李代桃僵
Il susino avvizisce in luogo del pesco
Ci permettiamo, dall’alto della nostra venerabile età, ricca
di avventure ed esperienze, di trascorsi in Oriente ed Occidente, di lunghi
pomeriggi in Parrocchia e serate al baretto di periferia, di dare qualche
modesto, semplice, suggerimento all’AD Fabrizio Salini alla vigilia di ore
importanti per il destino della Patria Rai: si contorni di generali fortunati,
di vecchie volpi, di astuti e ferrati strateghi e rimescoli le carte. Se non
trova di meglio, dopo averne allontanati tanti,
si potrebbe accontentare anche del sottoscritto che è sempre a
disposizione per il bene della Nazione (per il compenso è sufficiente un buon caffè).
Scherzi a parte, quanto successo nelle ultime ore
corrisponde perfettamente al Manuale di come non si gestiscono gli “affari
riservati” di una grande Azienda. Ci sono due possibilità: la prima è avere le
idee chiare, la forza e il coraggio di decidere autonomamente prendendosi
tutti i rischi di una possibile sconfitta, nonché i vantaggi di una schiacciante vittoria.
Questo richiede grande coraggio. La seconda
strada è quella delle sottili trame e sofisticati complotti. Occorre però esser
usi a questo esercizio. In questo caso, occorre grande esperienza.
Allora, poniamo che queste due caratteristiche siano
alquanto difficili da acquisire in breve tempo, ci potrebbe essere una terza
possibilità: lasciare che gli avversari escano allo scoperto e che le
responsabilità ricadano su di loro. Salini, recentemente ha avuto questa possibilità:
quando da più parti erano state sollevate proposte di modifica/riduzione del
canone ed ebbe a dire che, a fronte di questa prospettiva l’Azienda avrebbe
potuto subire gravi danni. Bene, poteva proseguire il ragionamento: a fronte
dell’ingerenza della politica, la sua autonomia e indipendenza erano minacciate
e quindi … un bel pugno sul tavolo e si proponevano le dimissioni. Non è
avvenuto, anzi.
Siamo alle scene, forse, finali. Due giorni addietro, a
fronte delle difficoltà a trovare la quadra con PD e M5S, a quanto abbiamo
letto, ha prima incontrato Gualtieri nel pomeriggio e poi a cena Crimi. Obbiettivo
semplice: come risolviamo la grana dei
Tg? Errori clamorosi nella forma e nella sostanza. Nella forma: certe cose non si devono fare ma se si
fanno non si dicono. Se vuoi giocare "sporco" lo devi sapere fare bene. La comunicazione (ahhiii …ahiiiii …aihhiii .. sempre lo
stesso errore) o si è in grado di gestirla oppure ti colpisce e ti affonda. Non
c’era nessuna necessità far trapelare queste improvvide iniziative: un pò come
le starlette che non vogliono farsi paparazzare e semplicemente non si fanno
vedere in giro. Nella sostanza: è probabile che Salini non legga questo Blog. In
caso contrario saprebbe bene che la sua partita è in fondo a quelle di ben altra portata che i partiti
stanno giocano: prima le partecipate dello Stato, poi le autorità e infine la
Rai. Provare ad invertire questo ordine ricade nella prima delle tre ipotesi
sopra descritte. Lo aveva annunciato a Sanremo:
farò le nomine con calma, magari a marzo. Bene, poteva proseguire su
questa ipotesi. Vedi seconda ipotesi di cui sopra.
Veniamo, dunque, a queste ore. Oggi in Cda si dovrebbe
ascoltare un discorso “alto” sul futuro dell’Azienda. Ci verrebbe da suggerire “Primum
vivere deinde philosophari” e questa ultima ipotesi è relativamente facile da
percorrere. Si metta mano con energia alle grandi sfide che aspettano la Rai
dietro l’angolo e che non si racchiudono solo nel “suo” (???) Piano industriale:
la fiducia e la credibilità anzitutto verso i cittadini, il pubblico che
cambia. In secondo luogo gli stessi principi verso i suoi dipendenti con l’aggiunta
dell’autorevolezza: punire gli incapaci e premiare i competenti. Non si proceda alla nomina "in quota" come potrebbe avvenire stamattina, chiunque esso sia, almeno fintanto che la persona non si scrolli della sua "quota" e si valuti per quanto è capace.
Ieri si è
avuta nota di una lettera inviata ai direttori per chiedere conto delle
trasferte a Sanremo. L’azione deve essere rapida e dolorosa. Se ci sono stati
errori qualche testa dovrà pur cadere e subito. Almeno per darla in pasto alle
belve. Non dimenticare mai che tra noi e i nostri lontani antenati, passano all’incirca 80 generazioni: loro avevano il Colosseo come modello di comunicazione.
bloggorai@gmail.com
Nessun commento:
Posta un commento