venerdì 4 luglio 2025

RAI e MFA sulla strada dell'incertezza e della confusione

by Bloggorai ©

Fischi per fiaschi, lucciole per lanterne, tordi per grilli. Con il caldo incombente è facile confondersi e scambiare l’ordine delle cose, la gerarchia dei problemi e provare a cambiare le carte in tavola.

Non molti giorni addietro abbiamo iniziato il Post con queste parole e oggi ci torna utile riproporle. Lo spunto ce lo fornisce un’agenzia letta ieri e un articolo letto oggi.

Premessa: ormai parlare di EMFA è un po' come mettere la rucola pure sul gelato. Posto che non l’hanno vista arrivare: alcune nostre “vedette” a Bruxelles, esperti di Europa e dei vari Consigli, si occupavano di altro mentre altre “vedette”, quando pure se ne sono accorte, se ne sono poi beatamente disinteressate e seppure potevano anticipare quanto disposto dal MFA hanno fatto finta di niente e votato questo Cda. Ciò detto, ora lo sport nazionale è e sarà invocarlo come panacea di tutti i mali, scorciatoia per tutte le manovre politiche e santuario dove invocare tutte le libertà.  Il timore è che ora l’invocazione dell’MFA possa diventare come una foglia di rosmarino, esile e sottile, dietro la quale non c’è nulla. E non c’è nulla su quanto ha disposto e dispone in modo forte e chiaro all’art. 5: la riforma della Rai che non c’è e non ci sarà prima di tanto, tanto tempo.

Allora, ieri abbiamo letto una cosa alquanto bizzarra. Nella lista dei “considerando che” in premessa al Testo Ufficiale n.2024/1083 REGOLAMENTO (UE) 2024/1083 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO dell’11 aprile 2024 che istituisce un quadro comune per i servizi di media nell’ambito del mercato interno e che modifica la direttiva 2010/13/UE (regolamento europeo sulla libertà dei media) al numero 10 si legge “I fornitori di media di servizio pubblico dovrebbero essere intesi come i fornitori cui è stata affidata una missione di servizio pubblico e che ricevono finanziamenti pubblici per il suo adempimento. Non dovrebbero essere incluse le imprese private del settore dei media che hanno accettato di svolgere, in quanto parte limitata delle loro attività, determinati compiti specifici di interesse generale dietro pagamento”. Qualcuno, esperto, avrebbe letto questo passaggio come una specie di “salvaguardia” per la Rai, per il Servizio Pubblico perché a suo dire, in vista del rinnovo della Concessione del 2027, escluderebbe la possibilità che privati possano accedere al canone.

Eppure, santa pace, leggiamo tutti gli stessi documenti e il testo non lascia margini di dubbio: “non dovrebbero … in quanto parte limitata” che sta a dire semplicemente che qualora un soggetto privato svolgesse per intero la missione di Servizio Pubblico, o si candidasse a farlo in presenza dei requisiti necessari, potrebbe accedere benissimo ai finanziamenti pubblici. O no? Se non che oggi leggiamo che Cairo, La 7, vorrebbe rivendicare una parte del canone in quanto sull’informazione svolge un servizio pubblico (parliamone!!!). In questo caso, applicando alla lettera il “considerando n. 10” il buon Cairo o si assume tutta la baracca Rai o lascia perdere questa partita.

Se non che, e chiudiamo per ora, occorre tenere bene a mente un passaggio della proposta d legge di riforma Rai targata Fratelli d’Italia che dedica molta attenzione al tema “concessione” e “compiti specifici del Servizio Pubblico” da studiare con grande attenzione. Lo abbiamo scritto in epoca non sospetta: la grande guerra sul futuro della Rai certamente inizierà l’8 agosto con l’entrata in vigore del MFA ma la grande battaglia si svolgerà a ridosso della Concessione di aprile 2027.  

Continuate a rimanere sintonizzati … oggi ci sono tante cose interessanti

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