Tenetevi forte: questa mattina sarà necessario mettere
qualche punto fermo. La prendiamo da lontano e citiamo il testo del monologo
centrale del film Figli, firmato dallo scomparso Mattia Torre, che ci interessa
da vicino e ci porta al cuore dell’attualità Rai:
“Voi (giovani, ndr) dovete
capire bene una cosa una volta per tutte. Noi anziani siamo una forza
silenziosa e tranquilla, ma se ci incazziamo sono dolori. Perché siamo di più.
Siamo tantissimi. Ogni 100 giovani ci sono 165 anziani. E questo significa maggioranza
assoluta, e cioè, virtualmente, Camera, Senato e Governo della Repubblica.
Abbiamo le tv, perché condizioniamo palinsesti e linee editoriali: Sanremo è
fatto per noi, e così anche la grande fiction nazional-popolare. Gli
inserzionisti pubblicitari, intorno a cui ruota il mondo, hanno noi come chiodo
fisso. Le case di proprietà e i libretti di risparmio su cui regge l’intera
economia di questo paese – e senza i quali chiudevamo come la Grecia – sono in
mano nostra. Il teatro tiene grazie a noi, e così anche quel che resta del
cinema. E con il nodo pensioni teniamo in scacco l’intera economia nazionale.
Ci manca solo un po’ più di consapevolezza e coesione, e saremo pronti,
finalmente, a fare il culo a tutti”.
Proviamo a riportare questi pensieri alla Rai. Il Cda di
giovedì andrebbe collocato negli annali di storia del Servizio Pubblico. Chi
condiziona effettivamente il Servizio Pubblico? La politica verrebbe da
rispondere facilmente. Risposta errata. Quella giusta è: non solo la politica
ma ognuno ci mette del suo. Compresa tanta parte di Rai e, ca va sans dire, la
sua attuale dirigenza. Passo indietro: nei giorni scorsi il ministro Gualtieri
ha incontrato l’AD e gli avrebbe (avrebbe !!!) esposto alcune sue
preoccupazioni. In altre parole, il Governo ha esercitato le sue funzioni di
controllo e indirizzo sul Servizio Pubblico come la Legge prevede. La cosa è
passata inizialmente con il partito di Repubblica che titolava sulla revoca del
mandato a Salini e poi è stata derubricata a incontro cordiale e costruttivo. Lo
scorso giovedì c’è stato l’ennesimo surreale Cda con due punti rilevanti: il
budget 2020 con un buco previsto di 65 milioni e, da sottolineare ancora una volta,
il caso Gaffuri. Ieri un nostro attento lettore ci ha giustamente fatto notare
(in verità alquanto inc…ato) che questo argomento rappresenta un problema per
la Rai grosso come una montagna. Non solo per la questione Contratto di
Servizio che pure è grave, ma per il ruolo esercitato dell’attuale DG (da
ricordare, la Legge escludeva la sua figura che invece Salini ha voluto
prepotentemente, a dispetto di tutti, reintrodurre) ma anche per quanto è in corso
una sorta di “epurazione” in aree di particolare importanza tecnologica per il
futuro del Servizio Pubblico. Lo abbiamo già scritto: non solo Gaffuri, ma
anche Serafini (uno dei maggiori esperti di pianificazione frequenze) come pure
Morello, direttore del Centro Ricerche di Torino, come pure Fatale altro
ingegnere qualificato ed altri ancora sempre in area ICT. Ora il problema,
semplice semplice, è non tanto chi se ne va ma gli succede, chi rimane, chi è
in grado di proseguire e sostenere i poderosi scontri futuri come la transizione
al DVB-T2. Il posto di Trasformation Officer è stato preso ad interim dal DG. Auguri
!!! Il nostro lettore speriamo ci possa perdonare se non siamo più cattivi.
Questa mattina il solito Giovanni Valentini, sul Fatto Quotidiano,
ha titolato: “Governo, la fase 2 deve partire dalla Rai” ed ha ricordato che ci
dovrebbe essere un preciso impegno da programma occuparsi del Servizio pubblico
e non solo. Ma, tanto per capirci, provate a chiedere in giro chi nel PD è
responsabile del tema TLC, Rai o Informazione. Semplicemente: non c’è. Come pure
nel M5S. Punto … a capo. In questi termini si capisce l’astensione della
Borioni in Cda di giovedì. Aggiungiamo pure che non ci è sembrata convincente
anche il voto a favore di Laganà che rimanda ad un impegno dell’AD a presentare
il ricorso sull’extragettito da canone che ancora riposa nel cassetto con il
quale l’AD ha rinnovato questa anomala “maggioranza variabile” con FdI. Confermiamo: il Vietnam al settimo piano è
solo all’inizio. Allora, per tornare a bomba e come abbiamo scritto: non è
sufficiente rimandare alla politica responsabilità che non sono solo loro. Il "cambiamento " tanto atteso e votato... non è avvenuto e non è solo colpa degli "altri" dei soliti cattivi della politica... degli esterni.
Last minute: a quanto leggiamo, il Presidente Foa avrebbe
nominato il nuovo segretario general del Prix Italia una persona che non è dipendente
Rai e, a quanto si legge, sarebbe “in quota” centrodestrasovranisti etc.. Ora
poniamo pure che di questo prestigioso concorso internazionale la Rai non
sembra aver capito bene cosa farne, rimane il fatto che si nomina e si cambia
non tanto e non solo per comprovate e dimostrabili esigenze, ma con logiche e
indirizzi del tutto arbitrari: nulla di nuovo, è sempre avvenuto così nel
passato e, temiamo, possa continuare così anche nel futuro. Oggi chiude il pezzo
Valentini: “con un "rosso" di 65 milioni previsto quest'anno, prima o
poi sarà la fine del servizio pubblico radiotelevisivo”. La Gran Bretagna da
stanotte è fuori dall’Europa ma la BBC rimane come il fantasma del Servizio
Pubblico prossimo venturo.
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