martedì 24 giugno 2025

RAI: il cavallo e il suo Profeta

by Bloggorai ©

“Seguimo Aquilante; lui conosce la via della fuga!”. Il “malo caballo”, ad un certo punto è invitato ad andare “ ... allo Monasterio, ratto come lo fulmine” (Brancaleone alle Crociate, 1966)

“… dopo di aver congegnato, cancellato e rifiutato, disfatto e tornato a rifare molti nomi nella sua mente ed immaginazione, in ultimo finì col chiamarlo Ronzinante: nome, a parer suo, alto, sonoro, che stava a significare quel che era stato da ronzino, rispetto a quello che era ora, che era, cioè, «innante o avanti» e il primo di tutti i ronzini del mondo”. (Cervantes, Don Chisciotte)

È il destino di un animale forte e fiero quello di rappresentare il destino del loro padrone. Chi è il “proprietario” del Cavallo di Viale Mazzini? Teoricamente la risposta è semplice: i cittadini ovvero i telespettatori. Gli uni e gli altri, progressivamente e inarrestabilmente, lo stanno abbandonando più di quanto già lo hanno abbandonato la politica.

Lo notizia importante di oggi la riporta il Sole 24 ore a firma Andra Biondi con il titolo “La Tv rallenta insidiata dai social. Tengono news e on demand” dove si legge che “… lo spettatore se ne va, lentamente ma inesorabilmente. Per la televisione italiana che ha chiuso i battenti della stagione 2024- 2025 (dal 15 settembre al 31 maggio) il bilancio mostra sia una parte vuota sia una parte piena del bicchiere. Riguardo a quest'ultima: chi si aspettava un crollo non è stato accontentato. Quanto alla parte vuota del bicchiere però i dati Auditel elaborati dallo Studio Frasi lasciano poco spazio a dubbi: si guarda meno la Tv. O meglio, si guarda meno la televisione lineare in tempo reale”. Attenzione alle date: i dati pubblicati oggi si riferiscono correttamente alla stagione Auditel che inizia, appunto il 15 settembre, e non il primo gennaio come a qualcuno in Rai piace credere.

Con questo dato certo, granitico e immutabile, occorre fare i conti. E sono conti che riguardano le casse, le risorse economiche, ma sono anche conti che riguardano la qualità dell’offerta editoriale. In entrambi i settori mancano i “ragionieri”, quelli che sanno dove mettere le mani su come gestire correttamente i soldi pubblici, il bene comune, e quelli in grado di inventare una Tv di qualità senza dover ricorrere agli ormai prepotenti e preponderanti soggetti esterni, case di produzione e agenti artistici. Hanno premiato "Belve" come trasmissione dell'anno e nessuno ha fiatato. Su questo specifico aspetto, non c’è nulla da fare: tutti tacciono, storditi e afoni e semmai dicono qualcosa gli succede pure di plaudire al "successo" di" cuoricini cuoricini". Per quanto riguarda i conti economici, sono anni che per la Corte dei Conti “… permane la necessità di misure organizzative e gestionali volte all’eliminazione di inefficienze e diseconomie” che nessuno si è poi preoccupato di verificare la corretta applicazione.

Andiamo avanti, ovvero indietro. Ieri abbiamo letto una dichiarazione sui “suoi canali social” della Presidente della Vigilanza, Barbara Floridia: “Sento il dovere di esprimere forte preoccupazione per alcune scelte editoriali e gestionali che rischiano di minare la credibilità del Servizio Pubblico”. Merita breve nota a margine: A si accorge solo oggi di “alcune” scelte editoriali Rai? B evidentemente gli è cascata la penna con la quale avrebbe voluto scrivere a Mattarella per protestare sullo stato in cui versa l’organo parlamentare che presiede, ormai inutile orpello in ostaggio della maggioranza di Governo. Chi aspetta a dimettersi o almeno provare, minacciare di farlo?  

Andiamo ancora avanti, ovvero molto indietro. Torniamo al 2 gennaio, quando a Piazza Navona Nanni Moretti fulminava il suo partito (Massimo D’Alema) con l’anatema “Con questi dirigenti non vinceremo mai”. Rimaniamo nell’orticello della “questione Rai”: con i soliti quattro (e basta) non solo non vinceremo mai ma si potrà garantire la sopravvivenza di “TeleMeloni” per molti anni a venire.

Tanto per capirci bene: nei prossimi giorni è previsto un incontro promosso da AVS sul tema “Le nuove ragioni della Rai nella transizione digitale”. A nostro modestissimo parere si tratta di una iniziativa autoreferenziale, irrilevante, inutile. Autoreferenziale perché è promossa dal partito AVS, si rivolge al partito AVS e vi dibattono i militanti (e i nominati) AVS. E se poi invitano un esterno, uno a caso, capita pure che si tratta di uno noto “amico” del Servizio Pubblico, ovvero uno che non ha mai mancato occasione di avversarlo (provate ad indovinare di chi si tratta). Si tratta poi di una iniziativa irrilevante, nel senso che per quanto noto e per quanto ne sappiamo e salvo sorprese, non pone nessun nuovo e significativo rilievo rispetto a quanto noto sulle emergenze Rai. Nella loro locandina la parola “riforma” non compare proprio, declassata a semplice “nuova governance” e ne parlerà il loro parlamentare firmatario della proposta di legge 828, datata luglio 2023, dove il MFA non era nemmeno immaginato all'orizzonte (eppure all'incontro vi partecipa chi avrebbe dovuto saperlo per tempo). Ci saranno soprese last minute? Infine, si tratta di una iniziativa inutile nel senso che non porta nessuna utilità oggi sul fronte delle incombenze specifiche della Rai (esempio Rai Way di cui pure si vorrebbe parlare) sia di quelle politiche generali. È noto che da tempo si vorrebbe istituire un “tavolo di lavoro” per cercare di concordare una proposta di riforma comune buona per tutta l’opposizione e invece AVS che ti combina? Ti apparecchia quasi sottobanco la “loro” iniziativa. Per saperne qualcosa abbiamo dovuto scomodare amici, parenti e conoscenti che non sapevano quasi nulla fino a pochi giorni addietro. 

Auguri … andiamo avanti così, non ci facciamo mancare una sana boccata di rinfrescante pessimismo.

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