deve fare, da che parte dirigersi, e quindi navigazione a vista, facendo bene attenzione a non andar incontro a qualche scoglio sommerso.
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