mercoledì 26 febbraio 2020

Il Panico

Ieri è stata necessaria una telefonata del capo del Governo Giuseppe Conte all’AD Salini per dare una sveglia a Viale Mazzini: attenzione alla qualità e quantità di trasmissioni sull’emergenza sanitaria in televisione: "Dobbiamo fermare il panico" E alla Rai chiede toni più bassi” titola La Repubblica stamattina.  
E’ doveroso informare e aggiornare ma obbligatorio evitare la diffusione di un virus molto più pericoloso e aggressivo del Corona: l’ansia, l’angoscia e l'isteria collettiva. Questo piccolo blog rivendica di essere stato tra i primi a sollevare il problema di come viene fornita l'informazione sulla crisi da parte del Servizio Pubblico. Ieri abbiamo avuto notizia che è stata creata la “cabina di regia” incaricata di seguire tutta l’emergenza sanitaria (a parte il fatto che è composta di soli maschietti, sarebbe pure stato utile far sapere, comunicare questa notizia) siamo tutti in attesa di sapere quali colpi di genio saranno proposti. L’emergenza sanitaria è oggi non domani e ogni ora di ritardo è colpevole.
Chi vi scrive è padre felice e nonno contento (nonché per molti anni incaricato da Rai di occuparsi di Tv e Minori) e sa bene come, in alcune circostanze come quelle che stiamo  vivendo, c’è un pubblico particolare che merita specifiche attenzioni: i bambini. Si tratta di spiegare loro per filo e per segno cosa succede in modo lucido e sereno, senza causare nelle loro menti traumi da stress, visioni  distorte della realtà, alterazioni delle percezioni e, in sintesi,  stati ansiosi e sindromi da paura. Nei giorni scorsi, abbiamo riportato una iniziativa di YoYo ma sappiamo bene che questo canale si rivolge ad una nicchia di telespettatori molto contenuta. Invece si tratta di dialogare non solo con i minori ma anche con i genitori perché sono loro che sono chiamati a rispondere alle domande dei bambini, come pure con gli insegnanti che hanno il dovere di spiegare in classe cosa succede. Posto che forse pure gli adulti avrebbero bisogno di essere “aiutati” in questo senso, un tema del genere, quindi, deve essere proposto sulle reti generaliste e in orario di grande ascolto  e e non in spazi residui di palinsesto che la pubblicità rende liberi. Questo è o dovrebbe essere Servizio Pubblico, questa è o dovrebbe essere sostegno alla Coesione Sociale.

Comunque, si comincia a intravvedere qualche piccolo effetto: nella titolazione dei servizi, nella scelta delle immagini, nel numero e nella durata dei servizi. 

A proposito di Coesione Sociale: in relazione alla disposizione di giocare le partite di calcio sena pubblico, ieri a proposito del prossimo derby d’Italia (???) Juve – Inter, SKy si è detta disponibile a renderla visibile in chiaro.  Nel pomeriggio “fonti anonime” di Viale Mazzini hanno sostenuto che anche la Rai potrebbe offrire un proprio canale per rendere visibile la partita ad oltre il 98% del telespettatori. Santa pace: anzitutto questa storia rimette in luce un buco clamoroso per il Servizio Pubblico, cioè la mancanza degli sport più popolari, in testa il grande calcio. Non è proprio cosa da poco e pochi  sembrano aver voglia di fare qualcosa. Poi: “fonti anonime” ??? e perché mai “anonime” ??? perché qualcuno non ci mette la faccia e rivendica il diritto/dovere per il Servizio Pubblico di poter intervenire in momenti di particolare rilevanza di interesse collettivo nazionale??? Ma, appunto, la domanda è: il calcio genera Coesione Sociale? Nel caso, quanto “vale”, quale potrebbe essere il suo indice, posto che ad esempio la partita della Nazionale in genere fa il record di ascolti?

Veniamo ora agli ascolti. Ieri sono stati rilasciati i consueti dati Auditel Standard Digitali dove si legge chiaro e tondo che la rincorsa Rai verso i suoi concorrenti negli ascolti digitali è sempre più in affanno. Lontano e quasi dimenticato il “successo” di share e di contatti su RaiPlay di Sanremo ora i dati ci dicono che Rai nei LS per editore e canale (settimana dal 16 al 22 febbraio) è tornata a fondo scala con  27.200 K, Mediaset è salita a 112.600 K e Sky attestata a 155.400 K.

Infine, due piccole notizie di cronaca: non sembra ci sia accordo politico PD e M5S per la nomina dei nuovi consigli AgCom e Privacy. Il voto previsto nei prossimi giorni in Parlamento potrebbe slittare ancora una volta. Per quanto ne sappiamo, di conseguenza o in parallelo, potrebbero essere rinviate anche le nomine ai Tg. 
Non  si placano (giustamente) le polemiche sulla nomina di Annalisa Bruchi, una esterna Rai come Segretario generale del Premio Italia. Viale Mazzini sostiene che sarebbe stata fatta una “valutazione selettiva interna”. I consiglieri Laganà e Borioni hanno chiesto chiarimenti che si aggiungono ormai ad una lunga lista. E poi magari c’è qualcuno ancora che parla di “indipendenza, trasparenza,  credibilità” … di chi? Dove?? Quando ???

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