Questa mattina, questa settimana, non sembra iniziare nel
migliore dei modi. Il clima non aiuta e le notizie non sono confortanti. La sola
che merita attenzione è un lungo e dettagliato articolo di Lisa Di Giuseppe su
Domani con il titolo “Effetto Marano sulla Rai. La Lega rafforza il suo
potere”.
Diciamo subito: è un quadro urticante, deprimente e sconfortante soprattutto
perché illumina compiutamente e ancora una volta quanto era noto da sempre. Si racconta
e si descrive meglio di ogni argomentazione “politica” la giungla della RAI
(Treccani: 2. fig. a. Luogo o ambiente in cui
dominano la violenza e la lotta spietata per il predominio degli uni sugli
altri”. La descrizione che ne viene fatta è una fotografia attendibile e
veritiera di una palude antica, fumosa e fangosa, dove vivono e pascolano indisturbati
partiti e combriccole di potere e dove ormai si è calcificata una “cultura” aziendale
dove bene che vada prevale “ognuno per se e Dio (o una riforma) per tutti”. Non è solo una giungla, è una palude.
Una povertà di pensiero, di idee, di progetti e di visioni
raramente si è vista in tanti anni di Rai. E non riguarda solo “tele Meloni”.
Non è solo un problema di Rossi contro Marano o Marano alleato
di Sergio, o di tutti e tre l’uno contro l’altro con le rispettive bande al
seguito. Non è un problema di “riforma” più o meno condivisa su cosa e da
chi e di quando ci potrà mai essere. Non è più un problema di stabilità delle
risorse economiche. Forse, è solo e semplicemente un problema di “risorse umane”,
forse è solo e semplicemente un problema di “personale politico” o, se vogliamo
essere più raffinati, di “cultura aziendale del Servizio Pubblico” che da anni,
decenni, è stata spianata e piallata, avvilita e resa sorda, muta e cieca in nome dell’interesse
privato prevalente su quello pubblico. Non è solo un problema del “foggiano di Varese”
contro l’uomo con la giacchetta marroncina e l’uomo con la “… camicia con cravatta
blu fantasia sfoggiata dall'ad Giampaolo Rossi”.
Si è diffuso un morbo, è cresciuto un virus perfido e
malvagio che ha travalicato financo i confini della cultura Rai di “destra” e
si è insinuato, subdolo, anche in quella di “sinistra”. Se vogliamo proseguire
con la metafora, il “virus di destra” non ha incontrato robusti “anticorpi di
sinistra”. Nessuno ha sperimentato una terapia di contrasto, di “opposizione”
forte e trasparente. Il virus si è diffuso ed ora è difficile arginarlo.
bloggorai@gmail.com
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