In un Paese “normale” (copy Ruggeri e, in parte, D'Alema) verrebbe voglia di essere indignati, di essere stanchi della solita tiritera, dell’ennesima prepotenza e, in un Paese normale, verrebbe una sana voglia di mandare qualcuno a quel Paese (normale). Ma questo non è un Paese “normale”. Non è un’Azienda “normale” nemmeno la Rai: O meglio, è tanto “normale” quanto lo è il Paese che la ospita, poco più o poco meno. Non è “normale” proprio come la politica che la governa e proprio come tanta dirigenza del Servizio Pubblico che della politica ne fa uso e consumo quotidiano, da cui si nutre e trova beneficio, un po’ come si fa con la pillola per tenere sotto controllo la pressione. In un Paese “normale” come pure in una Rai “normale” quello che è successo nei giorni scorsi sarebbe sufficiente per chiamare la Protezione Civile, i pompieri, la Croce Rossa e i Boy Scout per chiedere soccorso e protezione dal virus malevolo che minaccia gli utenti del Servizio Pubblico. Ovviamente, ci riferiamo all’ultima storia della nomina del nuovo segretario del Premio Italia operato, a quanto “sembra” manu militari dal Presidente Foa. Le virgolette non sono un errore. Difficile, infatti, immaginare che da solo sia stato in grado di fare una mossa del genere: solitamente almeno è necessario il coinvolgimento della Direzione del Personale (tra l’altro è un'esterna Rai e si dovrà fare un apposito contratto adeguatamente retribuito … forse quanto la sue predecessora .. parliamo di oltre 200 mila Euro). E Il DG non ne sarebbe stato informato? E gli Affari Legali ??? e, anzitutto, l’AD ne sapeva qualcosa??? Possibile che non ne sapeva niente anche alla vigilia del Cda di giovedì scorso dove nessuno ne ha accennato? Appunto, il problema della complessità ad essere ”normali” sta nella conseguente difficoltà ad accettare, a metabolizzare l’anomalia. Però, alla fine, tutto si risolve semplicemente guardandosi indietro e intorno. Chi, come il sottoscritto, è entrato in Rai ai tempi delle barricate al settimo piano tra DG di area DC e Presidente di area socialista (che tanta fortuna ha portato a tanti che ancora ne godono) ricorda bene i due principi granitici che regolavano la vita dell’Azienda: 1) tutto si può fare 2) a condizione che siano rispettate regole fondamentali: applicare il principio di equilibrio e quello di contraddizione, con la subordinata della necessità, possibilità e convenienza.
Fatto tutto questo pistolotto .. arriviamo al dunque: di
cosa si stupiscono le anime candide interne ed esterne all’Azienda? Lo abbiamo
scritto e ci piace ripeterlo: sotto l’albero del pero non cascano le mele.
Per il resto, domenica bestiale: risparmiatevi di cercare
notizie sulla Rai ...a meno che siate interessati a sapere che al Tg2 volano
sganassoni oppure vi stuzzica la notizia di Salvini che invita a boicottare il
Festival di Sanremo … In un Paese “normale” la domenica è dedicata al riposo.
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