La nebbia per un verso attutisce i ragionamenti, per altro verso
consente una maggiore concentrazione perché sfronda i dettagli e fa emergere
solo i tratti importanti. Tutto questo, oggi pomeriggio, mi fa pensare a qualcuno che riemerge, che ritorna da un passato, più o meno lontano per ricordarci
cose oscure che noi non conosciamo. Nei giorni scorsi abbiamo letto interviste
di Celli, di Verdelli e di Minoli: tutta gente che la sa lunga e la sa pure raccontare
in fatto di rapporti perversi tra Rai e politica. Tutte mammolette. E per
fortuna tacciono i tanti altri che pure avrebbero tanto da dire. Pensiamo ai
vari Saccà, Cappon, Lei e compagnia cantando tanto per citarne solo alcuni tra
i tanti che ci vengono in mente. Diciamo semplicemente, senza infamia e senza
lode: tutti profeti del passato, tutti arguti analisti e capaci intenditori
di ciò che è stato e di ciò di cui sono stati responsabili, ma difficile
ascoltare da qualcuno di loro una battuta, un’idea qualsiasi su un possibile
futuro. Magri, se ce l’hanno, se la tengono talmente ben stretta che non la sa
nessuno.
Ma il problema, uno dei tanti, non sono tanto loro ma coloro
che invece non ci sono. Non ci sono profeti di un domani quale che sia,
da nessuno abbiamo ascoltato come potrebbe essere la Rai tra 10 o 20 anni: una sola
rete che diffonde solo spettacolo, oppure solo informazione, magari senza canone,
senza radio, solo Web o che altro sia. Oggi, quì, subito, non ci sono chi dovrebbe essere in grado di proporre qualcosa di sensato, di nuovo, di diverso
per un Servizio Pubblico che giocoforza non sarà più lo stesso di prima. Per ora,
per lo più, se la stanno cavando con l’acqua fresca ripassata in padella (il
nuovo modello organizzativo) misterioso quanto fosco come la nebbia. Ma da
questo a disegnare il futuro della Rai con le sue radici profonde affondate
nelle risorse (scarse), nella normativa tutta da ridisegnare (governance) e
nelle tecnologie (necessarie e costose) sembra che ce ne corre quanto basta per
dubitare di tutto e di tutti.
Abbiamo la vaga sensazione che come spesso succede, la nebbia
in Val Tiberina durerà a lungo.
bloggorai@gmail.com
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