sabato 12 luglio 2025

RAI e Mediaset: anziani e giovani al volante

by Bloggorai  ©

L’aria del mattino che scende dai Colli Martani e si diffonde nella bassa Val Tiberina è fresca. Dopo aver preso  il caffè al Circolo Trattoristi e scambiato le solite quatto chiacchere sulla battitura del grano e sulla “legatura delle olive” (non va per niente bene!!!) la lettura dei giornali è amena.

Il titolo che ci colpisce oggi è su Il Tempo: “Quella Tv estiva banale e trash che spegne i cervelli” a firma Vittorio Feltri. Ci va giù di piatto già dalla prima riga: “La Tv mi fa schifo” e segue “…un’esperienza allucinante … la lagna di Techedeche … Don Matteo come la litania del Rosario … Temptation Island un covo di peccatori … mi viene voglia di sparare sulal Tv …” e così via trotterellando.

Quella sera di giovedì scorso anche Bloggorai si è accasciato di fronte alla Tv con il telecomando in mano. Il giorno successivo abbiamo letto i numeri Auditel:

Don Matteo 13                 2.031    14,6%

Temptation Island            3.697    29,6%

DT Rai  2.200   32,7%  PT  5.100    32,9%

DT Mediaset 2.740 40,3% PT 6.379    40,9%                                          

Abbiamo poi letto che Temptation Island registra numeri da record nel pubblico dei giovanissimi con il 53.77% di share nella fascia 15-34 anni e il 61.5% di share in quella 15-19 anni.  Per Don Matteo parliamo del 22% della fascia 4-7 anni, del 30% in quella 8-14 anni, del 24% in quella 15-44, del 30% 45-54 anni, 40% 55-64 e chiudere con il 48% fra gli over 65.  Piccola nota a margine: a rileggere la “cronaca nera” raccontata da Don Matteo (in onda da oltre 21 anni) nell’Umbria tra Spoleto e Gubbio sarebbero avvenuti oltre 400 omicidi: numeri da aver paura ad andare in giro di notte, manco fosse il Bronx dei peggiori anni passati.

Allora, ci siamo chiesti: A perché il pubblico di RaiUno rivede la replica di Don Matteo 13 andato in onda solo un paio di anni addietro? Cosa lo attrae, cosa gli propone di nuovo e diverso per doverlo rivedere? B perché il “pubblico giovane” è attratto da “Temptation Island”, cosa contiene di interessante per loro? Non abbiamo una risposta compiuta e la sola, sommaria, che ci viene per ora in mente è che Canale5 ha una maggiore capacità di intercettare quel racconto del “reale” sociale e culturale, composto di sentimenti e tradimenti, emozioni e suggestioni, che invece Rai Uno al contrario sembra aver abbandonato mentre confida sempre più in un “usato sicuro” rassicurante e compiacente delle repliche delle fiction e degli “amarcord” di Techedeche. Aggiungi, inoltre, che da tempo lo stacco generazionale tra Canale 5 e RaiUno è di circa 10anni. I numeri danno ragione a Mediaset.

Veniamo ora ad un altro articolo che ci ha interessato pubblicato sul Fatto a firma Giovanni Valentini. Il titolo è “Dalla Rai dei partiti è ora di passare alla Rai dei cittadini” dove leggiamo che “Il nodo fondamentale da sciogliere, dunque, resta quello della governance”. Peccato che la governance è sempre e solo lo strumento attraverso il quale si esercita lo “scopo sociale” del Servizio Pubblico. Se non è chiara la nuova missione, se non sono definiti compiti, risorse e competenze è come voler progettare una vettura con il volante ma senza motore e senza benzina ma soprattutto un veicolo che non sa dove dirigersi. Per non dire che oggi, a discutere di governance e di EMFA ci sono proprio coloro che pure potendo e dovendo anticiparne i vincoli se ne sono ben guardati lo scorso 26 settembre ed ora non ammettono nemmeno l’errore strategico che hanno compiuto. Ma non basta: si legge ancora di riproporre il modello della “fondazione” come “intercapedine” (Graziano, PD, dixit) “rappresentativa della società civile”. Ancora una volta ribadiamo quanto più volte abbiamo scritto senza mai ricevere obiezioni sostanziali: la "fondazione" è un modello che anticipa, di fatto, una forma indiretta di privatizzazione perché presuppone all’origine una cessione di quota proprietaria dello Stato verso un nuovo soggetto che, peraltro, nessuno dice come e da chi debba essere nominato e composto. Altro argomento sul quale prima o poi sarà necessario intenderci bene e avviare una profonda riflessione è questo pensiero sulla cosiddetta “società civile” che in Rai, a suo tempo, non ha dato la migliore prova di sé stessa. Il tema che poniamo è la sua capacità di rappresentatività, di proposizione, di elaborazione condivisa che, per quanto a noi noto e segnatamente in queste circostanze di dibattito (ristretto e riservato) sul tema “riforma Rai” non sembra aver dato contributi significativi e rilevanti.  

bloggorai@gmail.com

Nessun commento:

Posta un commento