martedì 1 luglio 2025

RAI: corri riforma ... corri ... il MFA è dietro l'angolo

by Bloggorai ©

Quando la “politica” si mette a “prescia” qualcosa puzza di bruciato e in genere non porta buone cose. Preferiamo usare il termine romano “prescia” e non “fretta” che più o meno sono sinonimi. A quanto sembra, il termine “prescia” non solo deriva del verbo latino “premere” e dunque “pressione” ma è riconducibile anche ad una storia derivata dall’antico Carnevale romano. Sembra che allora, per fare andare più veloci i cavalli da corsa gli si spalmava sotto le zampe posteriori una specie di pomata urticante detta, appunto “prescia”.

Ne abbiamo avuto prove provate nel recente passato. La prima volta con l’approvazione del Contratto di Servizio. La presidente Floridia si era fatta persuasa che bisognava chiudere presto la trattativa/discussione, seppure non bene, e in tal modo “portare a casa il risultato” anche se avrebbe fatto molto felice la maggioranza di Governo. Così è stato e il Contratto che ne è uscito è sotto gli occhi di tutti. Poi è successo a settembre dello scorso anno: bisognava chiudere la partita del Cda Rai. Prima tutta l’opposizione granitica e unita sotto la bandiera del “prima la riforma e poi le nomine” salvo poi, improvvisamente, con grande “prescia” il M5S e AVS cambiano idea e consentono la nascita di questo Cda. Il Governo ha ringraziato sentitamente.

Ora, oggi, cosa succede? Succede che alle 12 in VIII Commissione del Senato prendono avvio le tanto auspicate “audizioni” in vista del dibattito finalizzato a stendere una bozza comune di riforma Rai come sintesi delle attuali 8 depositate. Perché tanta “prescia” improvvisa? Cosa c’è sotto? Quale il trappolone che si può intravvedere?

Cominciamo a dire che si è completato il quadro delle proposte con la presentazione delle due di fonte governativa, FI e FdI mentre rimangono inalterate le “vecchie” proposte dell’opposizione, che a parte quella del M5S (Bevilacqua) non tengono conto in alcun modo dell’MFA che, appunto, entra in pieno vigore il prossimo 8 agosto. Questa potrebbe essere una possibile chiave di lettura: avviare subito le consultazioni in Commissione potrebbe sorreggere l’argomentazione secondo cui il Parlamento si è avviato verso il vincolo proposto dall’EMFA (la riforma) e quindi schivare il possibile procedimento per infrazione comunitaria. Ci sta, è plausibile: tempi molto, molto lunghi ma ragionamento comprendibile a Bruxelles.

Ma il sospetto per la “prescia”, a nostro avviso, è fondato su un altro aspetto. Prima FI (Gasparri) e a seguire FdI hanno depositato una proposta con un tratto comune: la nomina del Presidente del Cda viene ratificata in Vigilanza Rai non più con i due terzi dei voti ma con la maggioranza semplice. Tradotto in soldoni: pure il Presidente se lo vota il Governo con i numeri di cui dispone e buona pace per “l’indipendenza e garanzia” che questa figura dovrebbe possedere. Potrebbe essere questa una scorciatoia per aprire la strada alla nomina della Agnes che, al momento, è in un vicolo cieco. Percorso difficile? Forse anche no: in Parlamento i voti li hanno, si tratta solo di tempi.  

Per il resto tra poche ore si potrà assistere ad una scena surreale: saranno i cosiddetti “stakeholder” a suggerire alla politica cosa pensano sulla riforma mentre la politica annaspa nel buio di proposte limitate alla sola governance Rai.  

Bene, andiamo avanti. Ieri il Messaggero ha gettato un macigno nello stagno: il festival di Sanremo potrebbe svolgersi da altre parti: la Rai sta studiando un “piano B”. Una nostra attenta e qualificata lettrice ha commentato “Si tratta di ricatto a mezzo stampa”. Forse, forse. certo à che riflette una sostanza ben urticante e il “ricatto” ha un solido fondamento: “Caro Comune, senza la Rai tu non vai da nessuna parte e ti rompi l’osso del collo. O accetti le nostre condizioni o noi in quattr’e quattr’otto ci trasferiamo in diversa ridente riviera, magari 'n guopp'o sole” e l’AD Rossi a Napoli è stato molto chiaro in proposito. 

Allora, poniamo per ipotesi fantascientifica che Bloggorai fosse stato in grado e interessato a partecipare alla gara del Comune di Sanremo, fatti i debiti conti e valutati i 6,5 milioni richiesti dal Comune al di sopra delle proprie capacità di spesa, decide quindi di non presentare l’offerta. Ora, come noto, solo Rai ha presentato una busta e però oggi di pagare quell’importo non ci pensa proprio (oltre che dover subire le altre onerosissime richieste). Allora, visti i tempi e la mala parata, il Comune potrebbe “abbassare la cresta” e ridurre il compenso richiesto. A questo punto però Bloggorai se la prende molto a male e valuta di ricorrere con urgenza al Giudice: se fosse stato  noto che il prezzo non era 6,5 ma, per ipotesi, 5,5 mln ovvero variabile e trattabile e non si prevedeva l’obbligo di altre due manifestazioni collaterali, magari la proposta l’avrebbe pur fatta. Ha una sua logica. O no?

Anche per Sanremo è l’ora della “prescia” … il termine “fretta” invece è più garbato e non rende bene l’idea dei tempi che corrono.

bloggorai@gmail.com

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