Si sta aprendo, forse, una stagione di “pentiti” intorno alla Rai. Si intravvedono segnali inquietanti e, forse, premonitori di un qualcosa che potrebbe avvenire. Oggi abbiamo letto, nero su bianco, che qualcosa si muove.
Ne eravamo convinti allora e ne abbiamo conferma oggi. Lo scorso
26 settembre, è avvenuto qualcosa che entrerà nella storia dei grandi misteri
italiani che forse nessuno mai potrà svelare compiutamente. È successo qualcosa
che somiglia molto al grande mistero, il grande tradimento dei 101 del PD il 19
arile 2013 quando venne affossatala candidatura di Prodi al Quirinale. Nessuno ha mai saputo chi fossero, nessuno ha mai saputo un solo
nome che ha alzato la mano e ha detto pubblicamente “si, sono stato io perché ….”.
Mai. Il mistero rimane insoluto e molti di loro sono ancora nel PD e occupano posizioni
di rilievo.
Ne abbiamo accennato tante volte e più raccogliamo informazioni e più ci avviciniamo ad una possibile interpretazione di quanto è avvenuto quel pomeriggio del 26 settembre. Seppure potessimo sapere dalle tutte le persone interessate tutta la loro verità, impossibile, potete stare certi che poi tutti potrebbero smentire.
Quel
pomeriggio del 26 settembre, tra le 16 e le 18, è avvenuto il grande “strappo”
o, per meglio dire, il grande tradimento. Fino a poche ore prima di quel giorno
PD, M5S e AVS, i tre partiti di opposizione erano “formalmente” uniti e
solidali con lo slogan ribadito tante volte nelle settimane precedenti “prima la
riforma e poi le nomine”. In verità, nei giorni precedenti avevamo avvertito
chiaramente qualche scricchiolio e tentativo di “depistaggio” del genere: “Bisogna
pur fare qualcosa ... non possiamo lasciare l’Azienda allo sbando”. Un atteggiamento
che ricalcava molto la fretta imposta alla chiusura del Contratto di Servizio (e
sappiamo poi cosa ne è uscito fuori). Ci è stato riferito un ragionamento che
poi ha preso forma “Non si può lasciare l’attuale Cda in prorogatio”.
Allora, proviamo ad immaginare supporre una sintesi, magari azzardata e fantasiosa ma non del tutto inverosimile. Se non volete aderire a questa “fantasiosa” ricostruzione, potere rileggere la cronaca politica pubblicata nei giornali e troverete facili riscontri. Quel giorno le trattative si fanno serrate: la maggioranza apre alla possibilità di avviare subito il percorso della riforma a condizione di votare subito il Cda. Alcuni abboccano all’offerta invitante. Il Pd, in particolare, esita, non si fida. I suoi alleati invece, uno in particolare preme per chiudere ed ha un forte sostegno all’interno dello stesso PD. Questo “sostegno” è lo stesso che avrebbe provato ad affondare il colpo proponendo il nome del presidente “Autorevole e di garanzia”. A quel punto, a quanto raccontano chi sa, sembra che la Schlein ha fatto saltare il tavolo “Quel nome no! Non ci rappresenta e non lo sosterremo”, e così si compie il doppio strappo: all’interno del PD e con gli alleati M5S e AVS che propongono i “loro” nomi, di Majo e Natale, e il cda si costituisce.
Qualcuno
brinda per “l’imminente incardinazione del dibattito sulla riforma Rai” ma il bicchiere
gli rimane incollato nelle mani. Sono trascorsi 8 mesi e di dibattito sulla
riforma non c’è nessuna traccia e non ci sarà per i prossimi tempi. E, nota bene,
l’8 agosto è dietro l’angolo e il MFA incombe.
Ecco allora, per la prima volta per quanto ci risulta, che leggiamo evidenti segnali di “pentitismo Rai”: sul Fatto di oggi prima a firma Giandomenico Crapis che a proposito di riforma scrive “… ingenuo fu allora chi ci credette” e poi aggiunge (ha letto Bloggorai) “…bisogna aggiungere infine che a peggiorare le cose c’è il silenzio di una pubblica opinione, in passato piuttosto combattiva su questo fronte, che appare da troppo tempo come assuefatta al veleno duopolistico e ai suoi risvolti politico mediatici. Come mitridatizzata”. Sempre sul Fatto di oggi poi si associa Giovanni Valentini che scrive “Altrettanto ingenui sono stati due partiti d’opposizione, il M5S e AVS, che hanno creduto di presidiare il Cda e limitare i danni, per eleggere un consigliere ciascuno dissociandosi dalla scelta aventiniana del Pd. Ma così si rischia di diventare complici, seppure involontari e inconsapevoli, di questa liquidazione del servizio pubblico”. Amen!!! E chi vuol capire capisce ovvero, proviamo a tradurre in italiano corrente un concetto già noto e già espresso pure formalmente dall’Usigrai: “cari Consiglieri di Majo e Natale, dimettetevi, la vostra presenza legittima questo Cda”. Punto. A capo. Suggeriamo noi: fatelo presto!!!
Ma il tema vero, la domanda inquietante che gira è altra e
più semplice: perché il PD tace? Perché il PD non esprime qualcosa, quale che
essa sia, compresa una nuova proposta di riforma visto che le sue sono vecchie e superate? Abbiamo raccolto una riposta: “Perché forse la Schlein non ritiene la
Rai una priorità, non la conosce e non la capisce e non si fida di chi gli sta
intorno e sostiene di conoscerla bene”. Se mai fosse vero questo pensiero, difficile
dargli torto, visto quanto avvenuto dopo il 26 settembre.
Chiudiamo con una nota a margine su Rai Way: come abbiamo
scritto, questo argomento sembra avere una sola matrice prevalente ed è quella
finanziaria. Non ci sono tracce evidenti di matrici industriali e tecnologiche.
Tra pochi giorni sarà libero il posto di CTO occupato da Stefano Ciccotti. Domande:
A - ha lasciato un erede, ha trovato una persona interna Rai in grado di
affrontare adeguatamente questo tema? B – possibile che nessuno in Azienda Rai
si stia preoccupando di presidiare questo argomento?
bloggorai@gmail.com
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