Questa mattina iniziamo con le buone notizie. Ieri è stato
pubblicato il report settimanale di Auditel Standard Digitale, l’unica fonte
che certifica gli “ascolti” oltre la diffusione broadcast. Pubblichiamo la
schermata:
inoltre, pubblichiamo una nostra elaborazione sulle ultime
settimane:
Questa la situazione. La buona notizia consiste nel fatto che Rai, proprio nella
settimana di Sanremo, risorge dal fondo classifica rispetto ai suoi diretti
competitors, Mediaset e Sky. Da osservare attentamente la dinamica: il dato Rai
sale a fronte di un calo contestuale di Mediaset e La7 e rimane sostanzialmente
invariato Sky. Per quanto riguarda Mediaset si può osservare che potrebbe
trattarsi di una riduzione “fisiologica” che avviene, solitamente, quando a
fronte di un forte programma di una rete l’altra non fa contro programmazione. Si
tratta di un meccanismo di mutua convenienza che interessa molto gli inserzionisti
che, in questo modo, possono massimizzare gli investimenti. Altro discorso
invece per quanto riguarda Sky che mantiene saldamente le sue posizioni a
fronte di un palinsesto “fluido” che non risente delle oscillazioni di
programma o di giornata. Si tratta ora di capire se questo trend si assesterà
oppure ritornerà ai precedenti livelli.
Per riflettere meglio su questi temi ci aiuta l’intervista ad Elena Capparelli, responsabile di Rai Digital, pubblicata questa mattina su Italia Oggi, dove si conferma che c’è ancora molto da fare: “C'è un pubblico che si trova lì, una platea di giovanissimi che utilizza YouTube come fonte principale e che se non ci fossimo si dimenticherebbe di noi. I contenuti Rai devono essere laddove si trova la domanda del pubblico anche se non mettiamo tutto su YouTube. Poi, sicuro: dobbiamo posizionare RaiPlay creando con l'offerta anche nuova domanda, vogliamo diventare il punto di riferimento delle persone che la sera non accendono la tv, essere una delle scelte fra Netflix e Amazon. Quando saremo arrivati lì faremo le altre valutazioni”. Per essere competitivi però occorrono investimenti e pure considerevoli che non è affatto chiaro da dove possano provenire per un’Azienda che prevede un rosso di 65 milioni per l’anno corrente. Vedremo e speriamo.
Per riflettere meglio su questi temi ci aiuta l’intervista ad Elena Capparelli, responsabile di Rai Digital, pubblicata questa mattina su Italia Oggi, dove si conferma che c’è ancora molto da fare: “C'è un pubblico che si trova lì, una platea di giovanissimi che utilizza YouTube come fonte principale e che se non ci fossimo si dimenticherebbe di noi. I contenuti Rai devono essere laddove si trova la domanda del pubblico anche se non mettiamo tutto su YouTube. Poi, sicuro: dobbiamo posizionare RaiPlay creando con l'offerta anche nuova domanda, vogliamo diventare il punto di riferimento delle persone che la sera non accendono la tv, essere una delle scelte fra Netflix e Amazon. Quando saremo arrivati lì faremo le altre valutazioni”. Per essere competitivi però occorrono investimenti e pure considerevoli che non è affatto chiaro da dove possano provenire per un’Azienda che prevede un rosso di 65 milioni per l’anno corrente. Vedremo e speriamo.
Torniamo alla bruta realtà e cerchiamo di fare un passo
avanti per quanto abbiamo scritto nei giorni scorsi a proposito del “successo”
di Sanremo. Come abbiamo scritto, il successo è stato solo per lo share e per i
soldi incassati. Punto. Per tutto il resto … sono solo canzonette … e finiamola
così … senza rimpianti … senza rancore e senza scomodare temi di grande
interesse (la coesione sociale) sui quali c’è ancora molto da lavorare. Se poi
qualcuno volesse ancora puntualizzare propongo una tregua e la buttiamo sullo
sportivo: poniamo che una squadra ha vinto un campionato qualunque (con un
numero di gol numero indiscutibile) e poniamo che si venisse a sapere
che ha goduto di molti rigori inesistenti (il VAR non è stato richiesto,
curiosamente) mentre non sono stati concessi rigori alle squadre avversarie che
invece li meritavano (il VAR sempre non richiesto, curiosamente) ecco allora
che il numero di scudetti è indiscutibile, come poi siano stati vinti è
altro ragionamento. Quindi, i numeri che si possono citare a sostegno della tesi del "successo" di Sanremo non si dovrebbero distinguere da come si ottengono. E ribadiamo quanto
abbiamo scritto (riferito ad uno che di matematica se ne intendeva) come metodo
di valutazione dei numeri: “Non tutto ciò che conta può essere contato e non
tutto ciò che può essere contato conta”.
Torniamo alla
questione del Super Agente che ha avuto tanta parte (eufemismo) nella gestione dei
personaggi del Festival che ci appare molto più rilevante della questione del
trenino dei dirigenti in trasferta. Si tratta di una palese violazione di
quanto disposto dalla Vigilanza che “impegna” la Rai a “escludere che in uno stesso
programma possano essere contrattualizzati più di tre artisti rappresentati
dallo stesso agente o da altra società di cui l’agente sia socio”. A tutti è
noto che a Sanremo erano ben più di tre gli artisti rappresentati dallo stesso
agente. È lecito attendersi che su questo tema qualcuno debba fare qualcosa. Per
tutto il resto … sono solo canzonette.
bloggorai@gmail.com
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