venerdì 13 giugno 2025

Lo "sprofondo" Rai

by Bloggorai ©

La questione Rai. La “questione” Rai ??? Forse c’è qualcosa di più di una semplice “questione” e forse di “questioni” ce ne sono tante. Anche Bloggorai, spesso e volentieri, è caduto preda della distorsione ottica secondo cui le “questioni” Rai fossero tutte concentrate sull’ingerenza dal Governo e della Politica, sulla riforma della governance (fantasma), sul canone o sulle tecnologie. Ci siamo dimenticati invece, spesso e volentieri, di un tema enorme, colossale, e non di rilevo inferiore agli altri: i contenuti, ciò che viene trasmesso, la “narrazione”, ovvero la qualità dell’offerta editoriale. Una voragine, un buco nero dove si perde tutto e, per paradossale che possa apparire, tutto si chiarisce.

La televisione “è” ciò che trasmette e solo in subordine “svolge un servizio”, pubblico o privato che sia. Il contenuto, le immagini che vengono trasmesse e i testi che le supportano (meno) sono gli organi vitali, il cuore pulsante della sua natura. La grande battaglia con le piattaforme Netflix, Disney etc avviene tutta e solo sui contenuti, su ciò che viene trasmesso. E il pubblico paga, e nemmeno poco, per vedere “contenuti” originali e pregiati: grande sport, cinema e fiction. Tutto il resto per la Rai è semplicemente “supporto logistico”: chi la governa, come, con quali risorse e quali strumenti adopera per diffondere il segnale radiotelevisivo.

Allora, mentre sul fronte del “supporto logistico” fioccano ed arricchiscono il dibattito esperti di varia natura, autorevoli professori incaricati o nominati, invece sull’analisi del tema “contenuti” e “offerta editoriale” si avverte un bizzarro e imbarazzante silenzio, rotto solo da una quantità impressionante di “critica televisiva” più o meno autorevole e qualificata. Vedi oggi sul Corriere una riflessione sulla partecipazione di Benigni (di sinistra?) da Vespa (di destra!). Se vi è mai capitato di leggere la Rassegna Stampa Rai, osserverete facilmente che il rapporto tra la sezione “Azienda” e quella “prodotto Tv” dove si recensiscono le trasmissioni grossomodo è di 1 a 4. E, spesso, succede, come ad esempio stamattina, che una “notizia” rilevante è l’operato del Dg Rai, Roberto Sergio, a San Marino RTV dove pure svolge funzioni di DG con ottimi risultati tanto da essere nominato con l’Onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine Equestre di Sant’Agata. Complimenti: una volta il titolo di “professore” non si negava a nessuno, ora invece torna di moda il “cavalierato” con relativa “rosetta” o spilletta da indossare sul bavero sinistro della giacca (mi raccomando, non sullo smoking … orrore ...non ci facciamo parlare dietro).

Insomma, ci siamo capiti: se si tratta di fare i “professori” o i “consiglieri” su temi “pregiati” tutti, tanti, salgono in cattedra mentre quasi nessuno si sporca le mani con la bassa cucina del prodotto Tv. Anche quei geni dell'Ufficio Studi Rai si occupano di ben altri temi quando scomodano decine di illustri accademici sull'IA. Bloggorai lo ammette, è caduto nella trappola di non tenere debito conto di quanto la Rai manda in onda, anche perché  ormai quasi “intollerante” alle innumerevoli repliche Rai di Don Matteo, ai 5 minuti di Vespa e alla NewsRoom della Maggioni (che invece se ne guarda bene di affrontare la “newsroom” dell’Azienda Rai).  

E veniamo al dunque, a questi giorni, al tema che abbiamo affrontato spesso e volentieri: la Tv “trash”, la televisione del dolore e dell’orrore, il sotto scala dell’offerta editoriale per di più solitamente di acquisto o bene che vada in coproduzione. Allora, è successo che martedì è andato in onda in prima serata Giletti su RaiTre, mercoledì sempre in prima serata Chi l’ha visto con la Sciarelli e ieri sera, ovviamente in prima serata su RaiDue, Ore 14 Sera con Milo Infante e, stupefacente, anche in contemporanea su RaiTre su Donne in crisi di nervi con Chiambretti  con tutti sullo stesso tema: Garlasco. 

Allora ci si pone il dubbio: si tratta di scientifico “accanimento mediatico” verso i poveri telespettatori? Si tratta di una “scelta editoriale strategica” che qualcuno ha imposto o suggerito di seguire fino allo sfinimento di chi vede la tv? Si tratta forse di non lasciare campo libero alla concorrenza agguerritissima e qualificata di Mediaset? Nota a margine: nessuna di queste trasmissioni Rai conteneva una notizia nuova manco a pagarla, non c’era nulla che giustificasse lo spazio/tempo televisivo occupato: è stato tutto un “rivediamo i soggetti sulla scena del delitto” oppure “andiamo sul ruscello con gli oggetti ritrovati" oppure quando proprio sono stati raffinati “riascoltiamo le intercettazioni”.  Grande giornalismo del Servizio Pubblico che una volta qualcuno si scomodava a definirlo “d’inchiesta” ed ha fatto salti mortali per farlo inserire nel Contrato di Servizio.

Ecco, poniamo caso, non dato perché per fortuna rimasto tutto lettera mora, che fosse stato introdotto il sistema dei KPI previsto, appunto, dal Contrato di Servizio in vigore (Key Perfomance Indicator) nel genere “informazione” o “infotainment” che dir si voglia, che punteggio avrebbero ottenuto trasmissioni di questo genere? Piccole polemichette che a Bloggorai piacciono tanto. Ma la domanda centrale è più semplice e la ripetiamo: perché la Rai, tutta o quasi, si ostina da tempo, da anni, a perseguire questo modello specifico di offerta editoriale? È vero, il genere “crime” paga e i telespettatori gradiscono ma è vero pure che seguire, sostenere e alimentare questo genere di “appetiti” televisivi potrebbe essere non esattamente rispondente alla logica, alla natura e alla missione del Servizio Pubblico. O no???

bloggorai@gmail.com   

ps: stiamo raccogliendo materiale e ripetiamo: chi avesse nel cassetto memorie, appunti, note o documenti interessanti sulla loro esperienza dentro fuori la Rai e li volesse far entrare in una “storia” più o meno occulta del Servizio Pubblico ce li può fornire, anche in forma anonima.

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