domenica 6 luglio 2025

RAI: la "riforma" in riva al mare

by Bloggorai ©

Bloggorai è “solitamente bene informato” ed è in grado di "connettere i punti". Lo è perché da oltre sette anni ha stabilito un rapporto fiduciario con le sue lettrici e i suoi lettori: cerca di non vendere acqua fresca, cerca di non confondere lucciole per lanterne e non è ascrivibile a nessuna “quota” dell’opposizione pur ritenendosi parte attiva nello stesso campo. Lo è pure perché le fonti di Bloggorai sono anzitutto autorevoli e qualificate e poi altrettanto “solitamente bene informate” e raramente ci hanno deluso. Semmai, non scriviamo tutto che dovremmo e tutto quello cha sappiamo (e sappiamo molto) proprio per tutelarle e, almeno, finora, ci siamo riusciti benissimo. Se abbiamo riferito della possibile notizia dell’uscita di Sergio dalla Rai abbiamo ritenuto attendibili le nostre fonti.

Poi, come noto, con un pizzico di giustificata presunzione, Bloggorai si ritiene molto “esperto” di riforma Rai molto più di tanti sprovveduti allo sbaraglio che si ascoltano in giro. Allora, a questo proposito, già da tempo abbiamo concentrato l’attenzione su due aspetti cruciali: la “destra” ha fretta di chiudere (come già avvenuto nel recente passato con il Contratto di Servizio e poi con le nomine in Cda) e la “sinistra” non sa da che parte iniziare. Chi sostiene che l’opposizione ha già fatto la sua parte presentando proposte di riforma mente sapendo di mentire. Obbligatorio ribadirlo: delle 4 presentate in Senato solo quella del M5S è recente e tiene conto dell’EMFA, le altre 3 lo hanno beatamente ignorato come pure nelle loro proposte il tema fondamentale del canone è largamente disatteso. Quindi: carta straccia! Punto, a capo.

Il “capo” di oggi è una interessante intervista al senatore Gasparri comparsa sul Messaggero con il titolo “Riforma della Rai entro fine anno. Stop alle nomine fatte dal governo”. Letto così suscita benevola attenzione e ci metteremmo la firma subito. Leggiamo qualcosa a proposito del prossimo 8 agosto: “I tempi di una procedura di infrazione europea sono biblici, pari a quelli di un processo civile. Semmai l'Ue l'avvierà, arriverà a conclusione quando noi ci saremo già dotati di una legge da un pezzo” e forse Gasparri su questo punto ha pure ragione. Poi in merito ai tempi della riforma sostiene “Considererei un grande successo se prima della pausa estiva la Commissione del Senato raggiungesse una qualche sintesi. Poi ci sarà l'Aula, dunque il passaggio alla Camera. Io vedo e confido in fine anno”. Bizzarria … ma vedremo che qualcosa ci potrebbe essere dietro. Poi ancora: “Come Fi presentiamo un'altra pdl per la nomina del Cda che va a rispettare ancor più i dettati ciel Freedom Act. Portiamo a 5 anni la durata del board (oggi a 3, ndr), prevediamo che dei 7 consiglieri uno continui a essere scelto dal personale Rai, gli altri 6 vengano eletti dal Parlamento, recidendo il legame con il governo che attualmente ne nomina due, tra cui l'AD”. Interessante e però dimentica un passaggio fondamentale: la nomina del Presidente che, secondo la sua proposta dovrebbe essere non più ratificato in Vigilanza con i due terzi dei voti ma con maggioranza semplice: ovvero, la maggioranza piglia tutto. Trappola mortale, peggio di prima. Poi tocca il cuore del problema: le risorse economiche: canone pubblicità e sostiene “Noi abbiamo proposto tagli mai superiori al 5%. La Rai è un'azienda, deve sapere come finanziarsi. … Il tetto della pubblicità attualmente è più basso rispetto a quello delle eminenze private. Se noi l'aumentassimo, mi creda Mediaset sopravvivrebbe lo stesso, perché ormai è un'azienda orientata sulla crescita internazionale”. Infine, il colpo grosso: “Un conto è fare una legge che tenga conto delle indicazioni europee, altro è la nomina del presidente ….  la Rai avrebbe bisogno di un presidente nella pienezza delle sue funzioni. Detto ciò, l'azienda funziona lo stesso e con ottimi risultati. Ma per noi resta Agnes il migliore nome sul campo”. Doppio punto e a capo.

Anche questo lo abbiamo scritto da tempo: sapevamo che i partiti di governo erano pronti ad una spinta a chiudere la partita prima possibile. Nel giro di tre settimane sono giunte tre proposte di Legge (l’ultima fresca fresca è della Lega presentata venerdì scorso). Ora che questa fretta si possa tradurre in un percorso parlamentare diverso dal dibattito in Commissione Senato è tutto da verificare. Tra l’altro, la prossima settimana era previsto il proseguimento delle audizioni (peraltro ai limiti dell’inutile e irrilevanza) e invece tutto svanito: si occuperanno di “enti parchi” e “fauna selvatica”.

Morale della favola: i messaggi provenienti dal Governo sono forti e chiari, quelli dell’opposizione inesistenti. Sapevamo di un “incontro” previsto nei prossimi giorni ma, al momento, non si nulla su chi promuove, chi partecipa e di cosa si dovrà dibattere.

Andiamo avanti. Leggiamo oggi su Il Tempo un titolo interessante “Il futuro della tv pubblica. Quella «pazza idea» di Renzi «Privatizziamo un canale Rai. La proposta durante l'assemblea lV per risolvere lo stallo in Vigilanza. E nel frattempo su viale Mazzini incombe l'European Freedom Act”. Boom !!! Sarebbe quasi uno “scambio merci”: una rete in cambio della Presidente Agnes (leggiamo pure “stimatissima in Europa” !!! sic !!!).  Fenomenale. Nessuno ci aveva pensato prima. Quasi geniale e leggiamo ancora “… uscendo dall'assemblea, l'ex primo ministro ha dichiarato: «Bobo [Giachetti ndr} ha ragione. Se la maggioranza non ricomincerà a rispettare la legge e la commissione di Vigilanza dovremo portare la richiesta di privatizzare almeno un altro canale della Rai”. Purtroppo non ci dice quale canale e come e quando potrebbe avvenire una cosetta del genere. Che peccato, poteva essere un’idea sorprendente, oltre l’immaginabile. A nessun altro poteva venire in mente.

Fa caldo, molto caldo.

Bloggorai@gmail.com

 

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