Buongiorno care lettrici e cari lettori di Bloggorai …
buona
domenica!!!
Sulla Bassa Val Tiberina questa mattina il cielo è grigio. Ha
piovuto e dal campo appena battuto dal grano si leva quel suo profumo
caratteristico di aspro, amarognolo mentre i colori della terra e dei boschi si
fanno più marcati, più vividi. La famiglia di fagiani che ha preso dimora
intorno alla casa sembra contenta: hanno molto bisogno di acqua.
Oggi segnaliamo solo un’intervista sul Corriere ad Andrea Salerno, direttore de La7, con il titolo “La7 cresce ancora perché indipendente”. I numeri gli danno ragione, certamente sull’informazione, forse l’offerta più pregiata. L’ultimo Osservatorio sulle comunicazioni di AgCom del mese scorso lo certifica nero su bianco: nella fascia oraria 12-14.30 tuti i Tg Rai dallo scorso anno a questo perdono rispettivamente Tg1 -4,4%, Tg2 -2,7 e Tg3 -4,6 mentre La 7 -cresce del 21,3. Nella fascia serale, dalle 18.30 alle 21, rispettivamente il Tg1 -3,6, il Tg2 -8,4 e il Tg3 -0,7 mentre La 7 cresce a +18,5. Da osservare che i dati vanno letti in un contesto dinamico dove i Tg Rai sono in perdita costante negli ultimi anni.
Da osservare poi a margine un piccolo “problema” che sembra
interessare solo Bloggorai: Rai News24. Nello stesso Osservatorio di AgCom
si legge che il canale all news Rai da un anno all’altro ha perso il 10,1% e oltre
il 50% negli ultimi anni a fronte dello 3,3% di TgCom24 e del 5,7% di
SkyTg24 che, peraltro, registra una perdita negli ultimi anni del 56%.
Sostiene Salerno: “La Televisione, alla fine, è una cosa
semplice: è quello che vedono i telespettatori, i programmi che vanno in onda.
Questa è la televisione. In Rai, non solo in questi ultimi anni, si è guardato
meno a questo. E forse non solo in Rai. Noi invece non so se siamo Servizio
Pubblico come molti dicono, ma certamente facciamo un servizio al pubblico”.
Condividiamo e sottoscriviamo. È proprio ciò che sosteniamo da tempo: la tv, la Rai è
anzitutto e soprattutto il prodotto, l’offerta editoriale, i contenuti che propone
e diffonde ed è certamente vero che Rai da tempo ha abdicato al suo ruolo di riferimento
nella sua offerta editoriale, nella qualità del prodotto fornito. Confusa e smarrita financo nel suo tentativo
di “riformarsi” con i cosiddetti “generi”, ormai naufragati pure a se stessi
come sostenuto dal DG Sergio e come abbiamo letto nel famigerato “documento riservato”
sul palinsesto 2025-27.
Non è un caso che su questo fronte, la qualità del prodotto
e dell’offerta editoriale, il dibattito è asfittico, stitico e quasi assente. Tutti
presi dalla sfera istituzionale, dall’EMFA, dalla riforma della governance, dalla
mancanza della presidenza, e nessuno che si sofferma anche solo per un momento,
anche solo per un programma, a valutare il suo “peso” sociale, politico e
culturale. Salerno sostiene di fare un “servizio al pubblico” ed ha buone
ragioni per sostenerlo e La7 cresce proprio perché occupa lo spazio che il “servizio
pubblico” lascia scoperto. In particolare, lascia scoperto proprio quel nervo particolarmente
sensibile che è l’informazione e l’indipendenza dal governo di turno, quale che
esso sia. Se mai si dovessero
applicare criteri per l’assegnazione della nuova Concessione in scadenza nel
2027, questi potrebbero essere rilevanti e qualificanti: autonomia e
indipendenza. Magari introducendo qualche meccanismo di verifica che tanto piacciono
ad alcuni nostri “amici”: i KPI con i quali misurare quanto Rai si merita il rinnovo
della Concessione. Magari, si può cambiare acronimo con i LEP ma la sostanza
non cambia: cosa propone, cosa offre la Rai in cambio del canone che percepisce?
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