mercoledì 16 luglio 2025

Il "sassolino" Lega nello stagno RAI

by Bloggorai ©

Per quanto possibile, caldo permettendo, è necessario stare laddove le “notizie” si formano, prendono sostanza e iniziano a diffondersi. Occorre vedere gli sguardi, percepire le battute sottintese, fare domande e avvertire analogie e differenze con le “notizie” simili per avere anche solo una vaga idea della loro consistenza e del peso che le “notizie” assumono ne loro contesto. Come piace fare Bloggorai: connettere i punti.

Ieri è stata presentata la proposta di riforma della Lega, buon’ultima rispetto a quelle degli altri partiti di Governo e in seconda battuta, ad adiuvandum, dopo la precedente proposta del 2023 con la quale si proponeva l’abolizione progressiva del canone del 20% annuo fino alla sua completa estinzione. Cosa c’è di nuovo in questa proposta? Poco e quasi niente eppure quel poco è assai interessante e, come spesso succede, l’interesse vale più per quello che non si dice, che non prevede, piuttosto che per quello che si propone. In questo caso vale più il silenzio, ovvero una sorta di ammiccamento, che non le dichiarazioni ufficiali.

Di nuovo c’è l’abolizione della figura dell’AD come voluto dalla Legge Renzi e il ritorno al DG con maggiori poteri. Di nuovo c’è l’abolizione del tetto dei compensi ai dirigenti che ora potrebbero essere più attratti dalla Rai. Di nuovo c’è un Cda di 9 membri di cui 6 eletti dal Parlamento, due dalla Conferenza Stato regioni e ANCI e uno dai dipendenti. Di nuovo c’è il “malloppo” grosso: la “valorizzazione delle società controllate” con “l’obiettivo di attrarre i privati mantenendo fermo il controllo pubblico”. Di “nuovo” c’è sempre “chercher l’argent”.

Come noto, nel mirino della Lega c’è anzitutto Rai Way (con il loro uomo di riferimento Roberto Cecatto, prossimo alla pensione e, ci riferiscono, con forti ambizioni di rimanere in sella alla quotata in vista di una possibile fusione con Ei Towers). Ma, ci dicono, ora il perimetro di interesse leghista si potrebbe estendere ad un’altra gallinella dalle uova d’ora delle consociate: Rai Cinema. Un bel bocconcino.

Dunque, c’è roba ma non tanta quanta se ne poteva attendere. Sullo sfondo di questa iniziativa della Lega c’è anzitutto il confronto con i loro alleati su temi non da poco conto. Il primo e forse il più rilevante riguarda il canone. Come noto e come detto prima, il tema canone è un “problema identitario e primigenio” della Lega e sul punto è stato ribadito chiaro e tondo: vogliamo abolirlo, seppure progressivamente come previsto dalla loro precedente proposta di Legge. Viceversa Forza Italia (Berlusconi Jr dixit) da questo orecchio non ci sente e non se ne parla proprio: creerebbe molti problemi su tutto il fronte editoriale (a loro per primi, of course). Poi c’è il “problemino” Agnes che Fi e FdI vorrebbero subito insediata alla presidenza e invece alla Lega questa “faccenda” non sembra interessare gran che: Marano, è stato detto più o meno esplicitamente, sta bene dov’è e l’Azienda funziona benissimo così. Punto, ovvero “hic manibimus optime” ovvero che fretta c’è? La sottigliezza emersa ieri è che la Lega propone che il voto in Vigilanza Rai per la ratifica della presidenza sia con “maggioranza qualificata” come ora è previsto mentre FI propone la “maggioranza semplice” cioè quella che già hanno e che gli consentirebbe di votare la Agnes subito.

Ci sarebbero tante altre osservazioni su quanto invece è stato/non è stato detto: ad esempio non c’è una parola su come si debbano scegliere i consiglieri, con quali criteri, se obbedendo o meno a quanto stabilito dall’EMFA. Si tratta, come si può bene immaginare, dell’anello più debole di tutte le proposte di riforma che mirano a rompere il perverso cordone ombelicale con la “politica” che in questo caso non solo si riferisce ai 6 consiglieri di fonte Parlamentare ma si estende pure ala Conferenza Stato regioni e all’ANCI. Come si selezionano i candidati? Chi e come si valutano i criteri “aperti, trasparenti e non discriminatori” previsti dall’EMFA nonché “autonomia, indipendenza e professionalità”?

Morale della favola: mancano pochi giorni all’8 agosto e la Lega, per quanto abbiamo saputo e interpretato, ha “semplicemente” gettato un sasso nello stagno con due obiettivi: anzitutto per rafforzare il “concetto” da spedire a Bruxelles ovvero “abbiate pazienza, stiamo lavorando alla riforma e, per favore, attendete un attimo prima di metterci sotto infrazione”. Il secondo obiettivo è rivolto agli alleati: non vi immaginate di fare “inciuci” con l’opposizione e fare i conti senza di noi, ci siamo (e stiamo bene così) e ci saremo, poi … in futuro ... si vedrà.

Comunque, care lettrici e cari lettori, lo abbiamo detto e lo ribadiamo: con questi chiari di luna si prospettano solo due ipotesi: o la maggioranza è in grado di “inventarsi” un percorso di riforma parlamentare rapido a sua immagine e somiglianza oppure di riforma Rai se ne parlerà “a babbo morto”. Non foss’altro perché non solo la maggioranza sta messa maluccio ma pure l’opposizione non sta messa gran che bene. Anzi.

Bloggorai@gmail.com  

ps: qualcuno ha notizie dei "consiglieri di opposizione"? Chi li ha visti?

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